A nord del Piave, nell'alta Marca trevigiana, una successione di colline, dal profilo ora morbido ora ripido, si frappone fra la pianura e le aspre Dolomiti Bellunesi. Fra questi colli si snoda la più antica arteria enologica italiana, che collega Conegliano a Valdobbiadene attraversando quel tappeto ininterrotto di vigneti da cui nascono, fra gli altri, il Prosecco Docg di Conegliano-Valdobbiadene, orgoglio della tradizionale enologica locale, e il Valdobbiadene Superiore di Cartizze, spumante di qualità elevata che si produce un una ristretta area compresa nel comune di Valdobbiadene. Altri due Doc molto interessanti si sono aggiunti più di recente: il Colli di Conegliano Bianco e il Rosso, frutto di incroci diversi che coinvolgono storici vitigni veneti. Il fascino della Marca, però, va ben oltre. Alle bollicine del Prosecco si accompagnano prodotti di fama internazionale come il Radicchio Rosso di Treviso e il Radicchio Variegato di Castelfranco, il prelibatissimo Formajo Embriago affinato nelle vinacce di uve bianche o rosse, infinite varietà di risotti, minestre agli asparagi e perfino salumi crudi come l'ossocollo e la soppressa trevigiana. La selvaggina è cucinata da sempre allo spiedo, arrosto o in umido, accompagnata da polenta e da una ricca gamma di funghi di bosco. In una terra dove lo sviluppo sostenibile pare essere una prospettiva concreta, inoltre, l'uomo ha saputo conservare i tratti salienti dell'ambiente naturale, e con essi le storiche ville aristocratiche venete, antichi luoghi di culto, castelli e pievi che conferiscono una nota romantica al paesaggio agreste. Dal 2003, l'itinerario che già da mezzo secolo univa i più importanti centri vitivinicoli dell'alta Marca si è arricchito, con la costituzione della nuova “Strada del Prosecco e Vini dei colli Conegliano Vadobbiadene”. Accanto al percorso principale ad anello, serpeggiante fra Conegliano e Valdobbiadene, sono stati disegnati tre itinerari tematici collaterali: un piccolo anello, percorribile anche a piedi, si snoda a sud-ovest di Conegliano, nel caratteristico scenario agricolo del Feudo dei Collalto con al centro il Castello di Susegana: uno dei più imponenti complessi fortificati di tutto il Veneto. La seconda variante ha uno sviluppo maggiore e tocca alcuni fra i più importanti borghi storici del trevigiano settentrionale. Fra questi San Pietro di Feletto, dove si scopre una chiesa monumentale che custodisce preziosi affreschi in stile romanico-bizantino, Follina, sede di una imponente abbazia cistercense sorta nel XII secolo, e soprattutto Vittorio Veneto, cittadina densa di suggestioni storico-artistiche come le fortificazioni medievali di Serravalle, il Castello di San Martino, la raffinata Loggia del Sansovino. Un terzo anello è stato tracciato a pochi chilometri da Vittorio Veneto, nel territorio da cui trae origine il Torchiato di Fregona, prelibato vino da dessert ottenuto da uve passite e poi torchiate, carico di sfumature aromatiche e impreziosito da un bel colore dorato intenso. Il sottile retrogusto amarognolo lo rende un eccellente vino da meditazione. Fin qui le varianti tematiche, ma il “percorso classico”, come anticipato, non può che iniziare da Conegliano, magari con una passeggiata sotto i portici di Contrada Granda, lasciando vagare lo sguardo fra le facciate dei palazzi nobiliari e quella affrescata del Duomo. Ai piedi del Castello, la Bottega del Vino allestita nell'Istituto Enologico Cerletti introduce alle doti del Prosecco nelle sue diverse tipologie: tranquillo, frizzante, spumante. Usciti da Conegliano si fa rotta su Collabrigo, Rua e San Pietro di Feletto, immergendosi nel tipico paesaggio dei vigneti collinari da cui emerge il profilo di ville e tenute di campagna. Dopo una visita all'eremo camaldolese di Rua e alla pieve romanica di San Pietro, si prosegue fra le colline del felettano fino a Refrontolo, per scoprire un altro celebre vino da meditazione: il rosso Refrontolo Doc che nasce dalle uve a bacca rossa del Marzemino. A poca distanza dal paesino, sul corso del torrente Lierza, sorge l'antico Molinetto della Croda, ristrutturato e adibito a sede di mostre e appuntamenti culturali. La tappa successiva è Solighetto, dove una villa settecentesca ospita il Consorzio del Prosecco Doc. Giunti a Soligo, una breve escursione sul colle di San Gallo apre ampie panoramiche sulla valle del Piave. All'ombra di una chiesetta si contempla lo straordinario lavoro di terrazzamento che ha visto protagonisti i viticoltori della zona. Dopo Farra di Soligo, a Col San Martino, le Torri del Credazzo (parte di un antichissimo castello longobardo) dominano sui filari del Prosecco. Con una breve escursione a piedi si può raggiungere la chiesetta duecentesca di San Vigilio, decorata con affreschi di pregevole fattura. Il paesaggio è godibile anche dalla strada fino a Colbertaldo. Poi ci si dirige a nord, verso Santo Stefano e San Pietro di Barbozza (sede della Confraternita del Prosecco), entrando nel cru del pregiato spumante Cartizze. Qui i vigneti ricoprono quasi per intero le caratteristiche collinette coniche, lasciando spazio solo in cima ai rinomati castagneti che, in autunno, arricchiscono la cucina locale. Infine si raggiunge Valdobbiadene, dove ogni anno, ai primi di settembre, si tiene il Forum Spumanti d'Italia nei saloni di Villa Cedri. Nelle trattorie del centro o nei dintorni, un calice di Valdobbiadene Doc apre la strada a un carosello di prodotti tutti da scoprire: nelle malghe che circondano il Monte Cesen, ad esempio, si lavora il ricercato Formaggio del Monte Cesen, da gustare in diversi gradi di stagionatura. Immancabili le minestre e i risotti agli asparagi selvatici, i risi e bisi, le carni miste allo spiedo, e la chiusura con un bicchierino di grappa, magari aromatizzata con le essenze erbacee che questa terra offre in abbondanza. Per l'eventuale ritorno a Conegliano, infine, invece di ripetere il percorso dell'andata si può seguire l'itinerario tracciato dalla Strada del Prosecco, che si snoda fra rilievi più ripidi e paesaggi particolarmente rigogliosi e suggestivi. Si toccano i borghi di Guia, Campea e Pedeguarda, quindi si sale in quota verso Farrò e Rolle. Da Tarzo si piega nuovamente a sud per rientrare a Conegliano.