Un tempio che celebrasse e custodisse la memoria e le spoglie dei martiri cristiani, vittime delle persecuzioni dei Romani: questa la volontà di Ambrogio, vescovo di Milano e fondatore, attorno al 386d.C., della Basilica Martyrum che oggi porta il suo nome. L'edificio fu eretto infatti nel luogo in cui erano sepolti Gervasio e Protasio, le cui spoglie dovevano riposare all'interno della chiesa assieme a quelle di altri martiri. Interessata, a più riprese, da rifacimenti ed ampliamenti, la Basilica di Sant'Ambrogio assunse il suo aspetto definitivo fra il IX e il X secolo, caratterizzandosi come il più grande e solenne esempio di architettura romanica lombarda. Al vescovo Ansperto, in particolare, si deve la costruzione dell'ampio quadriportico che si stende davanti all'ingresso del tempio. I capitelli di ogni pilastro sono adorni di decorazioni che evocano piante, animali mitologici e figure di mostri. L'atrio porticato, assieme alla facciata “a capanna”, tipica dell'architettura lombarda, è fra gli elementi che contraddistinguono maggiormente la fisionomia dell'edificio. Al livello inferiore, nella facciata si aprono tre archi che seguono il ritmo del porticato. Nella loggia superiore, cinque arcate di altezza decrescente (la maggiore al centro) assecondano l'inclinazione del tetto a spiovente. Due campanili svettano ai lati: quello “dei monaci”, a destra, ha la stessa età della chiesa e ne condivide l'aspetto austero. Quello “dei canonici”, a sinistra, è più alto e slanciato e fu eretto nel 1144, ma gli ultimi due piani furono aggiunti nel XIX secolo. Numerosissime opere d'arte e testimonianze storiche sono tuttora raccolte all'interno della basilica, scandita dal tradizionale impianto a tre navate. Fra i capolavori di maggiore interesse spiccano senz'altro il ciborio a baldacchino in stucco del X secolo (di fattura lombardo-bizantina) e l'altare aureo voluto dal vescovo Angilberto II nel IX secolo per custodire le sacre reliquie: un esempio emblematico dell'arte orafa carolingia, eseguito con tecniche a sbalzo su lamine in argento e d'oro, impreziosito da smalti, perle e pietre preziose. Nella navata centrale è posto il sarcofago di Stilicone, un capolavoro di scultura del IV secolo, denso di rappresentazioni biblico-teologiche. Sul sarcofago poggia il pulpito romanico ricomposto nel 1201. Risale, invece, all'epoca rinascimentale lo splendido coro ligneo, originariamente composto da 26 stalli a baldacchino (di cui uno cuspidato riservato all'abate) decorati con figure arboree, angeli e scene della vita di sant'Ambrogio. Notevole anche il mosaico absidale: su un fondo di tessere dorate spicca, al centro, la figura del Cristo Pantocratore circondato dai martiri Gervasio e Protasio e dagli arcangeli Gabriele e Michele. Difficile la datazione di questa vasta opera, le cui parti risalgono probabilmente ad epoche differenti, fra il IX e il XIII secolo. Fra le testimonianze più antiche e rare vi è, poi, il Sacello di San Vittore in Ciel d'Oro, voluto dal vescovo Materno nel IV secolo per ospitare le spoglie del martire Vittore. La fama di questo luogo è dovuta soprattutto alla splendida decorazione musiva, che offre la più antica raffigurazione di Sant'Ambrogio, caratterizzata da un sorprendente realismo. Il busto di san Vittore è posto sotto la sommità della cupola, mentre le pareti sono decorate con le immagini di altri
vescovi e santi. Ai lati della basilica si aprono lunghe serie di cappelle ornate con opere che rappresentano quasi tutti gli stili e le epoche, dal Medioevo al Settecento. Nella Cappella dei Santi Bartolomeo e Satiro, in particolare, si conservano i resti di un ciclo di affreschi realizzato da Gian Battista Tiepolo e purtroppo danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La visita agli interni termina idealmente nella grande cripta costruita nella seconda metà del X secolo, durante i rifacimenti che interessarono soprattutto la zona absidale. Qui riposano ancora oggi le spoglie dei santi Gervasio e Protasio e dello stesso sant'Ambrogio. Uscendo dalla basilica e percorrendone il fianco sinistro si incontra il Portico del Bramante: parte del progetto di costruzione di una nuova canonica approntato dal celeberrimo architetto rinascimentale su commissione di Ludovico il Moro. Al centro del portico, un grande arco che fungeva da ingresso monumentale alla basilica per il duca e la sua corte. Da vedere, infine, la Pusterla di Sant'Ambrogio che attualmente ospita la Mostra permanente di criminologia e delle armi antiche.