È il più lungo tratto di costa italiano privo di insediamenti umani. Quaranta chilometri di falesie carsiche alternate a spiagge da sogno: scenari modellati solo dal mare e dal vento e incorniciati da una vegetazione selvaggia quanto quella dell'entroterra. Questo è il Golfo di Orosei, l'ampia rientranza nel profilo della costa orientale sarda. Il paesaggio non è più mutato, verrebbe da dire, dal Cenozoico (30 milioni di anni fa) quando ebbero luogo gli eventi geologici che portarono alla formazione del grande massiccio del Gennargentu e i rilievi circostanti della Barbagia e dei Supramonti. Le estreme propaggini di queste montagne si gettano nel golfo con pareti verticali di roccia calcarea in cui i corsi d'acqua, sotterranei e non, hanno scavato un'infinità di cunicoli, canyon e grotte che si aprono nella costa o appena sopra il pelo dell'acqua. Come la celebre Grotta del Bue Marino che si incontra appena a sud del paesino di Cala Gonone, frazione di Dorgali: dal mare si contemplano gli ingressi dell'antro che, fino alla fine del XX secolo, ospitava gli ultimi esemplari di foca monaca, ma la grotta si sviluppa nell'entroterra per circa cinque chilometri e non è ancora stata esplorata per intero. L'assenza di strade litoranee e la conformazione stessa della costa (alcune delle calette più belle sono inaccessibili da terra) rende necessaria l'esplorazione del golfo via mare, da compiere eventualmente con le imbarcazioni noleggiabili a Cala Gonone, oppure con l'ausilio delle escursioni organizzate con partenza dai porticcioli di Marina di Orosei (a nord), Santa Maria Navarrese e Arbatax (a sud del golfo). A meno di non volersi guadagnare lo sbocco al mare attraverso un percorso di trekking molto tecnico, nel Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu, seguendo le “codule”, ovvero i tipici canaloni scavati dalle fiumare nella roccia. Salpando dal porto di Arbatax, invece, si può risalire con comodo la costa, gettando l'ancora ogni volta che le suggestioni del mare e del paesaggio costiero lo richiedano. Una prima sosta si può fare al largo della spiaggia di Forrola, nel comune di Baunei, lasciandosi ipnotizzare dai riflessi caleidoscopici della luce solare sui sassi levigati del fondale, attraverso un'acqua assolutamente cristallina. Superato il Capo di Monte Santo e i pinnacoli della Pedra Longa si apre il Golfo di Orosei, e la prima sosta obbligata è la meravigliosa Cala Goloritzè: un monumento di roccia a picco sul mare, che qui assume tonalità vicine al turchese per via di alcune sorgenti sotterranee. Sulla spiaggia di sassolini bianchi incombe la guglia di Punta Caroddi, severa palestra per arrampicatori con i suoi 140 metri d'altezza. L'insenatura è uno degli scorci più fotografati di tutta la Sardegna. Poco più a nord si aprono Cala Mariolu e Cala Biriola, angoli appartati perché inaccessibili da terra. Poi è la volta della candida Cala Sisine, pure protetta da imponenti contrafforti rocciosi, e della splendida Cala Luna, punto di attracco prediletto dai turisti. Qui, in alta stagione, l'affollamento può essere notevole, ma per gran parte dell'anno si apprezzano a pieno le tonalità calde della sabbia, i riflessi del mare color smeraldo, le architetture naturali delle falesie ricoperte da una fitta vegetazione arbustiva e bucate da una serie di grottoni che si aprono proprio sulla riva. Lasciata a malincuore Cala Luna si prosegue alla volta della Grotta del bue Marino. Per visitarla si percorrono le passerelle in legno aggrappate alle pareti. La grotta doveva essere un luogo di culto in età neolitica, stando ad alcuni graffiti che raffigurano figura umane danzanti. Attraverso scenografici intrecci di stalattiti e stalagmiti si arriva al grande lago salato dell'interno e al “salone” delimitato da una spiaggia dove le foche si ritiravano per partorire. A Cala Gonone si fa scalo per riposarsi e fare incetta di prodotti tipici, primo fra tutti il leggendario vino rosso Cannonau (eccellente la produzione nell'area di Dorgali). Proseguendo lungo la costa settentrionale del golfo si incontra la Grotta di Ispinigoli, un vertiginoso inghiottitoio attraversato verticalmente da una stalattite di 38 metri. La colonna fu certamente venerata dai fenici e il rinvenimento di resti ossei di giovani donne proverebbe la pratica di sacrifici umani. Intanto la costa si abbassa gradualmente, al pari dei rilievi dell'interno. Dopo la bella Cala Cartoe, che si distingue
per l'azzurro intenso del mare, si costeggiano le lunghe spiagge della Marina di Orosei e di Sas Linnas Siccas. Il golfo terminerebbe in corrispondenza della Punta Nera, ma è sicuramente consigliabile proseguire fino all'incantevole Cala Ginepro (sabbia bianca e finissima e scenario tropicale) e alle vicine spiaggette di Bidderosa, protette da una riserva naturale. In quest'ultimo angolo di paradiso la sabbia assume sfumature argentee, in contrasto con le rocce rossastre affioranti presso la riva e con il verde intenso dei pini e dei ginepri sullo sfondo. Gli aromi della macchia mediterranea, del mirto e del giglio selvatico rivaleggiano per intensità con il profumo del mare.