All'estremità sud-orientale della costa sarda, il promontorio di Capo Carbonara è una lingua di terra che chiude idealmente il bacino del Golfo di Cagliari, fiancheggiato da lunghe spiagge sabbiose a cui si alternano collinette, costoni di granito, spiagge di ciottoli levigati e splendenti, piccole insenature che sembrano nascondersi agli occhi dei diportisti più distratti. Sulla costa si staglia il profilo di una torre spagnola, mentre l'azzurro intenso del mare è interrotto dalla sagoma pietrosa dell'isolotto dei Cavoli, sufficiente ad ospitare il faro. Un paesaggio estremamente vario e mutevole, pronto a regalare scenari surreali e incantevoli a chiunque voglia gettare lo sguardo sotto il pelo dell'acqua. Qui le rocce granitiche formano pinnacoli e bastioni, avvallamenti e spaccature spesso colorati dal giallo delle margherite di mare o dal rosso delle gorgonie. Attorno all'isolotto è facile imbattersi in branchi di barracuda mediterranei alla continua ricerca di prede. Un'immersione presso la secca di Cala Caterina, invece, permette di scoprire un paesaggio sottomarino inconsueto, modellato da vaste frane granitiche e popolato da sciami di cernie e grosse orate. Ma queste acque sono così pure da accogliere un numero straordinario di specie ittiche, dalle aragoste ai delfini, mentre risale a qualche anno fa l'avvistamento della rarissima foca monaca. Tutta l'area attorno all'isolotto dei Cavoli e all'estremità di Capo Carbonara è consigliata ai sub, per la ricchezza di flora e fauna marina. Gli irriducibili del trekking, poi, hanno a disposizione alcuni itinerari a stretto contatto con la natura, che partono dalla spiaggia di Porto Giunco e da Punta Molentis, o attraversano l'isolotto, regno incontrastato degli uccelli acquatici. A ridosso del promontorio, in un'ampia baia naturale, è ricavato il porto turistico di Villasimius, piccolo comune costiero nel cui comprensorio ricade l'Area Marina Protetta di Capo Carbonara, che ha il compito di proteggere l'ambiente marino. In paese abbondano le botteghe artigianali e quelle in cui fanno bella mostra di sé i prodotti tipici della gastronomia locale. Chi non dispone di un'imbarcazione può noleggiarne una presso il porticciolo, e partire alla scoperta della costa in completa libertà. Fra le escursioni in barca c'è l'imbarazzo della scelta: una prima opportunità è offerta dallo spettacolare tratto costiero meridionale, da Villasimius a Cagliari, denso di insenature e calette da sogno. In alternativa si può piegare verso nord-est, risalendo per un tratto la costa orientale della Sardegna, in direzione dell'Isola Serpentara. L'andamento sinuoso del suo fianco orientale fa pensare a un gigantesco serpente di mare affiorante. L'isola può essere circumnavigata, ammirandone ogni scorcio, anche sottomarino. L'unica traccia della presenza umana è la classica torre d'avvistamento spagnola che spicca fra blocchi di granito multicolori. La zona più interessante per le immersioni è quella dei Variglioni, tre scogli granitici simili a collinette semi-sommerse. Facendo sempre rotta verso nord, si costeggia la bella spiaggia di Cala Pira, che non offre punti d'attracco. Si può, tuttavia, gettare l'ancora nella rada lasciandosi cullare dalle onde e dalla luce solare che si riflette sulla sabbia fine e bianchissima, con tenui sfumature rosate, incorniciata da una collina verdeggiante. Verso est, fra dune e architetture granitiche, si scorge la Torre di Cala Pia, da poco restaurata. Poco più a nord si sviluppa la celebre Costa Rei, dove un'altra sosta è necessaria per contemplare i forti contrasti cromatici fra il nitore della spiaggia e il blu del mare, stemperati solo dalle gradazioni turchesi che l'acqua assume lungo la costa. Sullo sfondo rigoglioso della macchia mediterranea si stendono otto chilometri di litorale sabbioso interrotto dal promontorio di Cala Sinzias (ai suoi piedi è distesa la spiaggetta più suggestiva) e da Capo Ferrato, un ammasso di roccia scura di origine vulcanica. L'entroterra è dominato dal Monte dei Sette Fratelli: attorno alla cima, alta poco più di mille metri, si stende un paradiso lussureggiante di lecci, querce da sughero, pini marittimi, corbezzoli, eriche e mirto, dove ogni folata di vento porta i profumi inebrianti del sottobosco. Il bosco del monte, protetto da un parco naturale, è attraversato da sentieri percorribili a piedi o a cavallo. Fra le mete degli itinerari c'è anche l'antica colonia penale agricola di Castiadas, cui si deve una vasta opera di bonifica del territorio. Un breve tratto di costa separa Capo Ferrato da Porto Corallo, dove si può attraccare vicino alla foce del Flumendosa. Sul pianoro creato dai depositi del fiume sorge il paese di Villaputzu, al centro di una zona ricca di testimonianze nuragiche. Qui si stabilirono i Fenici, costruendo l'acropoli fortificata di Sarcapos. Da visitare, nei dintorni, anche i ruderi del castello di Chirra (oggi Quirra), una delle più imponenti strutture militari medievali della Sardegna.