Con il suo profilo elegante ed eclettico, le forme squadrate tipiche delle roccaforti medievali, le torri merlate, il Castello di Miramare costruito sugli scogli della baia di Grignano, a pochi chilometri da Trieste, ricorda da vicino i grandi castelli romantici costruiti in Germania nel XIX secolo. L'atmosfera fiabesca deriva sicuramente anche dal grande parco che si stende alle spalle dell'edificio, in realtà una residenza principesca fatta costruire a metà dell'Ottocento dall'arciduca Massimiliano d'Austria, fratello dell'imperatore Francesco Giuseppe e comandante della flotta militare austriaca. Per quanto il castello sorgesse sull'estremità di un promontorio, l'architetto Carl Junker ebbe il suo da fare per soddisfare le richieste di Massimiliano, il quale voleva che da ogni finestra fosse possibile guardare il mare, in modo da avere l'impressione di trovarsi a bordo di una nave. Franz e Julius Hoffmann, chiamati ad arredare gli interni, contribuirono all'ambientazione marinaresca nell'appartamento privato dell'arciduca. Questi, però, non avrebbe beneficiato a lungo della bellezza della dimora al cui allestimento aveva contribuito personalmente, immaginandolo come un nido d'amore per sé e per la moglie Carlotta. Pare anzi che fosse proprio la principessa del Belgio, con il suo carattere ambizioso, a spingere il marito ad accettare la corona imperiale del Messico. Entrambi si trasferirono nel nuovo e instabile dominio americano nel 1864, dopo aver abitato a Miramare per soli quattro anni. Ben presto Massimiliano perse il controllo dell'impero e fu imprigionato mentre Carlotta, tornata in Europa, cercava invano appoggi politici e militari per il marito. Fu allora che la principessa mostrò i primi segni di squilibrio mentale. Venne trasferita nel castelletto che l'arciduca aveva voluto nel parco, quasi come una miniatura del castello. Ma qui ricevette la notizia della fucilazione di Massimiliano, che cancellò ogni speranza e la costrinse ad abbandonare per sempre Trieste. Al di là della vicenda sentimentale e della leggenda (fin troppo comune) secondo cui una maledizione graverebbe sul luogo, il Castello di Miramare costituisce oggi uno spaccato affascinante dei fasti asburgici, dello stile e del gusto signorile ottocentesco. Quasi tutti gli ambienti interni, infatti, conservano gli arredi originali e sono stati opportunamente valorizzati grazie a restauri recenti. L'ultimo, nel 1996, ha portato all'apertura al pubblico dell'appartamento occupato dal duca Amedeo d'Aosta, arredato in perfetto stile anni Trenta. Al piano terra si visitano gli appartamenti degli arciduchi, caratterizzati da una sobria eleganza e dal prevalere del colore azzurro. Gli ambienti più interessanti sono la stanza da letto di Massimiliano e il suo studio (detto Sala Novara), che riproducono rispettivamente la cabina e il “quarto di poppa” della fregata Novara, l'ammiraglia della flotta asburgica. Qui si apprezza anche la passione dell'arciduca per gli oggetti esotici e di fattura orientale. Ricchissima la biblioteca che, nonostante le librerie incassate su tutte e quattro le pareti, non riesce a contenere i 700.000 volumi accumulati fra il 1820 e il 1870. Dalla raffinata saletta da pranzo si passa negli appartamenti di Carlotta, rifiniti con boiserie e tendaggi in seta azzurra. Fra questi una saletta ricavata in una torre affacciata sulla baia, il salottino, il boudoir e la stanza da letto arredata con i mobili donati dalla Città di Milano. Lo scalone d'onore porta al primo piano, destinato agli ospiti e alle cerimonie ufficiali, e per questo molto più sfarzoso. Il colore dominante qui è il rosso, a cominciare dal salotto dei principi, che sfoggia le decorazioni neobarocche in legno di Julius Hoffman. Il lusso giunge al culmine nella sala dei regnanti, riservata agli ospiti illustri, nella sala delle udienze e nella sala della conversazione, impreziosite da quadri e statue di artisti triestini e austriaci. Superati i salottini in stile cinese e giapponese si giunge nella sala storica, decorata con tele del pittore Cesare Dell'Acqua che ripercorrono la storia di Miramare, e nella grandiosa sala del trono, che si sviluppa verticalmente per due piani del castello. Nell'allestimento neogotico trova posto la galleria di ritratti dei sovrani asburgici. Se il castello attira principalmente turisti, lo splendido parco è anche meta domenicale per chi risiede in città o nei dintorni. I sentieri attraversano un'area di circa 22 ettari e si snodano tortuosi, assecondando le irregolarità del promontorio e immergendosi in una vegetazione lussureggiante. Si costeggiano laghetti artificiali, terrazze panoramiche, giardini all'italiana, e si ammirano una moltitudine di specie floreali e arboree: cedri dal Libano, dal Nord Africa e dall'Himalaya, abeti dalla Spagna, cipressi dalla California e dal Messico, diverse varietà di pino provenienti dall'Asia e dall'America, specie esotiche come la Sequoia gigante e il Ginko biloba. L'incanto del luogo e il suo fascino senza tempo spiegano il particolare legame affettivo che lega i triestini al parco di Miramare.