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Lunedì, 25/09/2023
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In barca attorno a Lampedusa

lampedusa

Una distesa allungata di roccia calcarea, quasi completamente piatta, battuta dal vento ma delimitata da una costa alta e ripida a nord, più bassa a sud, dove si aprono spiagge meravigliose. Questa è Lampedusa, la maggiore delle isole Pelagie, più vicina alla Tunisia che alla Sicilia. Lo spettacolo che qui si offre costantemente vede protagonista il mare, con le sue innumerevoli sfumature, dal turchese al blu intenso. Nel mare è racchiuso lo strepitoso patrimonio naturalistico e anche la principale risorsa dell'isola e dei suoi abitanti, pescatori dagli albori del tempo. Non potrebbe essere altrimenti, visto che l'entroterra di Lampedusa si presenta quasi sempre pietroso, arido e assolato, riservando in alcuni casi scenari lunari. L'isola è, a tutti gli effetti, un lembo d'Africa in territorio italiano. Dal punto di vista geologico, infatti, essa fa parte della grande piattaforma africana. È la sua latitudine a garantire un'estate lunga sei mesi, durante la quale ci si può sempre distendere in una delle incantevoli calette incastonate nella costa meridionale, o immergersi alla scoperta del mondo sottomarino. Non serve un'attrezzatura completa da sub per ammirare gli scenari variopinti nascosti sotto il pelo dell'acqua, il microcosmo di creature che testimoniano la purezza delle acque: spugne, stelle marine, bavose sfinge, pavonine dai colori sgargianti, scorfani, lepri e cetrioli di mare. E a fare da sfondo, i tappeti verdeggianti formati dalla posidonia, l'inesauribile fonte di ossigeno del Mediterraneo. Un'immersione più approfondita consente, poi, di muoversi fra coralli e madrepore, alla ricerca di aragoste e pesci pappagallo. Il modo migliore per cogliere lo spirito e le bellezze di Lampedusa è, inutile dirlo, un giro dell'isola in barca. Nel porto dell'unico centro urbano si può approfittare di escursioni guidate a prezzi contenuti. Il tour completo dura circa sette ore. Muovendosi verso ovest, e quindi in senso orario, si attraversa un repertorio cangiante di insenature come Tabaccara, con la sua scogliera dorata che può essere raggiunta solo via mare e che brilla dei riflessi di un mare trasparente e turchino. Battono invece sul verde smeraldo le acque di Cala Croce, che lambiscono due arenili gemelli separati da un promontorio. Poco oltre si apre la leggendaria Spiaggia dei Conigli. Qui l'arenile è una lingua di sabbia chiara, a forma di mezzaluna, delimitata a nord da un'arcigna scarpata, a sud da un mare placido e tropicale. Una nuotata nella “piscina di Dio” (come la definiva Domenico Modugno) è d'obbligo: infatti la spiaggia non può essere raggiunta neppure in barca, essendo compresa in un'area protetta che si stende da Cala Greca al Vallone dell'Aquila. Sarà anche per questo che la rarissima tartaruga Caretta Caretta sceglie regolarmente questo lido (l'unico in Italia) per deporre le sue uova. Appena si giunge a Capo Ponente, l'estremità occidentale di Lampedusa, il paesaggio muta bruscamente: sull'acqua si alza un'alta parete di roccia in cui la forza paziente della marea ha scavato, nel corso dei secoli, tante grotte di forma fantasiosa e bizzarra. In breve si costeggia la Baia della Madonna con Bambino, altro luogo mitico che deve il suo nome alla forma evocativa di uno spuntone di roccia affacciato sul mare. Subito dopo si passa fra gli scogli imponenti del Sacramento, posti a guardia di una grotta particolarmente profonda, e si prosegue alla volta dell'Albero del Sole: il punto più alto dell'isola domina su un faraglione pittoresco ribattezzato “scoglio a vela”. Il faro di Capo Grecale annuncia che si sta per doppiare il promontorio orientale, per iniziare il breve ma intenso itinerario costiero esposto a levante. È in questo tratto che si concentra il maggior numero di insenature che impongono una sosta. Per prime appaiono Cala Calandra, Cala Creta, Cala Pisana e Cala Uccello, frequentatissime dalle imbarcazioni e dai sub attratti dalla varietà della fauna ittica e dalla possibilità di avvistare mante e delfini. Tra Punta Parrino e Punta Sottile si incontra un altro luogo mitico: la Grotta del Teschio Marino. Ci si addentra per circa venti metri nell'antro, muniti di torcia, fino a scoprire una deliziosa spiaggetta. Superata Punta Sottile si torna sulla costa sud, in direzione del paese. A Cala Francese si contempla un'insenatura stretta e profonda, in fondo alla quale è arroccata un'altra spiaggetta fra le più belle, sebbene turbata dai rumori dell'aeroporto. Infine si passa nella zona delle Grottacce, dove i cunicoli scavati dal mare sono particolarmente numerosi, per un'ultima sosta a Cala Maluk. Doppiata Punta Maccaferri, infatti, ci si ritrova nella baia del porto. Dopo il tramonto arriva il momento migliore per una passeggiata nel centro di questa cittadina in espansione, dall'atmosfera vagamente africana. L'animazione si concentra in Via Roma, dove si affacciano i locali più raffinati, aperti fino a notte alta.

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