Nel cuore del nucleo originario della città di Palermo sorge il Palazzo dei Normanni, costruito probabilmente sulle rovine di un'antica fortezza punica. Difficile stabilire con precisione le origini dell'edificio, ma pare che questo luogo, situato nel punto più alto dell'antica rete urbana, abbia ospitato da sempre le massime autorità succedutesi al governo della Sicilia. Al periodo della dominazione araba risalgono le prime testimonianze: qui sorgeva il Qasr, residenza dell'Emiro, da cui deriva il nome del quartiere (Cassaro). I Normanni ampliarono e abbellirono notevolmente l'intera struttura, che tornava a quel tempo ad essere residenza reale. La vita di corte ruotava attorno alla Sala Verde, dove si celebravano banchetti e assemblee. Dal corpo centrale del palazzo si dipartivano diverse ali, con funzioni differenti, collegate da terrazzi e giardini ornati da fontane. Oggi, delle quattro torri poste alle estremità dell'edificio ne resta solo una, la Pisana, sede di un osservatorio dal 1791. Assieme al corpo centrale dell'edificio, la Pisana è ciò che resta dell'antico palazzo. Dopo un periodo di degrado, l'edificio fu finalmente restaurato nel Seicento. All'epoca dei Viceré spagnoli risalgono la facciata meridionale e la bella corte interna, scandita da tre ordini di arcate. Il Palazzo Reale, attualmente sede del Parlamento Siciliano, custodisce un tempio di bellezza ineguagliabile, da tutti considerato uno dei più importanti capolavori d'arte normanna. È la Cappella Palatina, costruita per volontà di Ruggero II nell'arco di dieci anni a partire dalla sua incoronazione, nel 1130. L'ingresso alla chiesa è posto nella corte. Questo è anche l'unico lato visibile dall'esterno, ornato con lastre di marmo bianco incorniciate da mosaici in pietra dura. Le “storie di David” sono il tema delle decorazioni musive poste al livello superiore e risalenti al IX secolo. Entrando nella cappella appare evidente l'impianto basilicale a tre navate, divise da archi, ogive e colonne granitiche o marmoree con capitelli di fogge varie ed elaborate. Ma ciò che più colpisce è lo sfolgorio diffuso delle stupefacenti decorazioni auree, in puro stile arabo-normanno. In fondo alle navate si apre il presbiterio, sopraelevato di cinque gradini. Sulla destra del presbiterio, un doppio ambone poggia su eleganti colonne e pilastrini. Un'aquila e un leone sorreggono i leggii. Un meraviglioso candelabro pasquale svetta con eleganza, carico di sorprendenti decorazioni ispirate a rappresentazioni allegoriche. In fondo alla cappella è collocato il maestoso trono incastonato nel mosaico che decora la parete di fondo. Alzando lo sguardo si contempla un Cristo assiso circondato dagli arcangeli Michele e Gabriele e dai santi Pietro e Paolo. Ma tutte le pareti della navata centrale, la cupola, il transetto e le absidi sono interamente ricoperti da mosaici di suprema bellezza. La loro fattura (smalto e lamine d'oro incollate a tessere in vetro) ne determina il caratteristico scintillio. I mosaici della navata centrale e della cupola sono i più antichi e narrano episodi biblici tratti dal Vecchio Testamento. Nella cupola è rappresentato il Cristo Pantocratore: un'icona che contraddistingue tutti i templi normanni della stessa epoca. Gran parte delle decorazioni musive risalgono comunque allo stesso secolo in cui la Cappella Palatina fu eretta. Contemplando le scene della navata, si nota che ogni icona risponde a precise simbologie e a una funzione didascalica. Colpisce, ad esempio, la somiglianza fra il volto di Dio e quello di Adamo, sottolineato dall'iscrizione creavit ominem at imaginem sua. Le scene del presbiterio, invece, sono rivolte al clero e mirano a stimolarne la riflessione. Le decorazioni del transetto destro ruotano attorno alla figura di san Paolo ma comprendono episodi della vita di Cristo. Fra le rappresentazioni più belle spicca la Natività, con l'arrivo dei Magi. Il transetto sinistro, invece, era dedicato alla figura di san Pietro, sebbene le decorazioni originarie siano state rimpiazzate nel XIV secolo da nuove scene ispirate alla vita di sant'Andrea. Anche le immagine delle navate laterali rispecchiano la ripartizione tematica suggerita dal transetto. Ovunque, però, accanto ai motivi religiosi sono rappresentati elementi naturali, come piante e animali, e su tutto domina un firmamento fulgido di stelle. Merita una visita il Tesoro della Cappella, comprendente oggetti di immenso valore artistico e storico: cofanetti in avorio arabi ed egiziani, calici, ostensori, reliquiari, un sigillo mesopotamico e una pergamena che reca la data della consacrazione della Cappella, il 1140. Proseguendo la visita al Palazzo, invece, è possibile ammirare il Salone d'Ercole, affrescato da Giuseppe Velasquez, che ospita l'Assemblea Regionale, la Sala dei Viceré, la base dell'antica torre Joaria, e la splendida Sala di Ruggero II. Qui le decorazioni richiamano i motivi della Cappella, con figure di animali e piante di straordinaria eleganza e raffinatezza. Le rimanenti sale, invece, presentano arredi e decorazioni del XVIII e XIX secolo.