Uno dei piaceri più grandi, visitando Roma, consiste nell'abbandonare gli itinerari turistici più “battuti”, quelli, per intenderci, che ci portano dai Fori Imperiali al Colosseo, da Piazza San Pietro ai Musei Vaticani e via dicendo. Solo in questo modo è possibile scoprire e apprezzare veramente l'inesauribile e denso universo di capolavori d'arte, più o meno nascosto fra la stradine e le piazze in cui si articola la Città Eterna. Non distante dal Senato e dalla ben nota Piazza Navona, tempio del Bernini, si incontra, ad esempio, la Chiesa di San Luigi dei Francesi, che domina l'omonima piazzetta. Questa chiesa, conosciuta anche come basilica nazionale dei francesi a Roma, si presenta al visitatore come uno scrigno ricolmo di capolavori fra i quali spiccano, non fosse altro che per fama, i dipinti caravaggeschi del “Ciclo di San Matteo”. La chiesa di San Luigi venne realizzata a partire dal 1518, per volontà di quel famoso cardinale Giulio de' Medici che, solo pochi anni più tardi, sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Clemente VII. Dopo la sospensione dei lavori del 1524, la fabbrica della basilica visse il periodo di massimo attività sotto la direzione di Domenico Fontana, nel decennio che va dal 1580 al 1589 e che si concluse con la consacrazione dell'edificio come tempio ufficiale dei francesi a Roma. La basilica venne infatti dedicata al loro Re Luigi IX, che aveva guidato due crociate ed era stato santificato. Ancora oggi, essa ospita le tombe di alcune alte personalità francesi dell'epoca. La facciata di San Luigi, probabilmente riferibile ad un progetto di Giacomo della Porta, è interamente realizzata in travertino e si sviluppa su due ordini sovrapposti, culminanti con un timpano triangolare, decorati orizzontalmente con cornici a rilievo e verticalmente da lesene con capitelli corinzi. Il risultato è la suddivisione del prospetto frontale in cinque settori distinti per ognuno dei due livelli. Quelli inferiori sono occupati centralmente dai tre portali di accesso e lateralmente da statue allocate in nicchie; quelli superiori da finestre e da un balcone centrale, intervallati da altre due sculture realizzate, come le prime, nel 1758 da Pierre Lestache. L'impianto interno è fastoso e riccamente addobbato, e per questo distante dallo stile italiano. La struttura è a tre navate, con cinque cappelle per lato, finemente decorate con uso di marmi e stucchi. Tuttavia, è l'arredo interno, più del complesso architettonico, a sorprendere tanto per il numero quanto per la qualità delle opere ospitate. È quasi doveroso iniziare dalla quinta cappella di sinistra della basilica, dove sono custoditi il "San Matteo e l'angelo", la "Vocazione di San Matteo" ed il "Martirio di San Matteo", dipinti dal grande Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, fra il 1597 e il 1602. Sulla volta si ammirano affreschi del Cavalier d'Arpino. A questi capolavori si può aggiungere un vasto elenco di opere di grande pregio: l'affresco di Charles-Joseph Natoire, "Morte e gloria di San Luigi, impreziosisce la volta della navata centrale. Nella navata di destra, presso il primo pilastro, si incontra il monumento ai soldati francesi caduti a Roma nel 1849, eretto da Pio IX. Lungo la navata destra, nella prima cappella spicca il “San Dionigi” di Renard Levieux. Nella seconda si ammira il dipinto “Ss.Cecilia, Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e la Maddalena” di Guido Reni, su originale di Raffaello. E ancora, le “Storie di Santa Cecilia” del Domenichino. La terza cappella è decorata da “Santa Giovanna di Valois” di Etienne Parrocel. La quarta dal “Giuramento di Clodoveo” di Jacopino del Conte; sulla volta e sulle pareti, episodi della vita di Clodoveo, dipinti da Pellegrino Tibaldi e dal Sermoneta. Presso l'altare maggiore spiccano l'Assunzione di Francesco Bassano e la Trinità di Jean Jacques Caffieri. Nella quarta cappella di sinistra sono conservate la Natività, e l'Annunciazione di Charles Mellin, e l'Adorazione dei Magi di Giovanni Baglione. La terza ospita il “S.Luigi IX” di Plautilla Bricci, oltre ad affreschi di Ludovico Gimignani e di Nicolas Pinson. Nella seconda cappella: “S.Nicola da Bari” di Girolamo Muziano, i “Santi Girolamo e Caterina” di Girolamo Massei ed episodi della vita del santo di Baldassare Croce. Nella prima cappella di sinistra, infine, spicca il “San Sebastiano”, altra pregevole opera del Massei.