La Riserva Naturale del Padule di Fucecchio si stende per circa 230 ettari fra le province di Pistoia e Firenze, in un'area occupata anticamente da una vasta palude che occupava una parte della Valdinievole. Oggi il Padule è un'area protetta di grande interesse naturalistico e paesaggistico, compresa fra i comuni di Fucecchio, Larciano e Ponte Buggianese, caratterizzata da una zona paludosa alimentata da corsi d'acqua che scendono dall'Appennino Pistoiese, con un emissario (il canale Usciana) che scorre parallelo all'Arno. La vicinanza di altre aree di pregio ambientale, come il Montalbano, le colline delle Cerbaie e il Laghetto di Sibolla, aumentano le attrattive di quest'oasi attrezzata per le visite e dotata di un osservatorio faunistico impiantato in uno dei caratteristici casotti della zona. Grazie anche a un'attenta opera di manutenzione ambientale, il Padule di Fucecchio rappresenta una meta eccellente per escursioni a piedi o in bici, in tutte le stagioni. Le sue attrattive, d'altro canto, non sono solo legate alle peculiarità ambientali. Questo territorio, storicamente compreso nei possedimenti della famiglia Medici, e successivamente dei Lorena, presenta un'antica rete di canali e porti che si sviluppa attorno allo storico ponte mediceo di Cappiano, situato sulla leggendaria via Francigena. Testimonianze dell'intervento umano sono anche gli antichi essiccatoi del tabacco e la Fattoria del Capannone, che costituiva uno degli approdi più importanti per la Valdinievole. Grazie alla perizia di alcuni artigiani, qui è ancora praticata la lavorazione delle erbe palustri, una forma di artigianato tipica di questa terra. Una storia più tragica e recente, poi, è raccontata dalle lapidi che si incontrano lungo gli argini dei canali o sulle pareti dei casotti, a ricordo della strage perpetrata dai nazisti nell'agosto del 1944. Le caratteristiche ambientali del Padule, posto al confine fra clima mediterraneo e continentale, spiega la presenza di specie floreali adatte a climi diversi. Accanto a piante tipiche di ambienti caldo-umidi, come la Felce reale o il Morso di rana, si incontrano muschi da climi freddi, giunti fin qui con le glaciazioni. Di tanto in tanto, le vaste distese di canneti lasciano spazio a grandi Ninfee bianche e gialle, e a specie che sopravvivono solo in questi luoghi, come l'Erba vescica (una pianta carnivora di palude) o l'Erba pesce (una piccola felce natante). Ricchissima la fauna, caratterizzata in primo luogo da una moltitudine di uccelli migratori che fanno tappa obbligata in questa zona umida, nei loro spostamenti spostamenti fra la costa tirrenica e l'entroterra. Nel corso dell'anno è possibile osservare ben 190 specie avicole, 70 delle quali nidificano nel Padule. Ben quattro varietà di airone danno vita alla più grande colonia di nidificazione dell'Italia centromeridionale. La ricca flora del territorio offre inoltre rifugio a un migliaio di specie di coleotteri e a mammiferi come il Topolino delle risaie, il più piccolo roditore d'Europa. Fra gli itinerari percorribili a piedi, lungo i tracciati segnalati all'interno dell'oasi, si segnala quello delle “Morette”, che consente di apprezzare tutte le peculiarità paesaggistiche e naturalistiche del Padule, ed è particolarmente adatto agli appassionati di birdwatching. Il punto di partenza per la visita all'oasi è posto presso il Centro Visite di Castelmartini dove è anche possibile visitare un'accurata mostra fotografica su flora e fauna locale, gli acquari con le specie ittiche che popolano la zona paludosa e i canali, oltre a pregevoli manufatti realizzati con le erbe palustri. Seguendo le indicazioni per la riserva naturale, si percorre in auto una bella strada panoramica che porta all'antico porto delle Morette, dove è opportuno parcheggiare prima di oltrepassare il ponte sul canale del Terzo. Oltre il ponte inizia l'itinerario a piedi nel bacino palustre. Immerso in un pioppeto, il Casotto del Criachi mostra la lapide che ricorda le vittime dei nazisti. Seguendo l'argine del canale verso nord, ci si addentra nella Riserva delle Morette, dove gli interventi di gestione e ripristino ambientale realizzati dalla Provincia di Pistoia hanno ricreato condizioni ideali per la sosta e la nidificazione di numerosissime specie avicole. Una passeggiata breve ma gratificante conduce al Casotto Verde (noto anche come “Casotto del Biagiotti”), che è stato trasformato in un eccellente osservatorio faunistico: attraverso le feritoie schermate, si possono osservare le evoluzioni degli uccelli sulle acque libere e attorno ai canneti che delimitano e proteggono questi bacini. Il periodo migliore per la visita è quello primaverile, da marzo alla prima metà di giugno. In estate è consigliabile muoversi all'alba o al tramonto, evitando le ore più calde della giornata.