Istituito nel 1979, il Parco Naturale Alta Valsesia si caratterizza come parco alpino per eccellenza, sviluppandosi fino ai 4.559 metri della Punta Gnifetti, sul Monte Rosa, ed è quindi l’area protetta più alta d’Europa. Il suo territorio si estende per circa 6.500 ettari e occupa le testate della Valsesia, Val Sermenza e Val Mastallone, interessando i comuni di Alagna, Rima, Carcoforo, Rimasco, Fobello e Rimella. Gran parte del Parco risulta caratterizzato da una morfologia di tipo glaciale. Infatti i ghiacciai, che hanno costituito per secoli l’elemento predominante della Valsesia formano tuttora uno straordinario e suggestivo fondale nel territorio di Alagna, influenzando, con la loro presenza, l’ecosistema del Parco. La vegetazione è infatti quella propria del piano alpino e subalpino: si passa così dai boschi di larice, alle praterie alpine e, ancora più in alto, alla specie pioniere degli ambienti più estremi. Nelle aree non interessate dai ghiacciai è presente la vegetazione tipica del piano montano, rappresentata da fitti boschi di faggio e abete bianco. La fauna del Parco è l’esempio più immediato di cosa vuol dire proteggere la natura: stambecchi, camosci, marmotte, caprioli, galli forcelli, lepri variabili e non di rado l’aquila reale, rappresentano solo alcune delle specie presenti sul territorio e che si possono osservare durante un’escursione. Alcune specie, come camosci e stambecchi, sono tenute costantemente sotto controllo dal personale di vigilanza, attraverso censimenti stagionali. Si è talora provveduto alla cattura e marchiatura di alcuni esemplari per un controllo sanitario e per uno studio comportamentale. Sono state inoltre predisposte delle apposite schede di rilevamento dell’aquila reale, mediante le quali è possibile studiarne abitudini e spostamenti. Una delle espressioni culturali più significative attraverso cui si esprime l’uomo è certamente la struttura dei suoi insediamenti. Interessanti, al riguardo, sono le visite agli alpeggi, dove l’impiego sapiente dei materiali da costruzione come la pietra e il legno è lo specchio di un corretto rapporto con la natura. Dal punto di vista antropologico merita un accenno il fenomeno di colonizzazione dei territori dell’alta Valsesia da parte delle popolazioni Walser, iniziata a metà del XIII secolo. L’isolamento e le forti connotazioni culturali di queste genti di origine tedesca hanno consentito la sopravvivenza di nuclei culturali con un proprio linguaggio e tradizioni, in particolare ad Alagna, Rima e Rimella. L’apertura del Parco al mondo della scuola offre la possibilità di realizzare concretamente alcuni dei suoi obiettivi fondamentali: lezioni programmate in classe e sul territorio, in collaborazione con gli insegnanti, consentono infatti di utilizzare l’area protetta come un laboratorio naturale per attività interdisciplinari dove l’attività fisica, l’osservazione, la ricerca e lo studio diretto dell’ambiente favoriscono la conoscenza di sé e del proprio rapporto con la natura. Di particolare importanza, sotto questo profilo, appare il “Sentiero glaciologico” (il primo realizzato da un parco italiano) il cui scopo è quello di spiegare l’evoluzione di un ghiacciaio tramite l’osservazione delle forme di erosione e di accumulo, dovute alla sua azione modellatrice, e mediante la visione diretta delle masse glaciali ancora presenti. Il Parco è anche dotato di alcune strutture ricettive quali il Rifugio Vallè a Rima, il Rifugio Massero a Carcoforo e la Casa del Parco in località Brusà a Rima. Aperte nei mesi estivi, queste strutture costituiscono ottime basi per le escursioni in quota. Fra le altre risorse di cui è dotata l’area protetta si segnalano il centro visita all’Alpe Fum Bitz, ad Alagna, dove è stato realizzato un orto botanico, il museo naturalistico a Carcoforo ed il piccolo museo dedicato alla lavorazione del latte in località Roj a Fobello.
Fonte: Parco Alta Valsesia