Nell'omonima piazza situata nel quartiere Oltrarno di Firenze sorge il maestoso Palazzo Pitti, sede di uno dei più importanti e prestigiosi musei italiani. L'imponente edificio, in realtà, ospita numerose aree espositive autonome, la più importante delle quali è senza dubbio la Galleria Palatina. Attorno a questa si sono sviluppate la Galleria d'Arte Moderna, il Museo degli Argenti, gli Appartamenti Monumentali e la Galleria del Costume (il maggiore museo italiano dedicato alla moda). La costruzione del palazzo iniziò attorno al 1457 per volontà di Luca Pitti, ricchissimo banchiere rivale della famiglia Medici. Secondo la leggenda, Pitti volle avvalersi del progetto stilato da Filippo Brunelleschi per la residenza di Cosimo de' Medici. Un progetto accantonato da Cosimo il Vecchio perché ritenuto troppo imponente e pretenzioso, e quindi capace di suscitare invidie. Pare che lo stesso Pitti esigesse che le finestre dell'edificio risultassero più ampie di quelle della residenza medicea. In realtà non si hanno prove sulla veridicità di questo aneddoto, mentre è noto che l'architetto ufficiale fu Luca Fancelli, allievo di Brunelleschi. Più che allo stile del maestro, Palazzo Pitti si rifà alla solennità classica, ma i lavori di costruzione dovettero tuttavia essere interrotti a causa di un imprevisto rovescio di fortuna della famiglia Pitti. Nel 1550 le sorti della famiglia non si erano ancora risollevate e il palazzo fu venduto a Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de' Medici. Pur mantenendo il suo nome, l'edificio divenne la residenza ufficiale medicea, e conobbe una serie di consistenti ampliamenti che si protrassero fino al '600. Nel '700 Palazzo Pitti passò ai Lorena, Granduchi di Toscana, che vi risiedettero fino all'annessione del Granducato al Piemonte. A Pietro Leopoldo di Lorena si deve, fra l'altro, l'apertura dei primi spazi museali nel 1833. Passato ai Savoia, il palazzo fu residenza ufficiale del Re dal 1865 al 1871, quando Firenze era capitale del Regno d'Italia. L'arte esposta a Palazzo Pitti è principalmente espressione del periodo fra il Cinquecento e il Settecento, in conformità con le origini storiche della collezione. Anche la maggior parte delle superbe decorazioni interne riflette lo stesso stile. L'inestimabile Galleria Palatina si snoda fra i saloni più belli e sontuosi del palazzo. Qui è possibile ammirare alcune delle opere più significative del Rinascimento e del Barocco, le epoche auree del palazzo stesso. La disposizione dei quadri, d'altro canto, non segue i criteri espositivi dei musei moderni ma si rifà a esigenze decorative ed estetiche. Il cuore della collezione è costituito dalla stessa collezione medicea, composta da circa 500 tele che testimoniano il gusto e la passione della famiglia per l'arte. Il percorso espositivo inizia al primo piano (il piano nobile), nel vestibolo, e prosegue con alcune sale dedicate alla scultura. Ma la galleria vera e propria si apre poco più avanti, con una teoria di sale intitolate a figure mitologiche e contraddistinte da affreschi in tema, realizzati sulle volte. I primi cinque saloni, in particolare, sfoggiano affreschi realizzati dal più importante artista dell'epoca: Pietro da Cortona. La Sala di Venere custodisce una celebre Venere Italica, opera di Antonio Canova, e ben quattro capolavori di Tiziano. Fanno da contraltare due maestosi paesaggi di Rubens, il maestro fiammingo contemporaneo del Tiziano, e due marine dipinte da Salvator Rosa. Più movimentata la Sala di Apollo, in cui sono esposte opere di numerosi “colossi” del Rinascimento: da Rosso Fiorentino a Tintoretto, da Andrea del Sarto a Jacopo Pontormo, dal Guercino a Guido Reni. La scuola fiamminga è rappresentata da opere di Van Dyck e Rubens. La Sala di Marte ospita due capolavori di Rubens (Le conseguenze della guerra e I quattro filosofi), oltre a ritratti di Van Dyck, Veronese, Tiziano e Tintoretto. La Sala di Giove, pensata per ospitare il trono del Granduca, è forse la più bella di Palazzo Pitti. Ad impreziosirla contribuiscono capolavori come la Velata di Raffaello, Le tre età dell'uomo, di Giorgione ed altre importanti opere di scuola toscana del primo Rinascimento. La Sala di Saturno offre un impareggiabile saggio del percorso artistico e stilistico di Raffaello, con numerose opere che vanno dall'età giovanile a quella più matura. Ma qui è presente anche il maestro di Raffaello: Pietro Perugino. La Sala dell'Iliade è arredata con gusto neoclassico. In essa si ammira, fra l'altro, il Battesimo di Cristo di Paolo Veronese. Destinata a fungere da stanza da letto del Granduca, la Sala dell'educazione di Giove racchiude, non a caso, uno stupefacente Amore dormiente di Caravaggio. Di seguito si incontrano la Sala della Stufa, che spicca per gli affreschi straordinari di Pietro da Cortona, e la Sala di Ulisse, che vede protagonisti ancora Raffaello e Filippo Lippi. Il maestro fiorentino ritorna dell'ambiente successivo, la Sala di Prometeo, assieme ad altri protagonisti del rinascimento toscano come Sandro Botticelli e Luca Signorelli. Percorrendo il Corridoio delle Colonne, dedicato ad alcune notevoli opere fiamminghe, si giunge alla Sala della Giustizia e alla Sala di Flora, dove torna alla ribalta il Rinascimento italiano. La Sala dei Putti costituisce un trionfo della pittura olandese e fiamminga. Qui fanno bella mostra di sé Le tre grazie di Rubens. Fra le ultime sale si distinguono il “Quartiere del Volterrano”, dedicato al pittore Baldassarre Franceschini e la Sala di Psiche, splendidamente decorata dalle opere del paesaggista napoletano Salvator Rosa. Attraverso le ultime sale si accede agli appartamenti monumentali: una visita obbligata attraverso gli ambienti sontuosi e finemente decorati che hanno ospitato, nel corso dei secoli, i Signori di Firenze, i Granduchi di Toscana e il Re d'Italia.