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Martedì, 03/10/2023
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Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

parco nazionale abruzzo

 

Alla fine dell’800 sulle montagne d'Abruzzo sopravvivevano gli ultimi orsi marsicani e gli ultimi camosci dell’Appennino. Per fermare lo sterminio e la completa estinzione delle specie, Vittorio Emanuele II° vi istituì una Riserva reale di Caccia che, dopo alcuni anni, fu chiusa a causa degli elevati costi. Il 2 ottobre 1921 la Federazione Pro Montibus et Sylvis di Bologna, guidata dal botanico Romualdo Pirotta e dallo zoologo Alessandro Ghigi, promosse l’istituzione della prima area protetta d’Italia, affittando dal comune di Opi 500 ettari della Costa Camosciara, nucleo iniziale del Parco, situato nell’alta Val Fondillo. Il 25 novembre 1921 con una cerimonia inaugurale, per acclamazione, fu costituito l’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo. Il 9 settembre 1922, per iniziativa di un Direttorio provvisorio, presieduto dal parlamentare locale Erminio Sipari, un’area di 12.000 ettari, dei comuni di Opi, Bisegna, Civitella Alfedena, Gioia dei Marsi, Lecce dei Marsi, Pescasseroli e Villavallelonga, divenne Parco Nazionale. Più tardi lo Stato italiano ne riconobbe per legge l’istituzione. Oggi il Parco, dopo successive integrazioni, comprende un territorio di 50.000 ettari con un’area contigua di circa 80.000 ettari, 25 Comuni e tre regioni: Abruzzo, Lazio e Molise.

Formato da innumerevoli valli e da quattro massicci montuosi la cui altitudine supera i 2000 metri di quota (Monte Marsicano, M.Petroso, M.Greco e M.Meta), il territorio del Parco è fortemente caratterizzato dai passati fenomeni del glacialismo e del carsismo. Le rocce sono di natura calcarea. L’intera area protetta è attraversata dall’alto corso del fiume Sangro. All’interno del Parco troviamo anche alcuni interessanti laghi naturali: Lago Vivo, Lago Pantaniello e alcuni artificiali: Lago di Barrea, Lago di Scanno e Lago della Montagna Spaccata. Montagne e valli selvagge, foreste, praterie, fiumi, torrenti, laghi e un clima relativamente temperato durante tutto l’anno fanno di questo territorio un ambiente ideale per numerose specie vegetali e animali. Visitare il Parco e sentire il fascino della presenza di questi animali, o scoprire i segni del loro recente passaggio anche senza incontrarli direttamente, è sempre un’esperienza meravigliosa che suscita emozioni inconsuete. Una particolarità della fauna del Parco è che essa comprende anche molti dei più rari predatori e in particolare i grossi carnivori scomparsi da gran parte del territorio italiano, che hanno trovato qui uno dei loro estremi rifugi. Nel complesso si contano 66 specie di mammiferi, 230 di uccelli, 52 di rettili, anfibi, pesci e innumerevoli specie di insetti tra cui alcuni importanti endemismi. Il simbolo del Parco è l’orso bruno marsicano. Inconfondibile per le sue dimensioni, è un animale dal comportamento solitario e tranquillo. Prevalentemente onnivoro, si adatta a ciò che offre l’ambiente nelle diverse stagioni: frutta, bacche, erba, insetti, radici, carogne. L’orso vive nelle foreste, ma frequenta anche le praterie di alta quota, al limite del bosco. Non risulta molto semplice l’avvistamento, mentre è sicuramente molto facile incontrare i segni della sua presenza, come le grosse orme, ben evidenti sul fango o sulla neve, oppure le grosse pietre rivoltate per cercare gli insetti. Nessun orso sembra comunque essere così tollerante e pacifico nei confronti dell’uomo come il marsicano. Il secondo posto per importanza spetta al camoscio d’Abruzzo. Presente al Parco con circa 700 esemplari, il camoscio è un erbivoro, prevalentemente legato alle praterie di alta quota, ma d’inverno, quando la neve è abbondante, scende più a valle nel bosco. Quando capita di osservarne qualche esemplare occorre mantenere il più assoluto silenzio per non farlo fuggire. Le corna dell'animale, eccezionalmente sviluppate, il bel mantello invernale e altre caratteristiche meno evidenti, differenziano questo camoscio da tutti gli altri. Altra specie importante è il lupo appenninico, uno degli animali più perseguitati. Vive in piccoli branchi, organizzati gerarchicamente nei boschi del Parco. Carnivoro puro, caccia piccole prede e d’inverno attua una selezione sui grossi erbivori (cervi, caprioli e cinghiali). Il lupo è un’animale difficili da avvistare. Di abitudine prevalentemente notturna, di giorno si rifugia nei luoghi più selvaggi ed inaccessibili. È sempre emozionante sentirli ululare nelle fredde serate invernali. Tante altre specie meriterebbero, da sole, la visita al Parco: il cervo, il capriolo, L’aquila reale, il cinghiale, la volpe, lo scoiattolo e tanti altri mammiferi di piccole dimensioni.

Non è da meno la flora, che annovera in totale circa 2000 specie di piante superiori, senza contare il variegato mondo dei muschi, alghe, funghi e licheni. Nel Parco sono presenti anche vari endemismi, cioè piante che esistono solo in questa zona. Uno di questi è il giaggiolo del Parco (Iris marsica) che cresce solo in alcune località e fiorisce tra maggio e giugno. Un altro endemismo è il Pino nero (Pinus nigra) di Villetta Barrea, una specie relitta che sembra risalire al Terziario. Ma il paesaggio vegetale del Parco è prevalentemente costituito da foreste di faggio che occupano il 60% dell’intera superficie e concorrono a creare un paesaggio ricco di colori che variano al trascorrere delle stagioni. Questi alberi, se potessero parlare, racconterebbero storie lunghe e complesse dense di pesanti interventi da parte degli uomini come tagli, disboscamenti irrazionali, avvenuti sin dalle epoche più remote. Ora le foreste “riposano”, conservate accuratamente, riacquistando il loro originario ruolo di “casa” degli animali e di luogo magico per il relax dell’uomo. Per capire il luogo meraviglioso in cui ci si trova la cosa migliore da fare è curiosare tra i graziosi paesini medievali, le aree faunistiche e i centri di visita (il luogo ideale per ottenere ogni informazione sul Parco). Per fare escursioni sono disponibili 150 sentieri, di varia difficoltà, segnalati e riportati su una carta turistica che è possibile acquistare nei punti informazione del Parco. C'è anche la possibilità di partecipare ad attività di educazione ed interpretazione ambientale durante tutto l’arco dell’anno, per avvicinarsi in modo “dolce” alla natura e alle sue meraviglie, fonti di energia, riflessione e divertimento. Un‘esperienza unica di vita e di lavoro è partecipare al Progetto Arcobaleno, un'iniziativa di volontariato nel Parco: girare per le piccole comunità del territorio, parlare con la gente del posto, apprezzarne gli usi e le tradizioni, comprenderne la cultura può significare scoprire un mondo diverso, dove la natura e gli esseri umani convivono e intrecciano le loro esperienze.

Fonte: Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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