Un ampio percorso, con partenza a L'Aquila, si snoda attorno al massiccio del Gran Sasso, riservando eccezionali scorci paesaggistici e numerose opportunità escursionistiche, sia in estate che in inverno. Prima di partire, è certamente consigliabile una passeggiata nel centro di L'Aquila, piccola ma splendida città d'arte abruzzese, con almeno cinque luoghi da visitare: dalla basilica di San Bernardino (la più grande ed elegante chiesa rinascimentale della regione) alla celebre Fontana delle 99 cannelle, con i suoi mascheroni da cui sgorga un acqua di origine tuttora ignota. Dal Forte Spagnolo, che ospita anche il Museo Nazionale d'Abruzzo, all'imponente Duomo settecentesco. Bisogna, invece, uscire dalla cinta muraria per ammirare la vasta basilica romanica di Santa Maria di Collemaggio, con le splendide decorazioni marmoree bianche e rosa della facciata, e la Porta Santa: l'unico luogo fuori Roma cui è attribuita la virtù di procurare l'indulgenza. Nella chiesa riposano le spoglie di Celestino V. Usciti dal capoluogo abruzzese, si imbocca la Statale 80, che taglia i versanti della montagna e, per un primo tratto, si inerpica attraverso una serie di tornanti fino al Passo delle Capannelle. Lungo la salita si tocca il paese di San Vittorino, sorto sulle vestigia dell'antica Amiternum. Qui si incontrano le rovine di un anfiteatro di età augustea, e il complesso di catacombe presso cui fu eretta la chiesa di San Michele. Continuando l'ascesa verso il Parco Nazionale del Gran Sasso, ci si inoltra fra fitti boschi fino a raggiungere Arischia: le mura ciclopiche che qui si ammirano testimoniano un insediamento di epoca protostorica. Dopo soli 8 chilometri di strada bellissima, sospesa fra le cime del massiccio e il fondovalle, si giunge in vista del Passo delle Capannelle, che funge da spartiacque fra la valle del Vomano e quella dell'Aterno. Qui, a 1.300 metri d'altitudine, il paesaggio si apre: le foreste lasciano il posto ai pascoli punteggiati dalle singolari casupole che hanno dato nome al valico. Lo scenario è maestoso in estate, ma ancor più suggestivo in inverno, quando questi prati sono spesso interamente innevati. Dal passo si scende verso la valle del Vomano, lasciandosi sulla sinistra il lago di Campotosto, uno splendido bacino di origini artificiali che rappresenta una delle più ambite mete escursionistiche dell'Appennino. La strada lambisce il laghetto di Provvidenza, altro bacino artificiale collegato a quello di Campotosto. Si attraversano i comuni di Nerito e di Fano Adriano. Quest'ultimo, noto anche come la “perla del Gran Sasso”, si stende a 750 metri d'altitudine, al centro dell'anfiteatro naturale formato dalle più importanti cime del massiccio. Dopo una sosta presso la splendida Parrocchiale di San Pietro (eretta nel Trecento sui resti di un tempio romano), si può effettuare una breve deviazione e percorrere la stradina panoramica che conduce fino alla base del Corno Piccolo, la seconda vetta del massiccio. La strada (circa 16 chilometri) tocca il borgo pittoresco di Pietracamela, composto da singolari casette in pietra munite di ballatoio posteriore, e termina a Prati di Tivo, un vasto declivio erboso di natura morenica, divenuto un'ottima stazione sciistica e utilizzato come base di partenza per escursioni e ascensioni. Tornati sulla Statale 80, si prosegue alla volta di Montorio al Vomano, il cui nucleo medioevale si erge su un'altura dominata dalle rovine di un forte. Da visitare la grande piazza del paese, su cui si affacciano eleganti edifici e la bella chiesa di San Rocco. Dopo Montorio si inizia a percorrere il versante settentrionale del massiccio, mediante la strada provinciale 491. Si incontra quasi subito l'abitato di Tossiccia, dove si cela un piccolo tesoro d'arte medievale: la chiesetta di Sant'Antonio Abate, con le splendide decorazioni del portale firmato da Andrea Lombardo nel 1471. In breve si raggiunge una delle più rinomate località turistiche abruzzesi, Isola del Gran Sasso, proprio ai piedi del maestoso Corno Grande. Il panorama che incornicia il paese si compone di vigneti, frutteti, boschi cui si alternano radure e pascoli. Le nevi perenni non sono lontane, così come le creste rocciose che si stendono dalla vetta del Camicia a quella dell'Arapietra. Prima di lasciare Isola, è consigliabile una visita al centro storico, silenzioso e suggestivo, impreziosito da un castello e da alcune chiese rinascimentali, e all'antico santuario di San Gabriele. Un tortuoso saliscendi conduce attraverso i paesini di Castelli, Colledoro e Bisenti, che offrono spunti paesaggistici non meno affascinanti, fino a Farindola, un borgo aggrappato alle pendici di una collina, nel cuore del parco. Ancora pochi chilometri e si arriva a Campo Imperatore, il vasto altopiano da cui partono le ascensioni verso il Gran Sasso. La vista sulle vallate e sulle vette che dominano la spianata è meravigliosa, soprattutto quando tutto è ammantato di bianco. Non a caso queste pendenze sono ideali per la pratica degli sport invernali, anche grazie a impianti sciistici di ottima qualità. Nella stagione calda, questo è il luogo migliore per abbandonare l'auto e inoltrarsi in uno dei numerosi sentieri che guidano alla scoperta della montagna.