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Giovedì, 19/09/2024
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Teatro Licinium

teatro licinium

Agli inizi del XX secolo Gabriele D'Annunzio lanciò l'idea di costruire nuovi teatri, sull'esempio di quelli greci e romani, nei quali rappresentare opere classiche durante la bella stagione: il teatro all'aria aperta conferiva alle opere nuova vita e la cornice naturale permetteva alla fantasia di attori e spettatori di esprimersi con maggiore libertà. A Erba, l'idea si concretizzò grazie ai fratelli Airoldi, nell'estate del 1923: nel parco venne allestito un capannone in legno con un palcoscenico coperto e il Teatro venne inaugurato la sera del 12 luglio 1924 con la rappresentazione de La fanciulla del West in prosa. Dopo il successo della prima stagione, il Teatro ospitò numerose rappresentazioni, e nel 1926 fu messa in scena per la prima volta La Passione di Cristo, scritta dai fratelli Airoldi. Nel marzo 1928 una bufera rase quasi completamente al suolo la struttura, ma gli Airoldi, nella loro ostinata volontà di costruire un vero e proprio teatro al posto di quello abbattuto, contattarono due giovani ingegneri molto noti: Fermo Bassi e Giacomo Pozzoli. A loro si deve l'idea di un'esedra costituita da un palcoscenico a struttura stabile in cemento e a carattere monumentale, aperto ai quattro lati e completamente scoperto. Il boccascena, fiancheggiato da un colonnato classico unito da un'architrave, era delimitato da un'elegante scalea semicircolare. La costruzione fu completata in poco più di 20 giorni. La struttura prese il nome di Teatro Licinium, dal momento che Erba aveva avuto origine dalla colonia Romana Liciniforum, comandata dal console Licinio. L'inaugurazione ufficiale del Teatro fu fissata per sabato 11 agosto 1928, con la rappresentazione de L'Amore dei tre Re, di Sem Benelli. Già negli anni '30 il Licinium aveva raggiunto una fama pari a quella delle grandi arene di Siracusa e di Verona: le grandi adunate di folla potevano suscitare quelle ardenti passioni di cui Mussolini era fautore e la rappresentazione di tragedie classiche in un teatro all'aperto, con l'esaltazione degli eroi, poteva consolidare il rapporto tra popolo e cultura fascista. Per l'estate del 1936 venne scelta Ifigenia in Aulide di Euripide, presentata come un inno all'amor di patria e al sacrificio della vita per essa. Più tardi, lasciate le tragedie greche e i drammi sacri, si apriva una nuova epoca: il Licinium riscoprì il gusto goliardico della rivista fatta in casa, che si proponeva come genere immediato e popolare. I venti di guerra che già soffiavano sull'Europa impedirono l'allestimento di spettacoli durante l'estate del 1939 e, dopo il 10 giugno 1940, l'attività teatrale si arrestò del tutto. Dopo alcuni lavori di ristrutturazione del teatro e del giardino, la riapertura ufficiale del Licinium fu fissata per il 5 agosto 1950, con il Barbiere di Siviglia diretto da Paolo Lo Monaco. Negli anni '20 il teatro all'aperto era stato costruito per richiamare i turisti, ora il Licinium poteva riunire la comunità che la guerra aveva lacerato: cosa meglio del ritorno della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo poteva far breccia nello spirito e nella volontà degli erbesi? Il grande successo della Passione nel 1952 fu testimoniato dalle 26 serate di replica. Alla metà degli anni '50 si aprì un periodo buio nella storia del Licinium, con tre stagioni consecutive senza spettacoli: era la prima vera crisi del Teatro. Airoldi pensò di recuperare generi come la rivista o lo spettacolo musicale, in modo da rinnovare la formula del Licinium, troppo legato ai drammi, alle tragedie e ai testi sacri: il genere che meglio assecondava i suoi propositi era la satira. Airoldi prese spunto dal Miles Gloriosus di Plauto e inserì su quel canovaccio personaggi completamente estranei al testo originale, fra cui Ercole, il dio Pan e le sue ninfe, i “firlinfeu” brianzoli, Giuseppe Parini e le maschere veneziane: nacque così il Capitan Bauscia. Dopo il successo del 1960, Airoldi volle ripetere l'esperimento con La Locandiera di Goldoni: ne scaturì una commedia musicale intitolata La Locandiera in Erba. Per Alberto Airoldi fu una gloriosa uscita di scena. Nei primi anni '60 venne dato molto spazio ai raduni e alle manifestazioni folkloristiche. Il Licinium riaffermava la sua funzione aggregativa, al di là di barriere e confini nazionali. A ridosso degli anni '70, però, alcune sfortunate rappresentazioni segnarono l'inizio di una parabola discendente. Nel 1975, quindi, si cambiò versante e ci si rivolse alla prosa, dai testi contemporanei alle farse di Fo, dai classici greci al Teatro dell'Assurdo. Gli anni che seguirono fecero calare sul Licinium una nuova cortina di oblio fino al 1993, con la nascita dell'Accademia dei Licini. Dalla stagione 2001 il Licinium vede un nuovo modo di fare teatro: non più spettacoli preconfezionati ma produzioni proprie di testi classici, di volta in volta adattati a valorizzare anche il suggestivo contesto naturale. La formula prevede attori professionisti nei ruoli principali e attori locali come comparse. Aggiungendo il personale necessario per la realizzazione dei costumi, delle scenografie e di ogni aspetto dell'allestimento, Erba diventa una città in grado di interagire con la cultura.

Per la stagione 2007, il Licinium ha scelto Sei personaggi in cerca d'autore, uno dei più celebri drammi di Luigi Pirandello, adattato e diretto da Gianlorenzo Brambilla per nove imperdibili week-end d'estate, secondo il seguente calendario: 30 giugno, 6, 7, 13, 14, 20, 21, 27 e 28 luglio. Una scelta innovativa per l’Accademia dei Licini, produttrice dell’evento: è, infatti, la prima volta che viene messa in scena, sul palcoscenico del teatro all'aperto erbese, un'opera pirandelliana, e più in generale è la prima volta che la scelta della rappresentazione cade su un'opera teatrale del '900.


Fonte: Teatro Licinium

 

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