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Giovedì, 12/12/2024
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Milano: il Cenacolo di Leonardo

il cenacolo - particolare

Splendida sintesi di arte gotica e rinascimentale, la chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie, con l'annesso convento in cui Leonardo dipinse il suo celeberrimo Cenacolo, rappresenta un Patrimonio dell'umanità tutelato dall'Unesco. La facciata tardo-gotica del tempio, come buona parte del convento, testimonia il progetto originario di Guiniforte Solari che vide la luce nel 1482. Ma Ludovico il Moro, divenuto Signore di Milano, non era soddisfatto delle dimensioni della chiesa e ne fece abbattere l'abside e il presbiterio. Ad ampliare la struttura fu chiamato Donato Bramante. L'architetto urbinate disegnò le grandi absidi semicircolari, la cupola, la tribuna, la sagrestia e il chiostro minore del monastero. Suo anche il progetto per il refettorio, dove pare che Bramante abbia studiato la disposizione delle finestre in modo da garantire l'illuminazione ideale per l'affresco di Leonardo. L'accostamento fra due stili è evidente all'interno della basilica, recentemente restaurato. La parte anteriore è divisa in tre navate da possenti arcate a sesto acuto (quella centrale misura il doppio rispetto alle laterali). Alle decorazioni pittoriche di questa zona lavorarono parecchi maestri lombardi. La chiesa del Solari si apre poi in una luminosa tribuna rinascimentale, frutto del secondo progetto. A sinistra dell'abside il “chiostrino” (il più piccolo dei tre chiostri del del convento domenicano) è un altro raffinatissimo capolavoro del Bramante. Le arcate poggiano su esili colonne ingentilite da capitelli eleganti. A sinistra della facciata si trova anche l'ingresso al Cenacolo vinciano: sulla parete di fondo del vasto refettorio Leonardo rappresentò, fra il 1495 e il 1497, la scena dell'ultima cena di Cristo con gli apostoli. La tecnica scelta (tempera ricoperta da un olio a composizione segreta) si rivelò sensibile all'invecchiamento, come già faceva notare il Vasari nel Cinquecento. L'inquinamento e i bombardamenti della seconda guerra mondiale fecero il resto. Solo un restauro radicale ha consentito il recupero di una delle opere d'arte più visitate in Italia. Leonardo raffigura le reazioni dei commensali alle parole di Gesù, che annuncia il tradimento di uno di essi. Con straordinario realismo e con vivaci accostamenti cromatici ne cura le espressioni, dividendo gli apostoli in quattro gruppi disposti in uno spazio spiccatamente prospettico. Contrariamente alle rappresentazioni classiche, Giuda è in mezzo agli apostoli ma risulta evidenziato rispetto ai vicini Pietro e Giovanni. La fama di questo capolavoro, denso di simbologie non sempre in linea con la dottrina della Chiesa, si è ulteriormente estesa dopo la pubblicazione del romanzo di Dan Brown, Il Codice da Vinci, che suggerisce chiavi di lettura nascoste nel dipinto. Secondo le interpretazioni accreditate nel libro, fra l'altro, la figura rappresentata alla destra di Cristo sarebbe quella della Maddalena, anziché dell'apostolo Giovanni.

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