Fra Montepulciano e San Quirico d'Orcia, nel cuore della Val d'Orcia, Pienza occupa una collinetta che domina su uno dei paesaggi più belli e famosi del mondo. Architetti e critici d'arte sono concordi nell'indicare questo borgo in terra di Siena come la migliore incarnazione della “città ideale” teorizzata nel Rinascimento. Un centro, cioè, capace di fornire risposte razionali ai bisogni dei cittadini e alle esigenze della convivenza civile. Il merito dell'assetto urbanistico di Pienza, del profilo architettonico dei suoi edifici principali, è attribuito a un solo uomo, da cui deriva anche il nome della cittadina: Enea Silvio Piccolomini, nato proprio in questo borgo che all'epoca si chiamava Corsignano, e divenuto papa Pio II nel 1458. Prima che papa Piccolomini decidesse di trasformare il paese natale in un gioiello urbanistico all'avanguardia in Europa, Corsignano rivestiva un'importanza limitata, raccolto, com'era, attorno all'immancabile roccaforte senese, a guardia del territorio. Ma il compito di arricchire e ingentilire la città, secondo le regole auree dell'Umanesimo, fu affidato a Bernardino Rossellino, un grande architetto amico di quel Leon Battista Alberti che dell'architettura a misura d'uomo fu uno dei maggiori teorici. Rossellino era incaricato di costruire la nuova piazza, attorno alla quale sarebbero sorti gli edifici più importanti (il Duomo, il Palazzo Comunale e il Palazzo Piccolomini), oltre ad altre residenze private e alla cappella di San Francesco. Il luogo scelto come centro della vita cittadina corrispondeva, in linea con i principi classici, con il punto più alto della collina. Attorno alla piazza, poi, i maggiorenti locali furono spinti a ricostruire le loro residenze affidandosi ai migliori architetti del tempo. Pienza nacque, letteralmente, in pochi anni. Poco dopo la morte di Pio II e dello stesso Rossellino veniva completata la meravigliosa Piazza Pio II, capolavoro di misura e di armonia, espressione di norme prospettiche ispirate tanto alla funzionalità delle strutture, quanto all'estetica. La sensazione di perfetto equilibrio fra gli edifici che delimitano questo spazio è corroborata dalla forma trapezoidale della piazza, con gli edifici sui lati divergenti (Palazzo Vescovile e Palazzo Piccolomini) che si allargano in direzione del Duomo, in modo che chi guarda la chiesa, con il Palazzo del Comune alle spalle, ha la percezione di uno spazio quadrato. La valutazione delle distanze e delle proporzioni è agevolata dalla tipica pavimentazione a riquadri ampi, come quelli della “Città ideale” dipinta dal Laurana. In un'area piuttosto ristretta, Rossellino ottenne così un'immagine di grandiosità e solennità che si irradiava agli edifici circostanti. L'architetto “firmò” idealmente la sua opera con il raffinatissimo pozzo collocato presso palazzo Piccolomini: due colonne sormontate da eleganti capitelli e da un architrave in travertino minutamente lavorato. Le forme della Cattedrale, dedicata all'Assunta, piacquero tanto al papa che questi pensò di colpire con una scomunica preventiva chiunque avesse osato alterarle. La facciata in travertino è divisa da semipilastri fiancheggiati da colonne in tre parti uguali, in cui si aprono altrettanti portali sormontati da archi a tutto sesto. Nel timpano spicca, enorme, lo stemma dei Piccolomini. Luminosissimo l'interno, grazie ai finestroni che si aprono nell'abside, sull'esempio germanico. Lo stile è quello rinascimentale ma lo sla
ncio verso l'alto dei pilastri, su cui poggiano le volte a crociera, ricorda il Gotico. Così anche le finestre a sesto acuto e il campanile ottagonale, coronato da una bella cuspide, che poggia sull'antica Cripta in cui si ammira il fonte battesimale del Rossellino. Cinque dipinti dei maggiori artisti senesi furono realizzati espressamente per decorare gli interni del tempio. Fra questi le pale d'altare di Giovanni di Paolo e Matteo di Giovanni, mentre nella quarta cappella si incontra l'Assunzione di Maria, un capolavoro del Vecchietta. Dietro il Duomo si scopre un bel panorama sulla Val d’Orcia, con Radicofani, il Monte Cetona e il Monte Amiata. Osservando Palazzo Piccolomini si pensa al Palazzo Ruccellai, costruito dall'Alberti a Firenze. Nella sobria facciata in bugnato, ripartita in tre ordini, si aprono bifore ampie ed eleganti, mentre il lato che guarda alla campagna sfoggia una loggia a tre ordini con splendida vista sul giardino pensile e sulla valle sottostante. All'interno è possibile visitare la sala d'armi, la camera da letto del papa, la biblioteca, la sala da pranzo e il salotto: tutti finemente e riccamente arredati. Sul lato opposto sorge il Palazzo Vescovile (originariamente Palazzo Borgia), di aspetto austero, divenuto un prezioso scrigno d'arte in quanto sede del Museo Diocesano. Notevoli sono, in particolare, le raccolte di paramenti e oreficeria sacra, la collezione di arazzi fiamminghi del Rinascimento, i corali miniati e le tavole di maestri senesi come Bartolo di Fredi, di cui si ammira la splendida Madonna della Misericordia. L'attenzione si sposta, poi, sul Palazzo Comunale, ingentilito da un ampio e profondo porticato con archi a tutto sesto. Il piano superiore, scandito da quattro bifore leggiadre, è sormontato da una torre merlata con un grande orologio del XV secolo. All'interno si ammira la Sala Consiliare che custodisce un affresco di scuola senese raffigurante la Madonna con Bambino e i patroni di Pienza. L'edificio sorge all'imbocco di via Rossellino, su cui si affacciano parecchie residenze signorili come Palazzo Ammannati e Palazzo Simonelli. Percorrendo questa strada ci si imbatte, fra l'altro, nella duecentesca chiesa di San Francesco. Passando per il grande portale sormontato d
a un arco gotico cieco, si entra nel tempio: un ambiente raccolto, semplice ma suggestivo, in stile francescano, che conserva dipinti del Trecento e una bella tavola di Luca Signorelli. A pochi chilometri dall'abitato, poi, si incontra la Pieve di Corsignano dove fu battezzato papa Piccolomini. La struttura romanica comprende una torre cilindrica ed è arricchita da due splendidi portali: il primo decorato con motivi mitologici, il secondo con un presepe di stile bizantino. Merita una visita anche il monastero olivetano di Sant'Anna, che sfoggia un bel chiostro e i preziosi affreschi realizzati dal Sodoma nel refettorio.