Ritorna anche quest'anno a Macerata Campania (Caserta) la “Festa di Pastellessa” in onore di sant'Antonio abate, durante la quale i riti religiosi si mescolano a celebrazioni di carattere storico e folcloristico. Il momento culminante della festa coincide con la tradizionale sfilata delle “battuglie di pastellessa”. Come ogni anno, in occasione della sfilata del 17 gennaio, vengono allestiti carri (le battuglie), lunghi circa 20 metri e alti 4. Il trattore ha sostituito buoi e cavalli che un tempo avevano il compito di trainare i carri. Su di essi trovano posto decine di suonatori impegnati a percuotere botti e tini con gli strumenti del lavoro contadino, al ritmo dettato dal capo-battuglia. Le voci della piazza, la frenesia della folla, il suono assordante degli strumenti si fondono e rendono questa esperienza unica e coinvolgente. Il termine “pastellessa”, invece, deriva da un piatto tipico della cucina contadina, la past e llesse, ovvero pasta con le castagne secche. Nello stesso giorno si assiste al grande spettacolo dei fuochi pirotecnici “figurati”, che ruotano attorno alle immagini della “signora”, del “puorco”, del “ciuccio” e della “scala”. La loro distruzione col fuoco, al cospetto di una folla festante, rappresenta la vittoria del bene contro il male, dell'uomo di fede contro le tentazioni terrene. Altrettanto carichi di significato sono i grandi falò che si accendono nelle strade e nelle piazze dopo il tramonto, a sottolineare la chiusura del ciclo produttivo annuale. La festa di Santantuono si chiude poi con la “riffa”, cioè la vendita all'asta dì tutti i beni in natura raccolti durante la processione del santo, oltre a quelli offerti in precedenza dai credenti. L'asta serve a raccogliere fondi da distribuire in beneficenza. I beni invenduti sono destinati ai poveri.