Si chiamava Herakleia la città fondata dai Greci nel V secolo a.C. fra le pendici del Vesuvio e il Golfo di Napoli, e successivamente passata ai Sanniti e ai Romani, che ne fecero un ricercato luogo di soggiorno per figure di spicco della classe dirigente imperiale. Fino al 79d.C. quando la storica eruzione del Vesuvio la cancellò assieme alla vicina Pompei. Una fiumana di fango, cenere e materiale lavico seppellì ogni cosa formando uno strato compatto di una ventina di metri, in parte coperto dall'attuale insediamento di Ercolano. Questo mantello solidificato, se da un lato rese particolarmente ardui gli scavi archeologici, iniziati attorno alla metà del Settecento e tuttora in corso, dall'altro rese possibile la conservazione (addirittura migliore rispetto a Pompei) di ogni struttura delle dimore gentilizie, e perfino degli oggetti più fragili, dei papiri e degli alimenti. Prima di entrare nel Parco Archeologico da corso Ercolano, il lungo viale con vista sul mare offre una panoramica completa sugli scavi che evidenzia la tipica struttura urbanistica romana, con cinque cardini in pendio verso la costa tagliati ad angolo retto da tre decumani. La visita comincia dal terzo cardine, fra la Casa d'Argo, una grande dimora patrizia con giardino circondato da un bel peristilio, e la Casa dell'Albergo, così chiamata per la sua straordinaria vastità. Sul quarto cardine (l'asse mediano della città) si incontra la Casa dell'Atrio a mosaico che prende nome dalle decorazioni musive dell'atrio. La dimora include una sala di soggiorno a tre navate, un giardino porticato, alcune salette aperte su un loggiato e un solarium rivolto verso il mare. Attraversato il decumano inferiore, sulla destra si trova la Casa Sannitica, classico esempio di residenza italica, con un bell'atrio a loggiato ionico e stanze affrescate. Più avanti le Terme, un grande complesso del periodo augusteo: oltre ai consueti ambienti del frigidarium, tepidarium e calidarium, la sezione maschile include una palestra a portico e un ampio spogliatoio. Nei dintorni sorge anche la Casa di Nettuno e Anfitrite (dal notevole mosaico che adorna il ninfeo). Nell'annessa bottega, le anfore del vino occupano tuttora il loro posto fra le scansie di legno. Sull'ampio decumano massimo prospettano edifici pubblici, botteghe e alcune delle abitazioni più grandi ed eleganti. Spicca la Casa del Bicentenario, con pavimenti a mosaico e sala da pranzo decorata da pitture. Al piano superiore, una croce incassata nel muro dimostra la diffusione del Cristianesimo, con San Paolo, prima del 79 d.C. Discendendo il quinto cardine, nell'ordine, si incontrano la monumentale Palestra (con portici, tribuna per gli spettatori e piscina), la Casa dei Cervi che sorprende per le eccezionali decorazioni scultoree e gli ambienti estivi (tra cui un pergolato e una terrazza), la Casa del Rilievo di Telefo, altrettanto fastosa e ricca di decorazioni marmoree. Il V cardine termina presso le Terme suburbane: l'edificio termale meglio conservato dell'età romana. Fuori dagli scavi, sul corso Ercolano si ammira la mole del Teatro (capace di oltre duemila spettatori) purtroppo spogliato delle sue ricche decorazioni. Molti preziosi reperti e oggetti d'arte rinvenuti nelle dimore di Ercolano sono raccolti nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fra questi le splendide sculture della Villa dei Papiri di Lucio Calpurnio Pisone (suocero di Cesare), una maestosa residenza suburbana scoperta con i primi scavi dei Borboni. A Ercolano, invece, si possono sfruttare le tecnologie informatiche del Museo Archeologico Virtuale. Il Mav propone una fedele ricostruzione di scenari e vicende della civiltà pompeiana.