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Lunedì, 02/12/2024
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Lucera e i borghi dell'Appennino Dauno

lucera - fortezza svevo-angioina

Adagiata su tre colli a pochi chilometri da Foggia, Lucera è una città d'arte dal passato glorioso. Il suo periodo aureo comincia in epoca romana, quando il centro si arricchì di templi, terme e di un grande Anfiteatro (uno dei migliori esempi dell'età augustea), oggi ristrutturato per accogliere manifestazioni culturali e spettacoli. La seconda stagione di prosperità coincide con la dominazione sveva, nel Duecento: l'imperatore Federico II decise infatti di costruire sul colle più alto una poderosa roccaforte con 24 torri, per isolarvi una colonia di 20.000 saraceni. Più tardi, sotto gli angioini, la fortezza fu cinta da mura che tuttora resistono sulla collina assieme alle torri cilindriche angolari, fra pinete, coltivi e distese di grano. Uno scenario di straordinaria suggestione, come quello del centro storico cittadino nel quale, non per caso, sono stati girati film come Le vie del Signore sono finite, con Massimo Troisi. Al Trecento risalgono la basilica di San Francesco (all'ingresso in città da ovest), che conserva affreschi coevi, la chiesa di San Domenico e la Cattedrale in Piazza Duomo. Quest'ultima si presenta intatta, con la semplice facciata cuspidata e il campanile quadrato, e custodisce interessanti opere scultoree. Dopo un giro in centro, utile anche ad assaggiare gli ottimi vini Doc prodotti in loco, si imbocca la strada che si inoltra a sud fra le colline, alla volta di Troia. Le distese sterminate del “Granaio d'Italia” regalano il senso dell'infinito e, al tempo stesso, della propria piccolezza. Fiore all'occhiello di Troia, un paese di circa 10.000 abitanti alle estreme propaggini dell'Appennino Dauno, è la celebre Cattedrale romanico-pugliese eretta fra XI e XII secolo. In basso, sulla facciata e sui fianchi, si sviluppa una semplice sequenza di archi alti e stretti; in alto, entro un'arcata retta da leoni stilifori, è incastonato un meraviglioso quanto originale rosone a undici raggi, in tutto simile a un finissimo merletto. Al XII secolo risalgono anche i battenti bronzei del portale centrale (raffigurano storie di santi e dei vescovi di Troia) e di quello sul fianco destro, opera di Oderisio da Benevento. Visioni suggestive si offrono anche all'interno della chiesa. Infatti la navata centrale è coperta da capriate e delimitata da tredici colonne (simboleggiano Gesù e gli apostoli) con capitelli finemente scolpiti, mentre la piccola abside è illuminata da un grande rosone. Nell'ex Seminario vescovile è esposto il Tesoro della Cattedrale: fra preziosi paramenti e arredi sacri spiccano le pergamene con gli Exultet del XII secolo. Per le vie del centro si ammirano interessanti palazzi gentilizi e la chiesa protoromanica di San Basilio Magno, costruita con certezza prima del Mille. Procedendo ancora verso sud, a 640 metri di quota si incontra Orsara di Puglia. Circondato da fitti boschi che un tempo dovevano essere popolati da orsi, questo paesino sta diventando una meta turistica ricercata per la bellezza dell'ambiente, la purezza dell'aria e la presenza di enoteche e ristoranti che offrono i migliori piatti della tradizione locale, arricchiti dalla fantasia di chef d'eccezione. Per questo il borgo è entrato recentemente nel circuito delle Città Slow. Passeggiando fra i vicoli del minuscolo centro storico si scoprono antichi forni a paglia, la grotta basiliana di San Michele (ai margini dell'abitato), la bella chiesa dell'Annunziata e la medievale Abbazia di Sant'Angelo. Chi visita Orsara in estate, poi, non può mancare l'appuntamento con “Orsara Jazz”, festival che ospita musicisti di spicco della scena internazionale. Lasciato il borgo si punta a est, mettendosi alle spalle i rilievi appenninici. Per mezzo della provinciale 110 si arriva a Ordona, per una digressione storica fra le rovine di Herdonia: un insediamento dei Dauni passato ai romani, sviluppatosi in un'area tuttora libera da insediamenti umani. Dagli scavi sono emersi i resti di un tempio, dell'anfiteatro, del macellum, di una via romana che mostra ancora i solchi lasciati dai carri. Ma lo scenario più suggestivo è dato dalla piana disseminata da grossi capitelli che un tempo sostenevano la Basilica, centro della vita cittadina. L'ultima tappa dell'itinerario può essere raggiunta imboccando la Statale 655 in direzione sud: è Ascoli Satriano, altro centro di antichissime origini affacciato sul Tavoliere da una collina, oggi divenuta Parco Archeologico. Questa sorta di museo a cielo aperto comprende testimonianze che, ordinate cronologicamente, spaziano da una necropoli del V secolo a.C. a una villa romana tardo-imperiale, comprendendo fra l'altro il ponte romano sul Carapelle (tuttora percorribile) nei pressi del quale avvenne probabilmente lo scontro fra i Romani e l'esercito di Pirro. Per non dire delle “fontane romane” in funzione fino all'inizio del XX secolo, quando fu realizzato l'Acquedotto Pugliese. Da vedere l'imponente castello normanno del XII secolo (poi divenuto Palazzo Ducale), costruito proprio al margine dell'altura, e tutto il centro storico che si sviluppa per tre lati attorno all'edificio. Caratteristiche sono le case a due livelli con un piano seminterrato e quello superiore cui si accede mediante una scala e un ballatoio esterni.

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