Sassicaia, Ornellaia, Guado al Tasso: sono solo alcuni eccellenti esempi dei vini pregiati che, nel cuore della Toscana, fra Livorno e Massa, hanno dato vita alla Strada del Vino Costa degli Etruschi: un itinerario che assomma suggestioni storiche, paesaggistiche, artistiche ed enogastronomiche, sotto il comune denominatore della dolce vita e del buon gusto. Forte di una fama che lo vede in cima alla graduatoria dei migliori vini italiani, il Sassicaia non necessita di presentazioni. Il suo regno è la grande tenuta che si sviluppa da Bolgheri ai 350 metri di Castiglioncello, in località San Guido, di proprietà del marchese Mario Incisa della Rocchetta. La disfida fra vitigni di sangue blu, tuttavia, si celebra sulla strada che da Bolgheri porta a Castagneto Carducci. È qui che, dalle uve di Lodovico Antinori, nasce l'Ornellaia e si conquista nel giro di pochi anni riconoscimenti importanti, come quello della rivista Decanter che lo definisce “il miglior cabernet italiano”. Un altro Antinori, Piero, crea dal nulla il Guado al Tasso, da uve Cabernet Sauvignon e, in percentuale minore, Merlot e Syrah, in una zona un tempo celebre per i suoi grandi rosè. Attorno a questi campioni della produzione vinicola italiana si è sviluppato, negli ultimi decenni, un nucleo agguerrito di produttori giovani e competenti che si sono guadagnati posizioni di spicco sul mercato, creando vini di qualità sorprendente, non solo nella terra di Bolgheri, ma anche nelle aree Doc limitrofe di Montescudaio, Val di Cornia ed Elba. Attraverso queste quattro zone si snoda la Costa degli Etruschi, parallelamente alla fascia costiera della Maremma, fra mare e collina, toccando i borghi e le pievi traboccanti di storia delle provincie di Pisa e Livorno. Ed è appunto il carattere esclusivo del clima di questo territorio, lambito dagli influssi miti del Mediterraneo ma corroborato dai colli dell'entroterra, ricoperti da boschi e popolati da cinghiali, daini e caprioli, a farne una zona d'elezione per la coltivazione dei migliori vitigni. La maggiore concentrazione di cantine si incontra attorno a Bolgheri e fra i comuni di Montescudaio, Guardistallo e Casale, un tempo compresi nel feudo Della Gherardesca. Sulla strada che da Casale porta a Bolgheri si attraversa il territorio di Bibbona, sede del parco naturale Macchia della Magona: oltre 1.600 ettari di bosco ceduo attraversati da sentieri percorribili a piedi, in bici o a cavallo. Completamente immerso fra rigogliosi lecceti, zone di macchia mediterranea e vigneti, il paese ha conservato il suo assetto medievale, caratterizzato da un reticolo di vicoli e scalinate. Sulle case in pietra di Bibbona domina la splendida Pieve di Sant'Ilario, risalente all'XI secolo, circondata da mura turrite e da un profondo fossato. Da Bibbona si scende, seguendo il tracciato dell'antica Via Aurelia, nel cuore della Maremma e nel comprensorio di Castagneto Carducci (in cui ricade anche la frazione di Bolgheri). Una sosta nei luoghi Carducciani è d'obbligo: dal piccolo cimitero di Nonna Lucia, attraverso il “duplice filar” di cipressi che tuttora svettano sui campi, fino alla cappella di San Guido della Gherardesca. Oltre al Sassicacia e all'Ornellaia, qui nascono e maturano vini come il Masseto (un Merlot di fama mondiale) e il Grattamaco (marchio storico della Costa degli Etruschi). Da non mancare anche una visita ai frantoi della zona, particolarmente rinomati per la lavorazione a freddo dell'olio extravergine d'oliva. Più a sud, in direzione di Suvereto, il percorso si inoltra in boschi sempre più fitti, fino al paese di Sassetta, raccolto attorno alla sua roccaforte medievale. Piatti gustosi e genuini caratterizzano la gastronomia locale, celebrata nelle sagre autunnali, mentre gli appassionati di trekking hanno a disposizione gli itinerari nel Parco di Poggio Neri, fra castagni e pini marittimi. Giunti a Suvereto, vale davvero la pena di assaggiare il Petra, un rosso che nasce da una miscela sapiente di Cabernet e Merlot. Fra vigneti e uliveti si snoda, invece, la strada più esterna che da Castagneto conduce ai borghi di San Vincenzo e Campiglia. Numerosissimi i luoghi d'interesse storico: dalla Rocca di San Silvestro, la cittadella fortificata eretta dai conti Della Gherardesca sul finire del X secolo, al Parco Archeo-minerario di Campiglia, dove si può visitare un villaggio di minatori fondato oltre mille anni fa, che testimonia l'antica civiltà mineraria della Val di Cornia. Numerose, anche qui, le aziende vitivinicole in ascesa che associano le produzioni di Cabernet e Merlot a vitigni più tradizionali. L'itinerario può chiudersi a Piombino, magari con un'appendice inebriante nell'Isola d'Elba, oppure a Massa Marittima, dove la degustazione del vino si abbina splendidamente ai gustosi formaggi pecorini locali. Nel meraviglioso centro storico spiccano il Duomo (un gioiello dell'architettura tardo-medievale) e il Palazzo del Comune. Da vedere, infine, anche la necropoli etrusca di Populonia, che domina in posizione panoramica sul Golfo di Baratti.