Centro monumentale e medievale di Bologna, Piazza Maggiore riunisce alcuni fra i più importanti edifici religiosi e civili della città. Gran parte dei palazzi che la delimitano sorsero infatti nel Duecento, mentre alla metà del Quattrocento la piazza aveva già assunto la sua fisionomia definitiva, con la caratteristica forma a “L”. L'edificio più recente è proprio il grande Duomo di San Petronio che, nonostante la facciata incompiuta con l'ordine superiore in pietra grezza, resta un capolavoro del Gotico italiano nonché la quinta chiesa al mondo per dimensioni. Nell'ordine inferiore, rivestito in marmi, si aprono tre portali di cui il maggiore è ornato dai rilievi del senese Jacopo della Quercia. Fra le tre navate dell'interno e le cappelle laterali sono raccolte innumerevoli opere d'arte quattrocentesche come gli affreschi e le vetrate di Giovanni da Modena, un San Rocco del Parmigianino, un'Annunciazione di Francesco Francia, un coro ligneo intarsiato e un organo datato 1475 (forse il più antico in Italia). Nel Cinquecento fu aggiunta la grandiosa tribuna del Vignola che si ammira nel presbiterio. Di poco precedente è il Palazzo dei Notai, costruito nel 1381 dalla Società dei Notai, con la sua cornice merlata e la serie di bifore chiuse da archi ogivali. Sul lato opposto di Piazza Maggiore si allunga il prospetto del Palazzo del Podestà, eretto all'inizio del Duecento e rifatto in forme rinascimentali dal 1484. Dell'edificio originario resta però la merlata Torre dell'Arengo, con il “campanazzo” che suona solo in occasione degli eventi più importanti. Alla destra del Duomo la piazza è chiusa dal Palazzo dei Banchi, la sede dei banchieri progettata dal Vignola, e dal portico più elegante e solenne di Bologna: quello dell'Archiginnasio, prima sede stabile della più antica Università europea. Il braccio più corto della “L” prende il nome di Piazza Nettuno, in onore della colossale statua bronzea scolpita dal Giambologna nel 1566, che sembra controllare i passanti dal vertice della Fontana del Nettuno. Ai due lati del “Gigante” prospettano altrettanti palazzi intrisi di storia. Il lato ovest coincide con la lunga facciata del Palazzo Comunale, storica sede del potere sviluppatasi attorno a una casa-torre. Nell'ala sinistra del prospetto si apre un massiccio portico ad arcate ogivali, in quella destra sono allineate bifore ornate in cotto. Al centro spicca il grandioso portale di Galeazzo Alessi, sormontato dalla statua di Gregorio XIII. Passando per il vasto cortile porticato si visitano le sontuose sale di rappresentanza del primo piano, tra cui la Sala d'Ercole decorata da un famoso affresco di Francesco Francia: la Madonna del terremoto. Il palazzo ospita le Collezioni Comunali d'Arte (con opere dei maggiori pittori emiliani, da Guercino a Guido Reni, dal Parmigianino ai Carracci) e il Museo Giorgio Morandi, dedicato al pittore e incisore bolognese. A nord la piazza sfocia nella elegante via Rizzoli. Percorrendola si passa subito accanto alla mole tetragona del Palazzo di Re Enzo, altro edificio merlato del Duecento, noto per essere stato la prigione del figlio di Federico II. Ma l'attenzione è attratta dalle due torri pendenti che svettano al termine del breve corso, all'imbocco dell'antica Via Emilia, simbolo di Bologna e residuo della città medievale turrita. La Torre degli Asinelli è alta quasi cento metri e ha resistito a terremoti e incendi. Può essere visitata fino alla sommità, salendo una scala di 498 gradini. La Torre della Garisenda misura circa 48 metri ma fu ribassata nel Trecento a causa di un cedimento del terreno. Ai tempi di Dante, che la cita nell'Inferno, toccava i 60 metri.