Assisi e il suo storico monte, il Subasio, luogo francescano per eccellenza, sono compresi in una zona protetta che spicca per il suo valore ambientale, storico e religioso. Nel Parco Regionale del Subasio ricade, infatti, il centro storico della città di san Francesco, ma anche splendide cittadine come Spello, Nocera Umbra e Valtopina. Le pendici basse del monte sono ricoperte da uliveti pregiati e rigogliosi. Salendo, la vegetazione arborea si arricchisce in breve di cerri, roverelle, carpini neri, aceri, faggi e lecci. Superata la zona boschiva, poi, la sommità del Subasio è “calva” e si apre ad ampi prati e pascoli contraddistinti da evidenti manifestazioni carsiche. In via di ripopolamento la fauna del parco, che oggi accoglie gatti selvatici, cinghiali e piccoli mammiferi predatori come volpi, donnole e faine. Fra i rapaci sono diffusi soprattutto la poiana, l’astore e l’assiolo. Le strade che attraversano il parco sono le stesse che collegano i centri storici di Assisi, Spello, Nocera e Valtopina con i centri minori posti in altura. La sede del parco, in località Ca' Piombino, è raggiungibile da Assisi attraverso la Statale 444, che prosegue alla volta di Spello attraversando Armenzano, un suggestivo borgo fortificato delimitato da mura perfettamente circolari, San Giovanni e Collepino (un'altra cittadella fortificata). Questa importante via di collegamento consente ai visitatori di raggiungere anche il Santuario di Madonna della Spella (sul versante di Spello) e l’Eremo delle Carceri, l’Abbazia di San Benedetto e i prati sommitali degli Stazzi (sul versante di Assisi). Dalle strade asfaltate si diramano numerosi sentieri, percorribili a piedi, in bici o a cavallo, che attraversano le località più pittoresche del Subasio e si snodano fino alla cima del monte, a circa 1.290 metri d'altitudine. Uno dei percorsi più interessanti può essere intrapreso imboccando il sentiero n. 54, che collega l'Abbazia di San Benedetto con il Lago della Spella, di origine carsica, tagliando la rigogliosa lecceta di Sasso Rosso. Il dislivello moderato (circa 260 metri in salita), e il riparo offerto costantemente dai boschi rendono questo percorso adatto a ogni categoria di escursionisti, anche nei mesi più caldi. Venendo da Assisi, l'Abbazia di San Benedetto si raggiunge in auto attraverso la “panoramica” del Monte Subasio. Circondato da un fitto bosco, questo luogo di raccoglimento ha una storia millenaria da raccontare: costruito nel secolo XI, l'edificio fu in parte distrutto durante la lotta tra Assisi e Perugia, e solo nel Seicento fu restaurato. Del monastero restano oggi in piedi le rovine e le mura esterne, l'abside semicircolare, la cripta a otto colonne in pietra e un'altra cripta più antica, detta “Triastila” perché poggia su tre colonne. Lasciata l'Abbazia si imbocca la provinciale 251 e, dopo circa 700 metri, si incontra l'imbocco del sentiero 54 in corrispondenza di una curva. Il primo tratto di cammino si snoda in un bosco misto con carpino nero, acero d’Ungheria e orniello. Il tracciato conduce in località Sasso Rosso, dove sono particolarmente evidenti gli affioramenti di calcare massiccio su cui è distesa una foresta di lecci. Fra le rocce proliferano anche molte specie di arbusti come il ginepro rosso, l’ilatro comune, il pero corvino, la ginestra genovese e il lino delle fate. Da qui si può compiere una breve deviazione per raggiungere una piccola grotta, che si apre nel fianco meridionale dello sperone roccioso, e i resti del Castello di Sasso Rosso dove, secondo la tradizione, fu ospitata Santa Chiara. Tornati sul tracciato si prosegue fino a un incrocio, dove si imbocca il sentiero 56, scendendo in una boscaglia di pini neri e querce, territorio prediletto di scoiattoli e ghiandaie. Più avanti la strada torna a salire e tocca il paesino abbandonato di Gabbiano Vecchio. Fra i ruderi delle abitazioni spicca la caratteristica chiesetta di Sant'Antonio. Si incontra, poi, la sterrata che sale da Fonte Sermattei e la si percorre in direzione dell'antica cava di Gabbiano. Il sentiero si restringe presso il Fosso Renaro, una tipica cavità naturale chiusa da pareti strette ripide. Qui si incrocia il sentiero 50, che da Fonte Bregno porta a Spello. Proseguendo sul tracciato 56, invece, si arriva al Lago della Spella. Si tratta di un piccolo specchio d'acqua che, però, riveste una grande importanza per parecchie specie animali tra cui i cinghiali, che qui possono dissetarsi. Il sentiero termina poco oltre, ricongiungendosi alla Statale del Subasio, ma l'escursione può essere prolungata imboccando uno dei sentieri non segnalati che si inerpicano fino al Monte Pietrolungo o alla Croce di Gomma, a poco meno di 1.000 metri d'altitudine.