È dedicata a Santo Stefano, patrono di Baiano (Avellino) la Festa del Maio, che si svolge tra il 25 e il 26 dicembre. Questa celebrazione ha origini antichissime, le cui radici affondano in riti pagani, ma si inserisce nella tradizione cristiana, come presentazione di doni a scopo propiziatorio e di ringraziamento: il Maio, l'albero maggiore, vale infatti come offerta sacra. La pianta viene tagliata la mattina di Natale, dopo essere stata scelta tra i più grandi e maestosi alberi di castagno. L'albero viene privato dei rami e caricato su un carro. L'operazione è accompagnata da una battuta di caccia per le campagne circostanti, allo scopo di procacciare un lauto pranzo per l'occasione festiva. Il carro viene portato in trionfo fino alla chiesa di Santo Stefano, accompagnato nel suo percorso da canti, fuochi d'artificio e spari a salve. In chiesa si svolge la benedizione del parroco, al termine della quale l'albero, simbolo di pace e di amore, viene issato nel mezzo della piazza. Secondo la tradizione, il parroco celebra una messa al cospetto dell'albero. Dopo pranzo, i giovani del paese si impegnano ad accumulare rami e vecchi oggetti combustibili, da accatastare ai piedi del Maio. Il procedimento è scandito da musica e canti popolari, con il costante accompagnamento di botti e spari a salve. La gioiosa festa popolare coinvolge tutto il paese e raggiunge il culmine con l'accensione di un enorme falò propiziatorio ai piedi dell'albero di castagno, attorno al quale ci si lancia in danze accompagnate da gruppi improvvisati. Il rito del fuoco dura per tutta la sera di Natale. Il giorno di Santo Stefano, poi, il l'effigie del Santo Patrono viene portata in processione per le vie del borgo. La festa assume così accenti di raccoglimento spirituale, dopo le manifestazioni carnascialesche di gioia della giornata precedente.