Il giallo dei cedri e il rosso del peperoncino accompagnano l'itinerario costiero lungo l'alto Tirreno calabrese. Comunemente indicato come Riviera dei Cedri per la crescita rigogliosa del più pregiato fra gli agrumi (una gradita presenza nei dolci tipici della zona), questo tratto di costa calabrese attrae per l'azzurro intenso del mare e per il continuo alternarsi di spiagge bianchissime e ripide scogliere che appaiono come le estreme propaggini dei massicci montuosi che si stagliano nell'entroterra: il Pollino con il suo enorme polmone verde e, in parte, la Sila. C'è davvero l'imbarazzo della scelta fra le suggestioni di un Tirreno limpido e cristallino, caratterizzato da fondali ricchissimi e da un susseguirsi di grotte sommerse da esplorare, e il richiamo della montagna a due passi dal mare: una vasta gamma di sentieri permette infatti di passare in breve tempo dal litorale al regno del pino loricato e del lupo appenninico. Il percorso lungo la costa è segnato, per gli automobilisti, dalla Statale 18. Un buon punto di partenza è costituito da Cirella: è nota la frequentazione dei suoi lidi già da parte dei Greci e dei Romani. Le rovine del borgo medievale, distrutto da Napolenone nel 1806, si stagliano sulla sommità di un promontorio che domina il mare e il vicino isolotto al centro del quale resiste una torre di avvistamento posta a guardia delle incursioni saracene. La scogliera che circonda l'isola è un punto di riferimento eccellente per le immersioni e per lo snorkeling. Cirella Vecchia, abbandonata a se stessa, ha il fascino dei borghi abbandonati, con i ruderi del castello, della chiesa che conserva tracce di affreschi del Quattrocento, e di un convento. Facendo rotta verso sud si incontra subito Diamante. Non è chiaro se il nome del paese derivi dalle acque trasparenti del torrente Corvino, che qui incontra il Tirreno, o dalla bellezza dei suoi panorami. Circa trent'anni fa, artisti provenienti da ogni parte hanno fatto di Diamante la capitale dei murales: 150 opere adornano le pareti delle casupole del centro storico, fra vicoli e stradine scalinate. Ma Diamante è anche la sede dell’Accademia Nazionale del Peperoncino. L'aroma e l'energia del simbolo gastronomico calabrese si ritrovano nella cucina locale, straordinariamente ricca, in abbinamenti insospettabili con il cioccolato e con la grappa. Per stemperare gli ardori, l'ideale è immergersi nel mare che bagna la caratteristica spiaggia a forma di mezzaluna. Dodici chilometri più a sud si trova Belvedere Marittimo. In effetti, dall'alto del castello fatto costruire da Ruggero il Normanno, la vista sul mare è splendida. Lo sviluppo turistico, evidente nell'espansione della marina, sta in parte rimpiazzando le tradizionali attività di lavorazione dei cedri. Si prosegue assecondando i capricci della costa rocciosa, sempre più alta e frastagliata, fino a un altro maniero di antiche origini. Il profilo del “Castello del Principe” di Sangineto, con le sue massicce torri cilindriche che in parte conservano la merlatura, si apprezza bene dal Lido delle Crete. Si prosegue sulla strada che ora lambisce la Scogliera dei Rizzi, uno dei tratti costieri più incantevoli della regione. Un faraglione calcareo, staccatosi dalla costa in epoca remota, si lascia cullare dalle onde a due passi dalla battigia. La sosta è d'obbligo a Cetraro, il “paese dei cedri”. Una passeggiata nel centro storico svela piccole gemme come la chiesa barocca di San Benedetto o quella gotica del Ritiro, mentre dalla marina partono gite in barca alle grotte delle Colonne e dei Rizzi. Poco più a sud si incontra Guardia Piemontese, il cui nucleo antico è altrettanto interessante ma ha una storia tragica da raccontare: in paese si insediò infatti una comunità valdese che, nel 1561, fu oggetto di una drastica repressione da parte dell'Inquisizione. Secondo la tradizione, il sangue delle vittime si riversò dal castello fino alla porta del paese, da allora nota come “porta del sangue”. Ben più rassicurante è l'azzurro del mare: qui è consigliabile un'immersione nei paraggi dello Scoglio della Regina. Passando per il piccolo borgo peschereccio di Marina di Fuscaldo si raggiunge Paola, il centro più importante della riviera. La costa diventa sabbiosa e uniforme, ed è meta privilegiata dei vacanzieri in cerca di comodità. Paola dista un paio di chilometri dalla sua marina, ma vale la pena di effettuare questa breve deviazione. Gli amanti dell'arte possono puntare sulle chiese del pittoresco centro storico, sui ruderi del castello aragonese, sulla chiesa di Sotterra in contrada Gaudimare (impreziosita da pitture bizantine) e, naturalmente, sul santuario di San Francesco che accoglie le reliquie del santo di Paola. Nell'ultimo tratto costiero si incontra lo spettacolare belvedere di Fiumefreddo Bruzio: dall'alto della Torretta, a 220 metri sul mare, lo sguardo abbraccia il Tirreno da Capo Vaticano a Capo Palinuro. Spiagge incantevoli e faraglioni circondati da acque cristalline sono il fiore all'occhiello di Amantea, altra importante località turistica del cosentino. Nel punto di arrivo di questo itinerario, l'attenzione è attratta dal paradiso sottomarino dell'Oasi Blu Isca, una piccola area protetta raccolta attorno a due scogli affioranti: basta una maschera per ammirare il variopinto microcosmo di organismi vegetali e animali. La città vecchia sorge invece su una collina, sormontata dall'immancabile torre di avvistamento.