Un percorso piuttosto lungo e impegnativo, ma molto gratificante, si snoda lungo l'antica via Subiacense, che collegava Roma con Subiaco, attraversando dapprima borghi pittoreschi e ricchi di attrattive, per poi inoltrarsi nel Parco Naturale dei Monti Simbruini (a est dell'Urbe) e risalire verso la Piana di Arcinazzo, che offre spunti panoramici straordinari. Punto di partenza di questo itinerario, che misura circa 74 chilometri ed è particolarmente indicato per i cicloamatori allenati, è il piccolo centro di Arsoli, raggiungibile anche in treno attraverso la linea ferroviaria Roma-Pescara. Il paesino di Arsoli sorveglia dall'alto la valle scavata dal fiume Aniene, affluente del Tevere. La vegetazione circostante va dai vasti uliveti del fondovalle ai castagneti e ai boschi misti di querce, lecci e abeti del monte. Su tutto domina l'imponente e tetragona mole del Castello Massimo. L'edificio fu fondato presumibilmente da profughi di un'antica comunità chiamata Carsioli, e venne ricostruito, nel Medio Evo, dai monaci Benedettini, fino ad essere acquisito da varie famiglie nobiliari. Risalendo dalla stazione verso il centro cittadino si percorre via Umberto I, fino a giungere ai piedi della scalinata che porta all'entrata di questo singolare convento-castello. La struttura del corpo centrale e delle torri evidenzia interventi in epoche diverse, fino al Cinquecento. All'esterno è possibile ammirare un bel parco all'italiana, mentre gli interni sono decorati da affreschi di pregevole fattura. Rimontati in sella si può scendere in piazza Valeria, per una puntatina nella chiesa Parrocchiale tardo-rinascimentale del Salvatore, disegnata da Giacomo della Porta. Oltre a una tela del Domenichino, la chiesa custodisce uno strano dipinto messicano, datato 1790 e raffigurante la Madonna di Guadalupe. Sulla piazza si affacciano alcune dimore storiche di interesse architettonico, mentre una colonna miliare romana segnala ancora il 38° chilometro della Via Valeria. Uscendo da Arsoli si percorre una bella strada panoramica, costantemente in discesa, che porta in breve al fondo della valle e, superato il fosso Bagnatore, risale in parte le alture che delimitano la Piana di Arsoli. Nuovi e suggestivi panorami si aprono sulla valle dell'Aniene, mentre si costeggia il monte La Prugna e si entra, da nord, nel Parco dei Monti Simbruini: un territorio meraviglioso, ricco di acque sorgive e perciò disseminato di fitte aree boschive a vegetazione mista, ma dominate da querce e faggi. In quest'area tipicamente appenninica, fra cime che superano i 2.000 metri, la fauna comprende, fra l'altro, cervi, caprioli, falchi e perfino esemplari di orso marsicano. La strada in salita conduce a uno dei paesini più suggestivi della zona: Cervara di Roma, sviluppatosi attorno alle rovine di una rocca, aggrappato al monte Pilione e quasi sospeso sul vuoto della valle sottostante. Fra gli scenari incantevoli del centro storico spicca un'opera architettonica contemporanea: la celebre Scalinata degli Artisti, realizzata da Vincenzo Bianchi nel 1986. Una sequenza di volti e figure scolpite nella roccia accompagna i visitatori nel risalire questa scala, che collega due piazze del paese. La Scalinata ha ispirato anche la creazione del Museo d'Arte per la Pace di Cervara, che raccoglie creazioni di artisti del nostro tempo. Lasciato il paese, si imbocca la strada che scende verso il bivio del Monte Livata. Qui si prende a destra, in direzione di Subiaco, altra località celebre presso cui sorgono due grandi monasteri benedettini (Santa Scolastica e San Benedetto) di straordinario valore storico e architettonico. La strada che lascia Subiaco in direzione di Arcinazzo costeggia i monasteri e oltrepassa l'Aniene. Al bivio di Roiate si svolta a sinistra e si imbocca la salita che conduce agli spettacolari Altipiani di Arcinazzo, da cui si dominano le vallate circostanti. La conca del pianoro, situato a circa 850 metri d'altitudine, è modellata dai fenomeni carsici e a sua volta sovrastata da cime e pinnacoli. Tracce di insediamenti paleolitici si uniscono alle testimonianze dell'epoca romana (mosaici, capitelli, marmi, tombe). Discendendo dall'altopiano sul versante opposto si percorre una strada molto bella, che attraversa rigogliose faggete. I tornanti offrono scorci suggestivi sulla Valle del Sacco e sulla Selva di Paliano. La strada porta nell'abitato di Piglio, un paese noto per le sue ottime produzioni vinicole (il Cesanese doc). Attraversato il centro storico medievale si prosegue, sempre in discesa, fino alla Strada Statale 155. Ma qui si imbocca una bella pista ciclabile che ricalca il percorso della vecchia sede ferroviaria, fino a raggiungere la stazione di Colleferro, da cui è possibile prendere il treno e fare ritorno alla base senza dover rimontare in sella.