Nell’ambito della vasta e pregiata produzione emiliano romagnola, la tradizione vitivinicola piacentina si è sempre contraddistinta per diverse caratteristiche, quali la sua origine greca e la collocazione esclusivamente collinare, uno dei motivi alla base degli ottimi vini prodotti. Furono gli antichi Liguri a trasferire la tradizione greca (allevamento della vite in coltura pura e sul palo secco) sui pittoreschi colli piacentini. Alta qualità e prezzi competitivi sono, poi, le doti che nel tempo hanno fatto emergere la viticoltura locale. Basta pensare alla gran quantità di vini tipici fregiati con il marchio di denominazione di origine controllata, prodotti nelle diverse valli. Tra questi si segnalano il Monterosso, il Trebbianino, il Bianco Valnure, il Malvasia, l’Ortrugo, il Sauvignon e il Pinot grigio (fra i bianchi), il Barbera, il Bonarda e il Pinot Nero (fra i rossi). La lista potrebbe continuare con il Vin Santo (particolarmente ricercato quello di Vigoleno), lo Chardonnay e il Novello. Ma gli appassionati e gli intenditori visitano spesso la provincia di Piacenza alla ricerca di vini nobili come il Cabernet, il Merlot, il Dolcetto, il Riesling e il Muller Thurgau. Su tutti questi grandi marchi, per alcuni dei quali Piacenza è in competizione con altre regioni italiane come il Veneto, svetta però il Gutturnio, certamente il re dei vini piacentini, quello più diffuso sulle tavole e nelle trattorie locali, ma anche quello che più di tutti si sta facendo conoscere fuori dell'ambito locale. Il Gutturnio è un rosso corposo, marcatamente tannico, dal carattere spiccato e deciso, di per se stesso espressione di una cultura e di un territorio. La sua storia è lunga: cenni ad un vino rosso piacentino di pregio si trovano in molti documenti antichi risalenti addirittura all'epoca romana. Ma il primo riferimento preciso al nome si ha nel 1941, quando il Ministero dell'Agricoltura stese il primo elenco dei "vini tipici e di pregio", includendo un “vino rosso profumato e fruttato, di corpo pieno, nobile”. Era, appunto, il Gutturnio, capostipite dei rossi piacentini. Oggi questo vino, nelle varietà frizzante o fermo, “Classico” o “Superiore”, può essere prodotto nell'intera area Doc piacentina, e dunque in Val Tidone, in Val d'Arda, in Val Trebbia e in Val Nure. La Val Tidone confina con il Pavese ed è storicamente un luogo di passaggio. Tra vigneti e castelli, questa terra offre scorci naturalistici dolci e rilassanti e angoli impervi, da scoprire durante escursioni tra sentieri e trattorie. La Val d'Arda confina con la provincia di Parma. Oltre a Velleia, importante centro archeologico, vale la pena di visitare il bellissimo borgo medievale di Castell'Arquato o di partecipare alle manifestazioni medievali che spesso vengono proposte nel castello di Gropparello. Ma l'intera valle è ricca di piccoli e grandi gioielli d'arte. La Val Trebbia si estende lungo l'omonimo fiume e conduce in Liguria. Oltre al bellissimo centro storico di Bobbio, questa valle offre al visitatore tanti piccoli borghi ricchi di castelli, monasteri e paesaggi incantevoli. La Val Nure, infine, si trova al centro della provincia di Piacenza. È un territorio che si distingue dalle altre valli del piacentino per la natura lussureggiante. Il tratto appenninico è ricco di interessanti itinerari e di paesaggi suggestivi. L’attenzione che le comunità locali rivolgono alla produzione vinicola è evidente, data la diffusione delle feste dell’uva e del vino, che nel periodo autunnale rallegrano i pomeriggi festivi di numerosi centri vinicoli collinari; si va dalla “Festa dell’Uva e del Vino” di Ziano e Montalbo a quella di Agazzano, dalla Sagra di Gropparello a quella di Bacedasco. Da segnalare, inoltre, la recente riapertura dell'Enoteca Comunale di Castell'Arquato, un centro storico della vitivinicoltura piacentina, posto in un angolo altamente suggestivo, tra le antiche mura del borgo medievale: il luogo perfetto per un aperitivo o per trascorrere una serata fra amici, in compagnia di ottimo vino.