Fu Cesare Augusto, nel lontano 12aC, a volere la costruzione di una strada che attraversasse il “paese dei Salassi” (gli antichi abitatori della Valle d'Aosta), partendo da Augusta Pretoria (Aosta) fino a superare la catena alpina nei pressi dell’attuale Gran San Bernardo. Questa, però, rimase non transitabile completamente dai carri per circa un secolo. Solo sotto Claudio, nel I secolo d. C., la strada venne allargata e perfezionata, divenendo adatta anche al trasporto su ruote. L’imperatore aveva bisogno di una grande strada transalpina prima di partire alla conquista della Britannia. All'epoca di questi lavori risale, presumibilmente, la "tagliata" nella roccia ancora visibile sotto la grande statua di San Bernardo. Il valico, dopo i Romani, rimase uno dei punti di transito più conosciuti di tutto il mondo occidentale e fu trafficato da re, imperatori, commercianti, condottieri, santi e pellegrini. Tra questi anche l'arcivescovo di Canterbury, Sigeric, che, alla fine dell'Anno Mille, scese a Roma sfruttando proprio lo storico passo. Sulle sue orme sarebbe stata tracciata la famosa via francigena. Di qui passò, nel XI secolo, San Bernardo che, per aver restaurato l’antico ospizio, si meritò di lasciare il proprio nome al passo. Fra i grandi personaggi storici che si servirono del valico c'è pure Napoleone Bonaparte, che da qui transitò il 20 maggio del 1800, alla testa di 45.000 soldati che sarebbero usciti vittoriosi dalla celebre battaglia di Marengo. Il percorso che porta da Saint Rhemy al Gran San Bernardo si presenta come una mulattiera, debitamente segnalata, ma con un dislivello notevole di circa 850 metri. Non è perciò adatto ai principianti. L'itinerario si snoda lungo i versanti che scendono dalla “Testa di Barasson”. Sul lato destro della vallata sono visibili la vecchia statale e il più recente traforo. L’escursione, comunque, mantiene intatto il suo fascino di grande traversata storica. Al Colle del Gran San Bernardo si incontrano infatti i segnavia del "Chemin Historique", un lungo percorso pedonale nel territorio svizzero che ricalca il tracciato storico. Nel suo tratto più montano, il tracciato tocca il Lac des Toules, Bourg St. Pierre, Palasui, Liddes e poi scende nel fondovalle a Martigny. Vale la pena di sapere che, in una delle grandi stanze dell’antico ospizio, al Passo del Gran San Bernardo, è stato allestito un piccolo museo in cui sono esposti oggetti che vantano una storia di due millenni: Monete, medaglie, tavolette e statuette votive, vasellame e utensili di epoca romana e medievale. Qui i visitatori vengono guidati, lungo un percorso ben organizzato, attraverso le diverse epoche storiche, scoprendo usi e costumi delle numerose popolazioni che si sono aperte un varco attraverso le Alpi in questo punto, o immaginando le fatiche dei pellegrini che hanno sostato nell'antico ospizio. Usciti da Saint Rhemy, a 1632 metri sul livello del mare, si prosegue sulla larga traccia che si mantiene poco sopra il torrente. Raggiunto l’asfalto, lo si segue in salita per alcune centinaia di metri. Trascurata una prima pista sterrata, si imbocca la seconda, chiusa al traffico automobilistico. Si sale su un tracciato ampio e si continua finché i segnavia gialli non invitano a lasciarlo salendo a destra su un sentiero battuto dal bestiame. Poco sopra, la via riassume le caratteristiche di un'autentica strada. Attraverso ampi tornanti si raggiunge una quota vicina ai 2100 metri e quindi si inizia a tagliare lungo i versanti che scendono dal Mont Mort. Superato un obelisco marmoreo diroccato si raggiunge la Casa Cantoniera e si attraversa la strada asfaltata. Si prosegue sulla larga mulattiera, tra dossi prativi modellati dalla neve. Qua e la riaffiora il selciato dell’antica strada romana. Con un tratto in salita, si ritorna alla rotabile sulla quale si piega a destra. Il sentiero si inerpica in un intaglio roccioso. Si prende ancora quota con due tornanti, per giungere davanti alla "tagliata" romana. Passati nelle vicinanze della statua di San Bernardo, si è ormai prossimi alla meta: è facile individuare, a sinistra in alto, il tracciato che conduce al versante svizzero del passo, nei pressi dell’antico ospizio carico di suggestioni storiche, situato a ben 2469 metri d'altitudine. Da qui, una volta ristorati e riposati, si ritorna agevolmente a Saint Rhemy attraverso il percorso dell’andata.