Si era agli inizi del XIII secolo quando i Walser, una popolazione di origine alemanna, spinti da carestie, catastrofi naturali e dall'oppressione feudale, decisero di abbandonare la terra d'origine per cercare, più a sud, nuove terre e nuove patrie. La lunga marcia dei Walser attraverso le Alpi li portò a occupare aree diverse, sempre al di sopra dei mille metri, oggi comprese nei confini di Francia, Svizzera, Austria e Italia. Indissolubile era, infatti, il rapporto fra questa gente e la montagna, così come il loro bisogno di libertà, di autonomia, e l'innato spirito avventuroso. Nel nostro Paese i Walser hanno lasciato molte tracce della loro cultura, evolutasi dalla pastorizia all'agricoltura, fino a diventare boscaioli. Ancora oggi, lungo l'arco alpino, si contano parecchie comunità. Forse il luogo ideale per realizzare un incontro ravvicinato con questa civiltà millenaria è costituito dalla Valsesia, e in particolare dal comprensorio di Alagna: il centro più importante della valle scavata dal fiume Sesia, con le sue gole e le valli secondarie strette fra cime alte ed aspre, ghiacciai fra i più estesi come quelli del Monte Rosa, boschi e pascoli verdeggianti. Ad Alagna, località turistica rinomata, soprattutto fra gli appassionati di sci e sport invernali, è particolarmente evidente l'impronta architettonica dei Walser. Abitate tradizionalmente da più nuclei famigliari con bestiame di proprietà, le case walser erano costruite per ospitare stalla, abitazione e granaio, in sintonia con la filosofia autarchica e indipendente di questa popolazione. Attorno a un nucleo quadrato e sul seminterrato in muratura si sviluppavano, tipicamente, le pareti di tronchi di larice con strati di muschio interposti come isolante. I nuclei abitati erano dotati di forno per pane, di mulini e, spesso, di una chiesetta. La peculiarità delle casa walser di Alagna è data dall'ampio loggiato che circonda l'intero fabbricato, riparato dalle falde molto sporgenti del tetto. Ad Alagna, fra le varie escursioni a piedi, in bici, o le piste da sci che partono dalla storica Capanna Regina Margherita, sul massiccio del Rosa, è d'obbligo anche una visita al Museo Walser, allestito in una suggestiva casa ristrutturata, che propone uno spaccato della storia, dei costumi e dello stile di vita della civiltà Walser. Il museo si incontra fra gli itinerari che toccano le frazioni di Alagna, dove le tracce del passato e della tradizione sono ancor più vivide. Uno di questi percorsi coinvolge le frazioni unite dall'antico toponimo “Unna-hin” (in basso e in dentro): Ponte, Pedemonte, San Nicolao, Ronco e Merletti. Si parte dalla Parrocchiale di Alagna (un'elegante costruzione cinquecentesca arricchita, all'interno, da uno splendido altare dorato). Attraverso un ponte sul Sesia si sale verso il casolare di z'am Taki. Da qui ha inizio un sentiero che risale il fiume, toccando il villaggio di Ponte (z'am Steg) e poi si inoltra fra praterie ampie e suggestive fino a Pedemonte (z'Kantmud). Qui si può visitare il Museo Walser, ammirando la struttura seicentesca che lo ospita. Ancor più antica è la fontana che si nota accanto al museo: le due vasche monolitiche recano le date del 1540 e del 1557. L'attenzione è attratta anche dall'oratorio di San Nicolao, per la sua facciata elegantemente affrescata, realizzata nel 1757. Un sentiero conduce alla frazione di Ronco (Rong), con il suo pittoresco paesaggio di casette digradanti verso valle e ben esposte al sole. Si prosegue alla volta di Ronco Superiore (Oubre Rong), dove si incontrano le costruzioni più antiche di Alagna. Quella più a valle conserva ancora il focolare al centro della cucina. Un esempio altrettanto raro è costituito dallo Stodal-bai, un edificio rurale costruito su due piani: il basamento in pietra ospita la stalla mentre il Blockbau superiore, poggia su “funghi lignei” e ospita il fienile. Tornati a Ronco, si scende lungo la strada carrozzabile per raggiungere i due nuclei uniti di Uterio (Utters huc) e San Nicolao (z'San Miklòs). Notevoli sono, qui, due antichi mulini che sfruttano acque deviate dal Sesia, un tempo usati per macinare grano, segale e orzo coltivati ad alta quota. La ruota è in posizione orizzontale e le pale, scavate nel legno a forma di mezza scodella, permettono al mulino di funzionare anche con una minima portata d'acqua. Un'altra testimonianza risalente al Seicento è offerta dal forno da pane posto all'estremità orientale dell'abitato. Superato San Nicolao, il sentiero si inoltra fra i prati e, dopo il ponte sul sesia, raggiunge la carrozzabile per l'Acqua Bianca. Quindi si sale alle case di Merletti (in d'Mèrlette), dove è possibile ammirare altri edifici che inglobano locali con funzione abitativa e strutture rurali. Un altro itinerario interessante attraversa le frazioni di “Oubna-um” (in alto e in giro): Bonda, Dosso, Piane, Rusa, Goreto, Montella, Casa Prato e Porrazzo. Il punto di partenza è in Piazza Grober, nel centro di Alagna, da cui si imbocca la storica mulattiera che porta al Col d'Olen, attraversando Bonda (in d'Bundu) e addentrandosi in un bosco di latifoglie. Si giunge nei pressi di Dosso, ai margini di una bellissima prateria. Il paesino conserva l'oratorio di Sant'Antonio, con l'arco ogivale datato 1610 e il caratteristico rosone in pietra, un forno da pane, tuttora in uso, e la vasca monolitica di una fontana del 1627. Un sentiero attraversa i prati in leggera salita fino a Piane (fum d'Boudma), a quota 1.380 metri. A San Pietro è dedicata la piccola cappella del villaggio, presso la quale parte un sentiero che taglia la valle dell'Olen e poi si inerpica fino a Rusa (fum d'Rùfinu). Anche questa frazione sfoggia la tipica fontana, il forno e la chiesetta consacrata a San Giovanni. Poco oltre, a Goreto (im Garrài), si ammira la facciata della chiesetta di San Giacomo, affrescata nel 1687. Da Goreto il sentiero attraversa uno splendido bosco di faggi, meta privilegiata dei turisti facoltosi nell'Ottocento. L'itinerario si conclude a Montella (im Adelstodal), su un terrazzo naturale verdeggiante di origine glaciale che presenta un panorama unico su Alagna e sulla vallata.