In una piana attraversata dal fiume Topino e dalla Via Flaminia, a 40 chilometri da Perugia, si trova Foligno, terzo centro dell'Umbria per importanza. La sua fondazione si devono a un popolo che i Romani, per bocca di Plinio il Vecchio, chiamarono Fulginates. La rinascita dopo le invasioni barbariche iniziò forse nell'VIII secolo, attorno al sepolcro e alla cattedrale di San Feliciano, patrono della città. Nel basso Medioevo Foligno crebbe con continuità, prima come città ghibellina alleata di Federico Barbarossa, poi sotto la signoria guelfa dei Trinci. L'avvento dell'Umanesimo la vide ancora protagonista: infatti dalle sue pionieristiche stamperie uscirono, nel 1472, le prime copie della Divina Commedia. Ma l'episodio forse più famoso risale al 1205 e coincide con la prima tappa del percorso di conversione e predicazione di San Francesco. In quella che al tempo si chiamava Piazza Grande (oggi Piazza della Repubblica) il futuro Poverello di Assisi mise in vendita il proprio cavallo e le stoffe del negozio paterno. Il denaro raccolto era destinato ai restauri della chiesetta di San Damiano, nel suo paese natale. Quella che nel duecento doveva essere la piazza del mercato resta, ancora oggi, il fulcro della vita cittadina, nonché il luogo di maggior fascino. Su Piazza della Repubblica guardano infatti gli edifici più importanti, tanto agli occhi dello storico, quanto per gli amanti dell'arte. Il più antico è proprio il Duomo, iniziato nel 1133 e più volte rimaneggiato fino al Settecento, quando gli interni assunsero forme e decorazioni neoclassiche con il progetto di Luigi Vanvitelli e l'intervento del folignate Giuseppe Piermarini (l'architetto del Teatro alla Scala di Milano). Il profilo romanico è rimasto inalterato nelle due facciate del tempio: quella principale (la più antica) presenta una sobria decorazione imperniata su una loggetta sormontata da un grande rosone; quella secondaria, sorta nel 1201 con l'aggiunta del transetto, appare molto più ricca di decorazioni e anche meglio conservata. Splendido il portale a cinque arcate finemente scolpite. Fra i bassorilievi si può notare l'effigie del Barbarossa. Sul portale si apre un'elegante loggia a sei archi, con due rosoni gemelli ai lati e un terzo, ben più grande, nell'ordine superiore che si caratterizza per la singolare asimmetria delle trifore, di chiara ispirazione gotica. All'interno l'attenzione è catturata dal fastoso baldacchino dell'altare, fedele riproduzione di quello berniniano nella Basilica di San Pietro a Roma. Opera dello stesso Bernini. Di grande rilievo sono pure il Crocifisso a rilievo trecentesco scolpito da Nicolò di Liberatore e la Cappella del Sacramento aggiunta nel Cinquecento, su progetto di Antonio Sangallo il Giovane. Fra la navata e il transetto del Duomo fu costruito il Palazzo dei Canonici, mentre sul lato opposto della piazza spicca la mole del Palazzo Comunale, costruito nel Duecento. La sua facciata neoclassica è ben più recente e risale all'inizio dell'Ottocento. Sempre in Piazza della Repubblica si ammirano il Palazzo del Podestà, il Palazzo Orfini (del XV secolo) e il grandioso Palazzo Trinci, simbolo del potere che resse Foligno fino al 1439. Il complesso è frutto di un'opera di accorpamento di strutture già esistenti ed è raccordato anche con il Duomo per mezzo di un arco che funge da accesso alla piazza. L'ambiente più suggestivo è il cortile gotico, arricchito con logge e trifore e con una bella scalinata a tre rampe coperte da volte a crociera. L'edificio che in origine accoglieva la corte umanistica dei Trinci non ha perso la sua vocazione culturale: oggi è sede della Pinacoteca Civica, ospitata nei ricchi ambienti del secondo piano dove si conservano cicli di affreschi realizzati fra XIV e XV secolo, in gran parte di autori ignoti. Il più celebre e ammirato è quello che ricopre la Sala delle arti liberali e dei pianeti, recentemente attribuito a Gentile da Fabriano. Il patrimonio della pinacoteca comprende preziosi affreschi staccati, pale d'altare e tele, in gran parte opera di maestri locali come Nicolò di Liberatore e Pierantonio Mezzastris. Lasciata la piazza si può imboccare via Garibaldi, lungo la quale si incontrano la chiesa di San Salvatore con la sua facciata trecentesca, l'interno rinnovato dal Vanvitelli e gli affreschi rinascimentali, e l'Oratorio della Nunziatella che custodisce un affresco del Perugino raffigurante il Battesimo di Gesù. Ripercorrendo la strada a ritroso si prosegue su via Mazzini fino a Piazza san Domenico, per ammirare l'omonima chiesa medievale da poco restaurata. Qui si affaccia anche l'edificio religioso più antico della città: la chiesa di Santa Maria Infraportas, dell'XI secolo. Molto suggestivo l'esterno del tempio, dominato da un severo campanile romanico, come l'interno a tre navate decorato dai massimi pittori folignati. A ridosso delle mura meridionali che chiudono il centro storico si può sostare nel Parco dei Canapè, storico cuore verde cittadino dal 1778. La denominazione deriva dagli ottanta sedili riservati ai signori di Foligno, il cui nome è tuttora inciso nella pietra. Usciti dalle mura si può far rotta sull'Abbazia di Sassovivo (appena fuori dall'abitato in direzione est). Il convento benedettino, fondato attorno al Mille, è immerso in una rigogliosa lecceta e sfoggia un magnifico chiostro ingentilito da 128 colonnine binate, lisce o tortili, e da mosaici cosmateschi. Tutt'altra atmosfera si respira invece nel “Campo de li giochi” di Foligno quando, alla metà di giugno e di settembre, si rinnova l'appuntamento storico con la Giostra della Quintana. Per l'occasione, i rappresentanti dei dieci rioni cittadini si sfidano in un torneo cavalleresco in costume che trae spunto da analoghi tornei seicenteschi. Al Seicento sono ispirati anche i costumi del grande corteo che sfila per la città coinvolgendo un migliaio di figuranti, la sera precedente la Giostra.