“Perla dello Ionio” o “Città Bella” (come vorrebbe l'etimologia) , Gallipoli è il centro più importante e suggestivo della costa ionica salentina. La si incontra al centro di uno splendido litorale, distesa su un promontorio, con la parte antica raccolta su un isolotto collegato alla cittadina nuova solo da un ponte. Proprio nei pressi dell'imbocco al ponte, la “fontana greca” (in realtà ellenistica) è un misterioso monumento rinascimentale che dimostra la forte influenza bizantina su Gallipoli e su tutto il Salento. Dal ponte si getta uno sguardo sul porto, brulicante di pescherecci e imbarcazioni da diporto e sul severo castello di origini angioine, con le torri angolari cilindriche e il rivellino proteso nel mare, a guardia dell'isola. La città vecchia è tutta un intrico di case a corte e vicoli tortuosi, evidentemente immutato dal Medioevo, cinto da una riviera panoramica che ricalca il tracciato delle antiche mura. Scorci pittoreschi e mutevoli si aprono passeggiando lungo la riviera. Incantevole quello offerto dalla spiaggia della Purità, che ha fatto da sfondo a film e produzioni televisive. La piccola baia è sovrastata da una fila di case candide che si specchiano in un mare sempre limpido. Al centro la chiesa della Purità, piccolo scrigno d'arte sacra impreziosito da una tela di Luca Giordano. È una delle tantissime chiesette barocche concentrate nel borgo antico. Le decorazioni scenografiche tipiche del Barocco leccese si ritrovano, però, solo nella Cattedrale di Sant'Agata, che all'interno si rivela come una sorta di pinacoteca, fra dipinti di pittori napoletani e pugliesi. Per un bagno nello Ionio, il litorale a sud di Gallipoli si offre nella sua interezza fino al promontorio verdeggiante di Lido Pizzo, con una fitta alternanza di lidi attrezzati e spiagge libere caratterizzate da una sabbia chiara e finissima. Fra i tratti più “gettonati”, per le acque cristalline e la particolare conformazione della costa (scogli a gradoni misti a sabbia) c'è Punta della Suina, incorniciata dalla più tipica vegetazione mediterranea. Da Gallipoli si risale la costa in direzione nord-ovest. Il percorso in auto è garantito dalla litoranea che attraversa le marine di Rivabella e Lido Conchiglie, lambendo spiagge sempre pulite e molto frequentate. Abbondano i ristorantini tipici che offrono svariati piatti a base di pesce. Poi la costa cambia e si fa rocciosa, mentre il mare invita alle immersioni e allo snorkeling. Il profilo alto e severo delle “Quattro Colonne”, torri angolari di una fortezza cinquecentesca che ha perso il suo corpo centrale, annuncia l'ingresso a Santa Maria al Bagno, la prima località costiera del comune di Nardò. Da qui in poi la scogliera è un susseguirsi di insenature e calette dalle forme fantasiose, con alle spalle rilievi bassi coperti da pinete. Fra la vegetazione svettano massicce torri aragonesi costruite attorno alla metà del Cinquecento, per difendere il territorio dalle continue incursioni dei pirati. Una di queste sorge a ridosso di Santa Caterina, località pittoresca e alla moda che in estate brulica di turisti conquistati dalla bellezza del mare e dell'ambiente naturale. Il luogo, del resto, è ben frequentato da secoli. Lo dimostrano le numerosissime ville in stile liberty, decorate con logge, arabeschi e scaloni monumentali, e immerse in giardini secolari che si confondono con la vegetazione spontanea. Fulcro della movida notturna è la “piazzetta” di Santa Caterina, punteggiata dai tavolini dei bar e dei caffè. Il lungomare parte dalla piazza e prosegue oltre il centro abitato, sempre a ridosso di una scogliera che qui presenta scorci particolarmente suggestivi e fondali ricchissimi di flora e fauna ittica. Le tracce dell'uomo svaniscono all'improvviso a ridosso del Parco naturale regionale di Porto Selvaggio: circa mille ettari di macchia mediterranea e pinete lussureggianti che si spingono fin sugli scogli, compresi per intero nel comune di Nardò. Il parco è idealmente delimitato da due torri d'avvistamento che dominano su altrettante baie incantevoli. Dopo un bagno sotto la Torre dell'Alto, gli amanti del trekking possono inerpicarsi sul promontorio, fra arbusti e pini marittimi, fino alla rocca quadrangolare da cui si gode di un panorama impagabile. Proseguendo nel cuore della riserva, si segue l'andamento tormentato del terreno roccioso fino alla stretta insenatura naturale di Porto Selvaggio (acque purissime rese salmastre da una sorgente sotterranea), dove non c'è stacco fra il verde dell'oasi e l'azzurro intenso del mare. La cala è raggiungibile anche dalla litoranea che passa ai margini della riserva, ma bisogna sempre “guadagnarsela” con una ripida discesa a piedi. La pineta termina poco più avanti, al cospetto delle alte scogliere rocciose di Torre Uluzzo.