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Lunedì, 02/12/2024
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Torino: il Museo Egizio

Il Museo delle Antichità Egizie di Torino è uno dei più importanti musei egizi del mondo, secondo solo a quello del Cairo. La sua storia inizia nel Seicento, quando i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la "Mensa Isiaca", una tavola di bronzo ageminato raffigurante cerimonie religiose dedicate alla dea Iside. Nel Settecento, Carlo Emanuele III di Savoia invia in Egitto il naturalista padovano Vitaliano Donati. Dalla sua spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet. Sono questi i primi grandi reperti capaci di conferire lustro e prestigio all'esposizione torinese. Il periodo tra Settecento e Ottocento è fondamentale per la crescita del Museo e per tutta l'Egittologia. In particolare, nel 1799, la celebre spedizione scientifica al seguito dell'armata napoleonica, nella Valle del Nilo, iniziò la stesura di una documentazione che permetterà di conoscere l'ambiente, la vita, i costumi, l'arte e la storia dell'Egitto dell'età faraonica. Nello stesso anno venne alla luce, nella località di Rosetta, la famosissima stele con scrittura geroglifica, demotica e greca, fondamentale per la decifrazione dei geroglifici. Nel 1822 il francese Jean-François Champollion decifrò i geroglifici, ponendo le basi dell'egittologia moderna. Sull'onda di queste scoperte, consoli, viaggiatori e avventurieri si dedicarono alla raccolta di antichità nella Valle del Nilo, e ingenti collezioni presero la via dell'Europa. Nel 1824 Carlo Felice di Savoia acquistò la collezione di Bernardino Drovetti, un piemontese che si era appassionato alla ricerca di antichità egizie durante la sua permanenza in Egitto, quale Console Generale di Francia. Durante il XIX secolo, i più insigni studiosi si recarono perciò a Torino per studiare le vestigia acquisite dai Savoia. Fu lo stesso Champollion ad affermare: «La strada per Menfi e Tebe passa da Torino». Alla collezione Drovetti si aggiunsero molte altre raccolte, fra cui i ritrovamenti degli scavi condotti dalla Missione Archeologica Italiana, diretta da Ernesto Schiaparelli tra il 1900 e il 1935, e successivamente da Giulio Farina. Attualmente il Museo Egizio è costituito da oltre 8.000 reperti, fra cui grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti, monili e utensili. La collezione è impreziosita da documenti eccezionali, espressione dell'arte, delle tradizioni religiose e funerarie e della vita quotidiana. Simbolo della raccolta è la statua del faraone Ramesse II, considerata da Champollion uno dei capolavori della scultura egizia. La scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800a.C.circa). Più numerose sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno, dalla XVIII alla XX dinastia. Ricordano la grandezza dei faraoni d'Egitto le statue di Thutmosi III e di Amenhotep II, i gruppi statuari di Tutankhamon e del dio Amon e di Horemheb e della regina Mutnegemet. E ancora: la statua colossale del faraone Sethi II, il gruppo scultoreo di Ramesse II con il dio Amon e la dea Mut, la statua di Ramesse II seduto su trono. Documenti altrettanto importanti sono i papiri e le immagini votive delle divinità, cui erano dedicati bronzetti, iscrizioni, statue e oggetti di culto. Molto interessante anche la sezione delle mummie degli animali sacri, collegati al culto delle divinità: ibis e babbuini del dio Thot, coccodrilli del dio Sobek, falchi del dio Horo, tori del dio Hapi, pesci della dea Neith, gatte della dea Bastet. I molteplici aspetti della vita quotidiana sono illustrati dalle suppellettili domestiche, comprendenti vasellame per la mensa e la conservazione degli alimenti, ceste e cofani per vestiario, letti e poggiatesta, lenzuola e tele, sandali, monili e cibi. Altrettanto cospicua è la documentazione relativa alle arti e ai mestieri, con attrezzi da lavoro appartenuti a contadini, fabbri, disegnatori, scribi, ecc. Oltre tre secoli di storia hanno reso il Museo Egizio di Torino una delle collezioni più importanti relative a uno dei periodi storici più affascinanti e carichi di mistero. Con reperti, documenti e testimonianze così varie, il Museo fornisce a studiosi, appassionati e curiosi un quadro esaustivo della civiltà egizia, dalle origini, nel IV millennio a.C., fino al V-VI secolo d.C. L'esposizione è articolata su tre piani e una visita accurata richiede, naturalmente, alcune ore. Da segnalare, infine, che le due sale contenenti i sarcofagi e le statue monumentali sono state recentemente allestite dal famoso scenografo Dante Ferretti. In un'apposita saletta, inoltre, sono state installate postazioni audiovisive computerizzate, mediante le quali è possibile consultare il sito multilingue Eternal Egypt su alcuni aspetti importanti della civiltà egizia.

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