L'Umbria è un territorio unico, che assomma bellezze artistiche e naturali, luoghi d'interesse storico e di grandi tradizioni gastronomiche. Per ogni buongustaio che si rispetti, visitare l'Umbria significa compiere una sorta di pellegrinaggio mistico, da effettuare almeno una volta l'anno, preferibilmente nella stagione fredda: il periodo ideale per assaporare le specialità culinarie e i prodotti tipici di questa terra. Fra i tanti itinerari gastronomici straordinari, in Umbria, quello che collega Spoleto a Cascia, passando per la città di Norcia, include tutti i pregi e le meraviglie che questa regione offre. Seguendo la via Flaminia in direzione sud, dopo aver oltrepassato Foligno e Trevi, si incontra Spoleto, città quasi fiabesca, che mantiene inalterato il suo aspetto medievale. Le sue bellezze architettoniche non si contano: dalla Rocca Albornoziana alla Basilica e al monastero di San Ponziano, dalla Basilica di San Pietro (situata fuori dalle mura) alla Casa Romana e al Palazzo Comunale, sede di una ricchissima pinacoteca. È necessario trascorrere almeno qualche ora passeggiando fra i palazzi e vicoli medievali per godere a pieno del fascino di questi luoghi, apparentemente immuni allo scorrere del tempo. La tradizione gastronomica spoletina è caratterizzata da pietanze dai sapori forti: i funghi, i tartufi, gli asparagi selvatici, le carni rosse alla brace, il cinghiale e, naturalmente, il pregiato olio d'oliva, motivo di vanto per tutta l'Umbria. Nei raffinati ristoranti tipici di Spoleto è possibile gustare piatti come gli strengozzi al tartufo nero, la terrina di verdure e pesce persico, il ventaglio d'anatra in aceto di lamponi. Fra le specialità della zona spiccano anche la purea di fave e ceci, la zuppa di farro e cicerchie e, per finire, il panpepato e la crescionda, un caratteristico dolce spoletino a base di uova, farina, cioccolato, amaretti e mistral. Da citare anche il pane di Strettura, un paesino con meno di cento abitanti che si incontra tra Spoleto e Terni. Da più di un secolo, gli ingredienti di questo pane sono assolutamente naturali e genuini: si utilizzano infatti farina di grano locale, acqua e lievito naturale (lasciato fermentare per più di una giornata). Il pane viene cotto in forni a mattoni. Lasciando Spoleto, l'itinerario si inoltra fra le gole suggestive della Valnerina. La vegetazione e la fauna presenti in Valnerina sono straordinariamente ricche. Ne fanno parte specie e razze in via di estinzione, che è piuttosto facile incontrare durante un'escursione tra i sentieri turistici. Una parte dell'alta Valnerina, fra l'altro, si trova all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, un'oasi di pace e di natura incontaminata situata al centro dell'Appenino italiano, al confine tra l'Umbria e le Marche. Attraversando la Valnerina lungo la Statale 209 si incontrano numerosi borghi medievali pittoreschi, come Scheggino, S. Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Cerreto di Spoleto, fino a raggiungere Norcia, città famosa in tutto il mondo, tanto per la sua intrinseca bellezza, quanto per il pregevole tartufo nero. I prodotti della terra e dell'allevamento che qui è possibile gustare parlano di una civiltà contadina millenaria, che ha saputo custodire fedelmente le proprie tradizioni. Da non perdere un “incontro ravvicinato” con la lenticchia di Castelluccio, il tartufo nero di Norcia, il farro, i formaggi e i salumi di questa terra. Secondo la tradizione furono gli ebrei, arrivati in Valnerina dopo la distruzione di Gerusalemme, ad inventare la tecnica di conservazione della carne di maiale: non potendo consumarla per motivi religiosi, dovevano conservarla per poi farne commercio. Da allora, la salagione e la stagionatura di prosciutti, capocolli e salsicce è diventata una specialità degli abitanti di Norcia: da qui l’appellativo di “norcino”, attribuito a chiunque svolgesse questo mestiere. Nelle trattorie di Norcia spopolano i succulenti antipasti di salumi con formaggi al tartufo, la boscaiola tartufata, le frittatine con i tartufi, le lenticchie con salsiccia, la polenta con i funghi. Tutti piatti che scaldano il cuore e non solo il palato. Prima di lasciare Norcia, è opportuna una visita alla Basilica di San Benedetto e ad alcuni palazzi signorili, fra cui il Palazzo Comunale. Si imbocca quindi la strada provinciale che porta a Cascia, città natale di Santa Rita e meta di pellegrini, ma anche di turisti desiderosi di ammirare la splendida Basilica che costituisce il luogo centrale del culto verso la santa. Gli appetiti più insaziabili, nel rimettersi a tavola, potranno assaporare la deliziosa trota al tartufo di Cascia. Qui, il più gustoso fra i pesci di torrente non viene allevato, bensì pescato nelle acque purissime del Corno o del Nera, per essere lessato con odori e condito con un’emulsione profumata a base dell'onnipresente tartufo nero. Da assaggiare anche i garganelli di farro con salsiccia, asparagi, pecorino e peperoncino, gli strengozzi alla casciana o al tartufo, il ciauscolo di Cascia con bruschette olio e pomodoro. Per chi non lo sapesse, il ciauscolo è un fantastico salame simile alla marmellata, spalmabile direttamente sul pane come il patè, che pare sia stato lasciato in eredità dai Galli Senoni, messi in fuga dai Romani.