Le coste della Campania offrono un repertorio paesaggistico sempre vario e mutevole, e spunti inesauribili per itinerari da realizzare in barca o in auto, attraverso una costellazione di paesini affacciati su un mare azzurro intenso e limpido. Partendo da Sapri, cittadina storica in provincia di Salerno, al confine con la Basilicata, e seguendo la costa verso nord-ovest, si toccano tutte le località marittime comprese nello straordinario Parco Nazionale del Cilento. Si tratta di una delle più estese aree protette d’Europa, con oltre 180.000 ettari e un comprensorio che racchiude 80 comuni. Questa riserva è stata definita “il parco del faggio e del corallo”, perché abbraccia tutti gli ecosistemi, da quello montano a quello marino. Chi si inoltra nell'entroterra, infatti, passa rapidamente dai fondali incontaminati e multicolori in cui prospera il corallo, ai pianori carsici dei monti Alburni, ammantati da fitte faggete. Prima di lasciare Sapri, è consigliabile una passeggiata sul Lungomare Italia (il più esteso fra Salerno e Reggio Calabria), o nel borgo antico di Marinella fino alla caratteristica piazza Plebiscito, traboccante di locali tipici in cui gustare le specialità cilentane. Risalendo il golfo di Palinuro ci si inoltra subito nelle propaggini lussureggianti del Parco del Cilento, giungendo in breve a Marina di Camerota, splendida località balneare nata come villaggio di pescatori su un pittoresco promontorio cilentano. Antiche torri di avvistamento spuntano qua e la fra gli scogli. Molto più antiche sono, però, le traccie di insediamenti preistorici rinvenute nella Grotta della Cala. Il profumo e il lucore del mare inebriano a tal punto che è difficile resistere alla tentazione di una gita in barca, lungo la celebre Costa degli Infreschi, alla scoperta di piccole insenature sabbiose e grotte tutte da visitare. Oltre che richiamare alla mente le sorgenti di acqua dolce che sgorgano in alcuni punti della costa, e la cristallina trasparenza del mare che la bagna, questo tratto di costa è indissolubilmente associato alla presenza della “primula di Palinuro”, un esile piantina che cresce solo sulle rupi costiere comprese tra Palinuro e Scalea, e fiorisce agli inizi della primavera. Altre rarità sono il garofano delle rupi, che sboccia in estate, e l’iberide florida che fiorisce, invece, dall’autunno alla primavera. Tutte le stagioni sono adatte, quindi, per un'escursione nell'entroterra. Continuando a risalire la costa ci si immerge nel fascino mitologico di Capo Palinuro dove, secondo la leggenda, morì il timoniere di Enea. In verità, questo tratto di scogliera incuteva timore agli antichi naviganti costretti a costeggiarlo, a causa di frequenti naufragi dovuti ai repentini cambiamenti atmosferici. La costa del promontorio, accessibile in barca, appare oggi non dissimile da come la vedevano i navigatori dell'antichità: un susseguirsi spettacolare di anfratti, insenature e falesie vertiginose. Qui si incontrano la Grotta Azzurra, la Cala Fetente, la Baia del Buon Dormire, e l’Arco Naturale, posto a guardia di una meravigliosa spiaggetta. Sempre in barca è possibile raggiungere anche la Grotta dell'Ossa, altro insediamento preistorico di grande interesse. Bellezze naturali e suggestioni storico-mitologiche continuano a sovrapporsi proseguendo verso Marina di Ascea, la comunità posta a ridosso della foce dell'Alento, fondata nel VI secolo a.C. Dai Greci, con il nome di Elea, e ben nota ai Romani che la chiamarono Velia. La bellezza del promontorio oggi conosciuto come “Punta del Telegrafo”, con i suoi numerosi approdi naturali, incantò molti nobili romani che qui edificarono un anfiteatro e una stazione termale, i cui resti si possono tuttora visitare. Fra i comuni di Castellabate e Pollica si snoda la “Costa delle Sirene” con il promontorio di Licosa, che prende nome dalla sirena Leucosia, inabissatasi in queste acque per amore di Ulisse. Una pineta lussureggiante lambisce una serie di calette ciottolose intagliate nella roccia del litorale. Anche in questo tratto abbondano le testimonianze di insediamenti greci e romani, mentre il Museo del Mare di Pioppi restituisce una straordinaria visione del mondo sommerso e delle forme di vita che popolano il mare. Il percorso si conclude sulla costa settentrionale del Parco del Cilento, ad Agropoli. Questa città di origine bizantina, con la sua posizione elevata rispetto al mare, fungeva da roccaforte difensiva a guardia dell'entroterra. Da visitare il castello bizantino di Rocca Cilento e la chiesa barocca di Santa Maria di Costantinopoli. Fuori città, dalla stupenda Baia di Trentova, è possibile percorrere un sentiero panoramico sulla costa. Qui si incontrano, dal lato di terra, vecchie masserie di agricoltori e pastori, e le tracce dei terrazzamenti realizzati da Greci e Romani. Una rigogliosa macchia mediterranea offre sfumature sempre diverse, pronte a fondersi con le luminescenze del mare.