Il tempio dedicato a tutti gli dei per volontà dell'imperatore Adriano, il Pantheon, è anche l'edificio che meglio rappresenta i vertici raggiunti dall'architettura romana. Ci è giunto in perfetto stato di conservazione, grazie alla successiva conversione in chiesa, ma l'autore di un tale miracolo di perfezione e armonia è destinato probabilmente a rimanere ignoto. Per alcuni fu Apollodoro di Damasco a concepirne la struttura possente, frutto dell'incontro fra la forma di una sfera e quella di un tempio greco. Michelangelo, invece, usava dire che l'opera era scaturita direttamente da un'intelligenza angelica. Di certo il Pantheon vide la luce fra il 118 e il 125d.C. sulle rovine di un precedente edificio eretto dal console Marco Vipsanio Agrippa nel 27a.C., come si legge tuttora sulla facciata. Adriano volle anche che attorno al tempio sorgesse una grande piazza porticata, oggi sostituita dalla bella Piazza della Rotonda con la sua fontana rinascimentale e l'obelisco di Ramsete III. Al pronao rettangolare, di otto colonne per tre ordini, fu accostato un corpo centrale corrispondente al volume di una sfera inserita in un cilindro. Un muro circolare spesso ben 6 metri sorregge il tamburo (alto 30 metri) e la cupola di forma perfettamente emisferica, del diametro di 43,30 metri. L'oculus aperto alla sommità della cupola misura circa 9 metri e dà luce al vasto ambiente interno. Proprio la cupola (la più grande mai realizzata in muratura) risulta essere l'elemento più sorprendente: l'intera struttura si sostiene grazie a un sofisticato sistema di archi di scarico e all'uso del calcestruzzo in combinazione con materiali sempre più leggeri man mano che si sale verso l'alto. Nella parete circolare su cui poggia la semisfera si aprono sette grandi esedre chiuse da colonne e inframezzate da edicole, mentre l'ordine superiore ha perso l'originale rivestimento in marmi colorati. La superficie interna della cupola è decorata da ordini concentrici di cassettoni trapezoidali. Sebbene sia ovviamente infondata la leggenda secondo cui la pioggia non filtra attraverso l'oculo, in virtù di un misterioso sistema di correnti, il pavimento leggermente convesso assicurava il deflusso dell'acqua nei canali di scolo posti lungo il perimetro. Trasformato in tempio cristiano all'inizio del VII secolo, col nome di Santa Maria ad Martyres, il Pantheon divenne, dal Cinquecento, la tomba di alcuni grandi artisti tra cui Raffaello Sanzio, per sua esplicita richiesta. Vi sono sepolti anche Vittorio Emanuele II e alcuni membri di casa Savoia.