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Venerdì, 13/09/2024
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La Franciacorta e le Torbiere del Sebino

Dichiarate “zona umida d'interesse internazionale” dalla convenzione di Ramsar (1971), le Torbiere del Sebino caratterizzano il territorio a sud del Lago d'Iseo, nel cuore della Franciacorta. Una riserva naturale protegge le “lame” e le “lamette”, ovvero i piccoli laghi e gli stagni formatisi nelle vecchie cave di torba, un combustibile povero ma ricco di umidità. Interrotte da oltre mezzo secolo le  attività di escavazione, l'acqua sorgiva ha gradualmente riempito le buche, formando zone umide destinate a diventare l'habitat ideale per una straordinaria varieta di pesci e uccelli acquatici. Gli appassionati di bird-watching frequentano assiduamente la riserva armati di binocolo, con la concreta prospettiva di avvistare aironi rossi, gabbiani, nitticore, martin pescatori, folaghe, germani reali, cuculi e pendolini (solo per fare qualche esempio). Il fascino delle Torbiere, con la loro lussureggiante vegetazione palustre, si prova in particolar modo in autunno, mentre in primavera e in inverno compare l'avifauna migratoria. Anche le nevicate offrono paesaggi meravigliosi. La flora e la fauna delle Torbiere non costituiscono, tuttavia, l'unico motivo d'interesse di questo itinerario adatto a tutti i cicloamatori e alle comuni biciclette: un percorso ad anello con partenza e arrivo nell'abitato di Timoline, nel comune di Corte Franca, raggiungibile dall'autostrada A4 (uscita per Rovato). Dalla chiesetta di Timoline si imbocca la strada per Provaglio d'Iseo, ammirando il panorama dominato dal profilo del grande monastero di San Pietro in Lamosa. L'edificio, una delle sedi più antiche dell'ordine cluniacense in Italia, sorge infatti su un'altura che fa parte dell'anfiteatro morenico del Sebino. La costruzione della chiesa risale al secolo XI e nonostante parecchi rifacimenti, succedutisi fino al XVI secolo, l'aspetto romanico prevale tuttora negli esterni. Un recente restauro ha consentito, fra l'altro, di recuperare i numerosi affreschi che decorano la chiesa e il convento. Per giungere presso il monastero bisogna superare un passaggio a livello, svoltare a sinistra a un primo incrocio e ancora a sinistra al secondo. Sostando sulla sommità dell'altura si gode di uno splendido panorama che spazia sull'area delle Torbiere. Si torna a pedalare sulla vecchia strada provinciale del Sebino, passando sotto il ponte della ferrovia e piegando subito dopo a sinistra per entrare nelle Torbiere. Da questo punto ci si può inoltrare in uno dei tanti percorsi che attraversano la Riserva, avendo cura di smontare dalla bicicletta nei tratti in cui la segnaletica impone di procedere a piedi. Tornati sulla “Via Sebina” si fa rotta verso Iseo. La strada offre nuovi scorci sulle Torbiere, che si stendono sulla destra. In breve si entra nel paese che dà il nome al lago e che vanta parecchi luoghi interessanti. Il centro storico affascina per l’eleganza  delle strade e dei palazzi. Ne sono esempi il quattrocentesco Palazzo dell'Arsenale e il Palazzo dei Grani, che ospita il municipio. La bella piazza principale è dedicata a Giuseppe Garibaldi: la sua statua svetta su una fontana. Da vedere la Pieve di Sant'Andrea, che conserva l'aspetto originario del XII secolo, con il suo massiccio campanile romanico in pietra a vista. Sulla destra si nota lo splendido mausoleo trecentesco di Giacomo Oldofredi, esponente di spicco di una nobile famiglia bresciana. Il Castello degli Oldofredi è arroccato su una collinetta ai margini dell'abitato. Nel 1161 questa importante struttura militare, posta a difesa della regione, fu incendiata da Federico Barbarossa, ma tornò a vivere grazie alla ristrutturazione del Trecento. Lasciato Iseo si percorre la riviera meridionale del Lago d'Iseo fino a raggiungere un bivio. Svoltando a destra si raggiunge Clusane per ammirare il celebre Castello del Carmagnola, pure appartenuto agli Oldofredi e trasformatosi, nel Quattrocento, in una elegante residenza signorile. Prendendo a destra si raggiunge, invece, il paesino di Cremignane. Superata una curva a destra si piega a sinistra proseguendo sullo sterrato, in un ambiente affascinante in cui si aprono molti specchi d'acqua. Giunti presso un cartello che segnala l'inizio della Riserva si svolta a destra e, al successivo bivio, a sinistra. Passando fra i vigneti rigogliosi da cui nasce l'ottimo vino della Franciacorta ci si ricollega alla strada asfaltata e si fa ritorno a Timoline.

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