Due edifici caratterizzano la piazza principale di Ariccia, cittadina fra le più importanti dei Castelli Romani, universalmente nota per la sua porchetta. Da un lato la Collegiata di Santa Maria Assunta, disegnata da Gian Lorenzo Bernini, dall'altro Palazzo Chigi, ovvero la superba residenza barocca ideata dallo stesso Bernini per la potente famiglia dei Chigi. Nell'area sorgeva già il palazzotto di famiglia dei Savelli, ma nel 1661 il loro feudo fu acquistato da Agostino Chigi, nipote del papa Alessandro VII, il quale si affidò al celebre architetto di fiducia della famiglia per la completa ristrutturazione di questa dimora che si affiancava al Palazzo Chigi di Roma, oggi sede del Primo Ministro. I lavori furono completati nel 1672 sotto la supervisione di Carlo Fontana, discepolo e collaboratore del Bernini. Esternamente il palazzo di Ariccia si caratterizza per l'originale sintesi fra la tipica pianta a “U” delle ville romane e lo schema a blocco rettangolare. Originale, a quel tempo, fu anche la scelta della tinta “color dell'aria” (fra il grigio e il celeste) che di fatto muta a seconda delle condizioni climatiche e dell'illuminazione. Davvero affascinante risulta la visita agli interni, che hanno conservato gli arredi e le opere d'arte originali, arricchendosi ulteriormente di pezzi derivanti da altre residenze dei Chigi. Non è un caso se Luchino Visconti scelse le sale di Palazzo Chigi quale ambientazione per gli interni del film Il Gattopardo. Ambienti come la stanza da pranzo del “castello di Donnafugata” corrispondono dunque tuttora alle omologhe sale del palazzo di Ariccia. Sorprendono i rivestimenti in cuoio di Cordova (con disegni dorati e argentati) o damaschi, le decorazioni dei soffitti, i preziosi mobili d'epoca e le innumerevoli opere pittoriche e plastiche attribuite a maestri come il Cavalier d'Arpino, Mattia Preti, il Baciccio, gli scultori della scuola del Bernini e il ritrattista di famiglia Giovanni Maria Morandi. Al piano terreno si visitano, tra l'altro, l'Anticamera e la Camera rossa che condividono i ricchissimi rivestimenti in cuoio. Al piano nobile spiccano il Salone giallorosso tappezzato con damaschi bicolori, con uno splendido soffitto a cassettoni, la Sala dell'Ariosto dalle pareti interamente dipinte con scene dell'Orlando furioso, la Sala del trucco dedicata a un gioco simile al bowling in voga nel Seicento, la Camera verde (dal colore dei rivestimenti e delle stoffe) di Maria Virginia Borghese, moglie di Agostino Chigi. Notevole anche la Farmacia che fungeva anche da “gabinetto dei ritratti”, con 150 miniature dei membri del casato. L'itinerario si completa nell'incantevole parco di 28 ettari che per secoli costituì una tappa del Grand Tour in Italia, come dimostrano le tele di Corot e Turner e le cronache di Goethe, Stendhal e D'Annunzio. Le scenografie pittoresche, con fontane statue e reperti archeologici, ne fanno un precursore dei grandi parchi romantici.