Istituito nel 1994, il Parco Nazionale dell’Aspromonte si estende per circa 77.000 ettari e comprende il territorio di 37 comuni della provincia di Reggio Calabria. L'Aspromonte costituisce l’ultimo tratto delle cosiddette “Alpi Calabresi”, montagne formate da rocce cristalline e quindi con caratteristiche geologiche diverse dall’Appennino vero e proprio. Il toponimo Aspromonte sembra sia riconducibile al termine greco aspròs (bianco), cioè monte bianco, per la neve che nei mesi invernali copre le cime più alte, o per le rocce bianche che spiccano in alcune zone del massiccio. Per altri deriva dal latino mons asper (montagna aspra), e si riferisce alla difficile accessibilità della montagna a causa dell’esistenza di profonde e impervie valli fluviali che dominano il paesaggio. Visto nel suo insieme, l’Aspromonte si presenta come una piramide rocciosa, al centro della quale si trova la cuspide più alta del massiccio, il Montalto o Monte Cocuzzo (1.956m), dalla cui cima si gode un panorama impressionante nella sua spettacolarità, che consente di estendere lo sguardo fino alla costa tirrenica, allo Stretto di Messina, alle Isole Eolie, all’Etna e alla costa ionica. Dal Montalto si diramano diverse dorsali con altre vette di dimensioni inferiori, ma per questo non meno imponenti. Una caratteristica dell’Aspromonte è rappresentata dall’esistenza delle fiumare, corsi d’acqua senza una vera e propria sorgente, nutriti da innumerevoli ruscelli (che incidono i fianchi del massiccio a raggiera) e in certi casi alimentati da impressionati cascate che, come i ruscelli, si formano nelle parti più elevate del massiccio a causa delle precipitazioni meteorologiche, particolarmente frequenti nel periodo invernale-primaverile. Un esempio di straordinaria bellezza è offerto dalle cascate del Maesano, che confluiscono nella fiumara Amendolea. Per la brevità del loro percorso e la forte inclinazione delle montagne, le fiumare hanno una considerevole capacità di erosione e, incidendo profondamente le pendici delle montagne, danno origine a veri e propri canyon, dove l’acqua scorre impetuosamente anche d’estate. Prima di sfociare nel mare, però, i loro letti si allargano significativamente creando ampie superfici, piene di sabbia, ciottoli e ghiaia. Uno spettacolo particolare, inoltre, è offerto dalle numerose “pietre”, grandi conglomerati rocciosi la cui forma originale è il risultato dell’azione dell’acqua e del vento. Famosa è la Valle delle Grandi Pietre, vicino al centro di San Luca, dove spiccano alcuni monoliti con dei profili eccezionali, che hanno dato origine a diverse leggende popolari.
Grazie alla diversità dei suoi ambienti, il Parco Nazionale dell’Aspromonte offre un habitat ideale per un ricchissimo patrimonio floristico. Nella fascia costiera si trovano estese piantagioni di ulivi, aranci, limoni e mandarini. Esclusivamente sul versante ionico, sempre a quote basse, viene coltivato il bergamotto, noto per l’essenza che si ricava dai suoi frutti. Nelle vicinanze di antichi casolari, inoltre, è possibile ancora trovare vecchi esemplari del gelso, che testimoniano la diffusione che fino alla metà del secolo scorso aveva nell’Aspromonte l’allevamento del baco da seta. A bassa quota, le zone non coltivate sono coperte da una vasta e variegata macchia mediterranea. Qui crescono la ginestra, il cisto, la fillirea, il corbezzolo, il lentisco, il mirto, l’erica arborea, il ginepro fenicio e l’euforbia arborea. I corsi delle fiumare sono fiancheggiati dall’ontano nero, dal pioppo nero e dal salicone, mentre nei loro greti crescono l’oleandro e la tamerice. Sul massiccio montuoso i boschi coprono circa 40.000 ettari, arrivando fino alle quote più alte. La foresta sempreverde delle quote basse è dominata dal leccio, ma anche i castagni sono molto diffusi fino ai 1.000 metri. Le quote fino a 1.200 m sono l’habitat preferito dell’acero di monte, del frassino e dell’ontano napoletano. Per via della notevole differenza climatica, i versanti tirrenico e ionico presenta
no due tipi di vegetazione molto diversi tra loro. Sul versante ionico si trovano numerose caducifoglie, che prediligono il clima più fresco e umido delle quote elevate. Fra queste il rovere, la roverella e il farnetto. Ma l’albero forse più caratteristico dell’Aspromonte si trova sul versante tirrenico, a quote comprese tra gli 800 e i 1.700 m. Si tratta del pino laricio, una conifera molto alta (fino a 50m) con una stretta chioma che permette la formazione di foreste fittissime. Le foreste delle quote medio-alte, invece, sono dominate dal faggio. Il clima variegato dell'Aspromonte offre l’ambiente ideale per molte specie di animali. La presenza dei lupi è accertata nella parte centro-orientale del massiccio, dove alcuni esemplari sono giunti probabilmente dalla Sila al seguito di branchi di cinghiali. Un’altra specie a rischio di estinzione è la lontra, che trova il suo habitat preferito nelle principali valli fluviali. Alcune tracce attesterebbero, inoltre, la presenza (non ancora accertata) di un felino rarissimo ed estremamente difficile da avvistare: la lince. Fra i mammiferi carnivori che popolano i boschi del parco ci sono anche il gatto selvatico, il tasso, la volpe, la faina e la donnola. Molto diffuso anche il cinghiale, che batte i querceti alla ricerca di ghiande e rizomi. Come in altre zone boscose italiane, il cinghiale è molto diffuso nel territorio del parco. Preferisce le fitte boscaglie, che gli offrono un buon nascondiglio; nei boschi di querce va alla ricerca di ghiande
e rizomi (cioè fusti di piante erbacee perenni). L’Aspromonte è anche un vero e proprio paradiso per gli ornitologi, che qui possono studiare rari esemplari di “Aquila del Bonelli” e gufo reale, per non parlare di rapaci più comuni come il falco pellegrino, lo sparviero, il gheppio, la poiana, l’allocco e il barbagianni.
Il Parco Nazionale dell'Aspromonte presenta infinite opportunità per realizzare escursioni più o meno impegnative, sia sul versante ionico, sia su quello tirrenico. Bisogna tener presente che l’Aspromonte sta ancora aprendosi al turismo. In alcuni casi, quindi, occorre avere un buon senso dell’orientamento ed aiutarsi con una carta topografica. È superfluo ricordare che gli scarponcini da trekking sono obbligatori. Per orientarsi fra le possibili mete di un'escursione, si suggerisce di consultare il sito ufficiale del parco:
Fonte: Parco Nazionale dell'Aspromonte