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Giovedì, 10/10/2024
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Parco Naturale dell'Alta Valsesia

parco alta valsesia

Istituito nel 1979, il Parco Naturale Alta Valsesia si caratterizza come parco alpino per eccellenza, sviluppandosi fino ai 4.559 metri della Punta Gnifetti, sul Monte Rosa, ed è quindi l’area protetta più alta d’Europa. Il suo territorio si estende per circa 6.500 ettari e occupa le testate della Valsesia, Val Sermenza e Val Mastallone, interessando i comuni di Alagna, Rima, Carcoforo, Rimasco, Fobello e Rimella. Gran parte del Parco risulta caratterizzato da una morfologia di tipo glaciale. Infatti i ghiacciai, che hanno costituito per secoli l’elemento predominante della Valsesia formano tuttora uno straordinario e suggestivo fondale nel territorio di Alagna, influenzando, con la loro presenza, l’ecosistema del Parco. La vegetazione è infatti quella propria del piano alpino e subalpino: si passa così dai boschi di larice, alle praterie alpine e, ancora più in alto, alla specie pioniere degli ambienti più estremi. Nelle aree non interessate dai ghiacciai è presente la vegetazione tipica del piano montano, rappresentata da fitti boschi di faggio e abete bianco. La fauna del Parco è l’esempio più immediato di cosa vuol dire proteggere la natura: stambecchi, camosci, marmotte, caprioli, galli forcelli, lepri variabili e non di rado l’aquila reale, rappresentano solo alcune delle specie presenti sul territorio e che si possono osservare durante un’escursione. Alcune specie, come camosci e stambecchi, sono tenute costantemente sotto controllo dal personale di vigilanza, attraverso censimenti stagionali. Si è talora provveduto alla cattura e marchiatura di alcuni esemplari per un controllo sanitario e per uno studio comportamentale. Sono state inoltre predisposte delle apposite schede di rilevamento dell’aquila reale, mediante le quali è possibile studiarne abitudini e spostamenti. Una delle espressioni culturali più significative attraverso cui si esprime l’uomo è certamente la struttura dei suoi insediamenti. Interessanti, al riguardo, sono le visite agli alpeggi, dove l’impiego sapiente dei materiali da costruzione come la pietra e il legno è lo specchio di un corretto rapporto con la natura. Dal punto di vista antropologico merita un accenno il fenomeno di colonizzazione dei territori dell’alta Valsesia da parte delle popolazioni Walser, iniziata a metà del XIII secolo. L’isolamento e le forti connotazioni culturali di queste genti di origine tedesca hanno consentito la sopravvivenza di nuclei culturali con un proprio linguaggio e tradizioni, in particolare ad Alagna, Rima e Rimella. L’apertura del Parco al mondo della scuola offre la possibilità di realizzare concretamente alcuni dei suoi obiettivi fondamentali: lezioni programmate in classe e sul territorio, in collaborazione con gli insegnanti, consentono infatti di utilizzare l’area protetta come un laboratorio naturale per attività interdisciplinari dove l’attività fisica, l’osservazione, la ricerca e lo studio diretto dell’ambiente favoriscono la conoscenza di sé e del proprio rapporto con la natura. Di particolare importanza, sotto questo profilo, appare il “Sentiero glaciologico” (il primo realizzato da un parco italiano) il cui scopo è quello di spiegare l’evoluzione di un ghiacciaio tramite l’osservazione delle forme di erosione e di accumulo, dovute alla sua azione modellatrice, e mediante la visione diretta delle masse glaciali ancora presenti. Il Parco è anche dotato di alcune strutture ricettive quali il Rifugio Vallè a Rima, il Rifugio Massero a Carcoforo e la Casa del Parco in località Brusà a Rima. Aperte nei mesi estivi, queste strutture costituiscono ottime basi per le escursioni in quota. Fra le altre risorse di cui è dotata l’area protetta si segnalano il centro visita all’Alpe Fum Bitz, ad Alagna, dove è stato realizzato un orto botanico, il museo naturalistico a Carcoforo ed il piccolo museo dedicato alla lavorazione del latte in località Roj a Fobello.

Fonte: Parco Alta Valsesia

 

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