Adagiata all'ombra del boscoso massiccio vulcanico dei Minti Cimini, Viterbo fu un centro etrusco e poi romano, ma la sua importanza crebbe enormemente solo nel basso Medioevo, quando, fra XI e XIII secolo, divenne residenza dei papi. A quel periodo risalgono le mura turrite della città, mentre le sette porte di accesso al borgo furono rifatte nel Cinquecento. Sempre a quel periodo è riconducibile l'impianto viario del centro, che ha il suo fulcro nella bella Piazza del Plebiscito: immagine di una città a misura d'uomo. Il leone che simboleggia Viterbo svetta su una colonna del Palazzo del Podestà, mentre il lato opposto della piazza è occupato dal Palazzo dei Priori, costruito nell'arco di un secolo fra il XV e il XVI secolo. Il palazzo ha conservato intatto il bel porticato che si affaccia sulla piazza, così come lo stemma di Sisto IV Della Rovere, che campeggia in alto sulla facciata, e il cortile interno a giardino. Oggi è sede del Comune ma se ne può visitare il piano nobile, con la deliziosa loggia panoramica e una serie di sale riccamente decorate fra cui spicca la Sala Regia, ornata da affreschi del 1500. Sulle pareti sono rappresentati i fatti storici e mitologici relativi alla nascita di Viterbo e i personaggi importanti delle varie epoche. Sul soffitto, borghi e castelli sotto il dominio di Viterbo. Percorrendo via San Lorenzo ci si addentra nel nucleo medievale della città, raggiungendo Piazza San Lorenzo che ospita l'edificio simbolo del gotico viterbese: è il duecentesco Palazzo dei Papi con la sua facciata merlata ingentilita da bifore e da una splendida loggia: sembra un merletto ma è pur sempre di pietra. All'interno la Sala del Conclave fu teatro di un celebre episodio di storia papale: alla morte del primo occupante del palazzo, Clemente IV, i cardinali non riuscivano a designare il nuovo pontefice e restarono qui chiusi a chiave (cum clave) dal 1268 al 1271, fino all'elezione di Gregorio X. Di matrice rinascimentale è, invece, la facciata del Duomo, fiancheggiato da un campanile gotico. L'interno è stato restaurato nelle forme romaniche originarie, e sfoggia un bel pavimento cosmatesco, un soffitto a capriate e pregevoli tele. Via San Pellegrino presenta le vedute più suggestive del quartiere medievale: ecco le tipiche case in peperino (una pietra vulcanica dalle tonalità calde) dotate di torri, scalinate esterne, portici e arcate di raccordo. Esempi di rilievo dell'architettura medievale viterbese sono la Casa Poscia (in via Saffi) e il severo Palazzo Alessandri, con il portico e il balcone affacciati sulla piazzetta San Pellegrino. Da vedere, nei dintorni, anche la chiesa romanica di Santa Maria Nuova (con un chiostrino longobardo) e la Fontana Grande del Duecento, una delle tante belle fontane di Viterbo, tuttora alimentata da un acquedotto romano. Raggiunta Porta Romana, è possibile costeggiare le mura verso nord, toccando alcune delle chiese più importanti: da San Sisto si passa a Santa Maria della Verità, la cui unica navata è coperta da affreschi quattrocenteschi. L'adiacente ex convento con il suo sorprendente chiostro gotico ospita il Museo Civico (uno dei più antichi d'Italia): raccoglie reperti preistorici ed etruschi, mentre nella Pinacoteca si scoprono opere di grande valore come la Pietà di Sebastiano del Piombo. Infine ecco la basilica di San Francesco: il suo grandioso interno gotico ospita i monumenti sepolcrali di alcuni papi, fra cui quello di Adriano V, attribuito ad Arnolfo di Cambio.