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Venerdì, 04/10/2024
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La Pinacoteca di Brera

andrea mantegna - cristo morto

Fondata nel 1776 dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria per affiancare l'Accademia delle Belle Arti, la Pinacoteca di Brera è diventata nell'arco di pochi decenni la più importante raccolta d'arte di Milano, nonché una delle più ricche d'Italia. Ha sede nell'omonimo palazzo neoclassico di via Brera che ospita, oltre all'Accademia, la Biblioteca Nazionale Braidense, l'osservatorio di Brera, l'Orto Botanico e l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. La crescita esponenziale delle sue collezioni, che spaziano dal Quattrocento al Novecento, dalla pittura italiana a quella fiamminga, ebbe inizio nel 1801 sotto la direzione di Giuseppe Bossi. Fu allora che cominciarono ad affluire alcune delle opere più ammirate, come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Crocifissione di Bramantino, una Madonna col Bambino di Giovanni Bellini. Quando poi Milano divenne capitale del Regno d'Italia per volere di Napoleone, nel 1805, nel palazzo di Brera furono convogliati i più preziosi dipinti requisiti dall'esercito francese nelle chiese del Veneto, dell'Emilia, delle Marche. Dagli edifici sacri del milanese e delle città vicine affluivano affreschi staccati dei maggiori pittori lombardi (Bramantino, Bergognone, Vincenzo Foppa, Bernardino Luini) a costituire la più ricca collezione in questo ambito. Altri dipinti giunsero dalla quadreria arcivescovile di Milano e persino dal Louvre, per integrare la raccolta con un degno repertorio di opere leonardesche, raffaellesche e di scuola fiamminga (Rubens, Joardens, Van Dyck, Rembrandt). Dopo la Restaurazione, per oltre un secolo, la crescita proseguì a ritmo ridotto, ma la pinacoteca registrò alcuni importanti scambi e lasciti privati, con la conseguente acquisizione di capolavori straordinari. Fra questi il Cristo morto di Andrea Mantegna, opera rivoluzionaria per il taglio prospettico e il forte contrasto tra luci e ombre che esasperano la drammaticità della scena, ma anche l'Adorazione dei Magi di Correggio e la Cena in Emmaus di Caravaggio che si aggiunsero al vasto repertorio di dipinti di Gentile da Fabriano, Tintoretto, Tiziano, Guido Reni, Paolo Veronese, Giovanni Battista Tiepolo, Piero della Francesca. Del pittore e matematico di Sansepolcro, in particolare, si ammira la celebre Sacra Conversazione (nota anche come Pala di Brera) in cui è ritratto anche il duca Federico da Montefeltro, inginocchiato al cospetto della Madonna con il Bambino addormentato e di una schiera di santi. Notevole anche la collezione dell'Ottocento italiano, comprendente tele di Francesco Hayez, Silvestro Lega e Giovanni Fattori. L'ultima importante donazione, di Emilio e Maria Jesi, ha arricchito la Pinacoteca di Brera con opere dei maggiori artisti del primo Novecento, tra cui Boccioni, Braque, Carrà, De Pisis, Modigliani e Morandi. Come per i massimi musei mondiali, non tutto il patrimonio della pinacoteca è raccolto nelle sale aperte al pubblico. Le importanti opere custodite nei depositi vengono però esposte ciclicamente nel corso di mostre temporanee.

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