Il nome Cava dell'Oro fa subito pensare a luoghi esotici, ad avventurosi scopritori d'oro alla Indiana Jones e invece, non è il caso di restare delusi, si tratta di una miniera di barite compatta e galena argentifera situata in prossimità della cima del monte Parodi (sovrastante La Spezia) aperta nel 1300, abbandonata immediatamente, ripresa agli inizi del XIX secolo, e poi nuovamente abbandonata perché non competitiva economicamente. L'accostamento al più nobile dei metalli dipende perciò dai riflessi aurei che la barite assume, ma l'aspetto di maggior interesse ha a che fare con il paesaggio: le vestigia di questa vecchia miniera, infatti, appaiono completamente immerse nella macchia mediterranea in prossimità di uno dei sentieri più amati e conosciuti dagli escursionisti, l'Alta Via del Golfo, che va verso Portovenere coincidendo per un tratto con il sentiero 1 C.A.I. delle Cinque Terre. Nel complesso l'Alta Via del Golfo è un percorso a forma di U rovesciata che in 45 chilometri collega Bocca di Magra a Portovenere, serpeggiando fra le colline che incorniciano il Golfo di La Spezia. Vale quindi la pena di partire con lo zaino in spalla alla scoperta del suo tratto finale e più occidentale, con la possibilità di scegliere tra due livelli di difficoltà: uno dedicato a camminatori esperti, capaci di guadagnarsi il paesaggio delle Cinque Terre imboccando subito il sentiero che parte da La Spezia, l'altro ideale per chi desidera fare una passeggiata alla portata di tutti. Nel primo caso l'escursione può partire dalla frazione spezzina di Chiappa, in corrispondenza con il capolinea della linea n. 3 degli autobus. Da qui si affrontano subito le scorciatoie scalinate e acciottolate che si intrecciano con le curve della Via Aurelia fino a La Foce (250 metri sul livello del mare). Poi si prosegue, sempre per scalinate, fino a raggiungere la località Vignale, al capolinea dell'omonimo servizio di trasporto pubblico. L'ascesa ricompensa l'escursionista con il grandioso panorama che si apre salendo (specialmente quando il vento di tramontana rende l'aria più trasparente), a comprendere il capoluogo spezzino e i suoi dintorni, un tratto dell'Appennino Settentrionale, le Alpi Apuane, la costa toscana fin dopo Pisa, le isole dell'Arcipelago Toscano, Gorgona e Capraia, nonché Capo Corso, estremità settentrionale della Corsica. Non c'è il minimo pericolo di perdere l'orientamento, visto che il sole sorge alle spalle delle Alpi Apuane e, potendo contare su un riferimento di tale mole, è facile piazzare gli altri punti cardinali. A proposito delle Alpi Apuane, discontinuità tettonica, giova ricordare che sono composte da carbonato di calcio (il marmo bianco usato nell'edilizia o per le sculture) e che in prossimità di tali montagne si stacca lo stivale d'Italia. La seconda opzione, raccomandabile ai meno allenati, prevede invece la partenza direttamente da Vignale, raggiungibile in auto o in bus da La Spezia. Qui, in entrambi i casi, ci si incammina lungo il bel sentiero che porta alla Cava dell'Oro, situata proprio in prossimità della cima del monte Parodi. Dalla miniera ci si immette sulla strada asfaltata che porta in località Paradiso, sopra Biassa (la “sesta terra”) senza mai rinunciare alla totale immersione nel verde. A questo punto, per l'ultima parte dell'itinerario, si apre un ventaglio di possibilità fra i viottoli delle Cinque Terre: sentieri di montagna da affrontare con attrezzatura e spirito adeguati, meglio se supportati dalle cartografie e dalle guide pubblicate dal Parco Nazionale delle Cinque Terre. In primo luogo si può prendere il sentiero 4 del C.A.I., raggiungendo il monte Bermego, localmente noto come “Due Gemelli” per la sua cima divisa in due gobbe simili a coni vulcanici. Da questa piattaforma privilegiata, nota ai botanici perché offre rari esempi di inversione altitudinale della vegetazione, si dominano sia il Golfo, sia la Val di Vara. In alternativa si può proseguire sul sentiero C.A.I. n. 1, dal quale la vista si apre su Riomaggiore, con due opportunità ulteriori: scendere verso i paesi delle Cinque Terre, inoltrandosi nel Parco Nazionale, e raggiungere il santuario della Madonna di Montenero sopra Riomaggiore (la foresteria può fungere da punto di ristoro). Da qui lo sguardo abbraccia un lungo arco di costa fino a Portofino, includendo i cinque paesi allineati ai piedi della costa alta e dirupata. La discesa può concludersi a Campiglia o proseguire fino a Portovenere. L'alternativa consiste nel lasciare il sentiero n. 1 per scendere verso Biassa, visitando i ruderi del castello di Coderone, quindi ripiegare verso La Spezia (frazione di Pegazzano), sul sentiero che anticamente collegava la città alle Cinque Terre. Quest'ultima possibilità consente un ritorno più rapido al punto di partenza.