Oltre sette secoli fa, nel 1300, anno del primo Giubileo, fu presumibilmente posta la prima pietra della celeberrima cappella che il potente banchiere padovano Enrico Scrovegni aveva voluto, a completamento del suo palazzo e con l'intenzione di redimere la fama del padre Reginaldo, noto usuraio. Il compito di decorare la cappella fu affidato a due fra i più grandi artisti del tempo che, con la loro opera, fecero di questa cappella sepolcrale uno dei più grandi tesori d'arte che sia possibile ammirare oggi in Italia. A Giovanni Pisano furono commissionate tre statue marmoree raffiguranti la Madonna con Bambino fra due diaconi, destinate ad adornare l'altare. A decorare le pareti fu chiamato Giotto, a quel tempo già affermato come pittore, avendo lavorato su commissione del Papa nella Basilica di San Francesco d'Assisi e a San Giovanni in Laterano, a Roma. Anche nella stessa città di Padova egli aveva già lasciato traccia del suo genio, nella Basilica di Sant'Antonio e nel Palazzo della Ragione. Nella Cappella degli Scrovegni Giotto realizzò uno dei suoi massimi capolavori, creando una narrazione per immagini della Passione di Cristo e delle storie di Maria e di Gesù, in una serie di tre linee di riquadri poste una sopra l'altra, lungo tre lati dell'edificio. Nella controfacciata, dove si conclude questa rappresentazione delle vicende della redenzione umana, è rappresentato un grandioso Giudizio Universale. Più nel dettaglio, il ciclo pittorico è incentrato su tre temi principali: gli episodi della vita di San Gioacchino e Sant'Anna, quelli della vita di Maria e quelli della vita e della morte di Gesù. Questi straordinari dipinti, oggi considerati fra le massime espressioni dell'arte occidentale, rivelano, fra l'altro, più di un riferimento astronomico. Il più celebre riguarda la riproduzione della cometa di Halley, il cui passaggio era stato osservato da Giotto nel 1301. L'artista raffigura la cometa in luogo della stella di Betlemme, nella sua “Adorazione dei Magi”. Oggi si ritiene, invece, che la luminosa stella capace di guidare, secondo la tradizione, i Magi verso la loro meta, non fosse altro che un singolare allineamento astrale fra Giove e Saturno. L'interesse del pittore per l'astronomia è testimoniato anche da alcuni sorprendenti allineamenti delle figure rappresentate: nel giorno dell'Annunciazione, ad esempio, un raggio di sole penetra da una fessura appositamente praticata in una finestra, inondando una raffigurazione della Madonna e spingendosi anche più in alto, a illuminare una miniatura della stessa Cappella degli Scrovegni, posta sopra l'immagine della Vergine. Giotto completò poi il suo ciclo di affreschi con una serie di riquadri posti al livello più basso, raffiguranti le allegorie dei Vizi e delle Virtù. L'arredo degli interni fu completato con una splendida Croce lignea che attualmente può essere ammirata nell'adiacente Museo degli Eremitani. Dall'esterno, più volte modificato nel corso dei secoli, la Cappella si presenta come una costruzione lineare, con mattoni a vista e tetto a due falde. A partire dal 1880, quando la Cappella fu acquistata dalla Città di Padova, gli affreschi giotteschi, in passato esposti a più di una minaccia, sono stati oggetto, a più riprese, di interventi conservativi e di restauro. A questi si sono aggiunti, negli anni Settanta, studi e monitoraggi sullo stato dell'edificio, la qualità dell'aria e i fattori inquinanti. Ne è derivata la costruzione di un nuovo corpo di accesso e di un sofisticato impianto per il trattamento dell'aria, che permette di accogliere un costante flusso di visitatori senza mettere a repentaglio la conservazione degli affreschi. L'ultima grande opera di restauro risale al 2001 e ha restituito all'opera quella freschezza e vivacità dei colori che sorprende il visitatore tuttora. La visita all'interno della Cappella, (dal ciclo pittorico alla sala multimediale, articolata in diverse postazioni) ha una durata minima di mezz'ora, a cui si aggiunge un “tempo di acclimatamento” di circa quindici minuti, da trascorrere in una apposita sala adiacente. Le postazioni informatizzate della sala multimediale rappresentano il mezzo migliore per svelare ai visitatori tutti i segreti di questo capolavoro giottesco, attraverso l'uso di immagini, suoni, testi e ricostruzioni virtuali. Si consiglia anche una visita all'annesso Museo degli Eremitani, oggi struttutaro come un vero e proprio complesso museale e articolato in sezioni, dall'arte classica alla numismatica.