Publio Elio Adriano, l'imperatore-filosofo che resse Roma dal 117 al 138d.C., fu presumibilmente il progettista (oltre che il committente) della vastissima residenza estiva imperiale universalmente nota come Villa Adriana. Il complesso degli edifici, dei giardini e delle terme si trova a sud di Tivoli (venti chilometri dalla Capitale) nella zona in cui i personaggi più illustri dell'Urbe amavano trascorrere la villeggiatura. Su una superficie di 120 ettari, superiore a quella occupata dall'intera città di Pompei, Adriano fece disporre i monumenti da lui stesso concepiti, per mantenere viva la memoria dei luoghi e delle città visitate nel corso dei viaggi e delle campagne militari. Attraverso una sorta di riproduzione in scala furono realizzati, ad esempio, i monumenti più ammirati di Atene, l'Accademia e la Stoà Poikile, il Liceo, la Valle di Tempe, la città egiziana di Canopo. La ricchezza delle decorazioni architettoniche, scultoree, pittoriche e lo splendore dei giardini erano tali che anche i successori di Adriano, da Antonino Pio a Diocleziano, soggiornarono nella villa. Poi il declino: dopo Costantino, che aveva privato gli edifici dei loro arredi, si susseguirono i saccheggi dei barbari e infine quelli della popolazione locale che qui trovò una miniera inesauribile di materiali per l'edilizia. Solo dal Rinascimento Villa Adriana fu riscoperta e sottratta al suo stato di abbandono, grazie agli interventi di artisti famosi come Pirro Ligorio (l'architetto di Villa d'Este), Francesco Borromini, Giovan Battista Piranesi. La sua fama crebbe a dismisura, al punto da farne una meta irrinunciabile per gli intellettuali di tutto il mondo. Fu appunto visitando questi luoghi, nel 1924, che Marguerite Yourcenar trasse ispirazione per le sue celebri Memorie di Adriano. Il complesso più suggestivo è forse il Canopo: una piscina lunga 120 metri che termina con un grande ninfeo a forma di esedra. Le statue attorno al bacino sono riproduzioni di quelle ora esposte nei maggiori musei romani, ma rendono l'idea dell'aspetto originario di questo ambiente che, a detta di molti, fu dedicato da Adriano alla memoria dell'efebo Antinoo (forse da lui stesso affogato per gelosia nel canale del Canopo, in Egitto). Da non perdere la visita al Pecile, ispirato al portico di Atene, con al centro un giardino rigoglioso e una piscina, ai due complessi termali (uno era forse destinato alle donne), al singolare Teatro Marittimo di forma circolare, attraversato da un canale con al centro un'isoletta. Qui Adriano fece costruire la sua residenza più appartata e un piccolo impianto termale. Le rovine del Palazzo imperiale vero e proprio si stendono per 50.000mq e conservano ancora meravigliosi mosaici come quelli della Piazza d'Oro, oltre a numerosi ambienti che rivelano l'estro creativo e le grandi intuizioni architettoniche dell'imperatore Adriano.