Esempio mirabile dello stile pisano-lucchese, la chiesa marmorea di San Michele in Foro si erge in piazza San Michele, nel luogo un tempo occupato dal foro della Lucca romana. La commistione di elementi romanici e gotici deriva dal suo lungo periodo di costruzione. Iniziata dai Benedettini verso la metà del XII secolo, solo nel Duecento fu rivestita interamente in marmo bianco, quando fu aggiunta anche la meravigliosa facciata, opera forse di Guidetto da Como, che appare ancor più scenografica (se possibile) rispetto a quella del Duomo di Lucca. Sette arcate cieche molto slanciate caratterizzano l'ordine inferiore del prospetto. Ogni colonna sfoggia capitelli finemente cesellati, con figure di animali che spuntano fra le fronde. Non meno fitte le decorazioni a rilievo sull'architrave del portale centrale, al di sopra del quale si apre un piccolo ma raffinato rosone. La parte superiore, poi, si slancia verso il cielo attraverso ben quattro ordini di logge, in un trionfo di decorazioni scultoree sulle colonne (figure fantastiche e animali) e intarsi di marmi bicolori sopra gli archi. Un restauro ottocentesco ha, da un lato, “ringiovanito” e ripulito la facciata, ma alcune delle figure scolpite in epoca medievale sono state sostituite con personaggi contemporanei. Così, fra creature mitologiche e scene di caccia, può capitare di riconoscere Garibaldi, Pio IX e il conte di Cavour. I due ordini superiori sono più stretti degli inferiori e svettano isolati sul tetto della chiesa, culminando con la grande statua dell'arcangelo Michele che trafigge il drago con la lancia, fiancheggiato da due angeli. La bella statua della Madonna collocata sullo spigolo destro della facciata, invece, è una copia di quella scolpita da Matteo Civitali, attualmente custodita all'interno. Accanto al transetto destro, poi, spicca l'elegante campanile a sezione rettangolare, anch'esso duecentesco ma completato solo nell'Ottocento. Monofore, bifore e trifore si aprono ai piani superiori della torre. All'interno, le tre navate sono separate da arcate a tutto sesto, semplici e snelle, che poggiano su colonne con capitelli romanici: qui, fra i motivi floreali e vegetali, emergono figure di aquile. Le volte a crociera hanno sostituito l'originaria copertura a capriate in epoca rinascimentale. Tra le opere d'arte tuttora conservate in chiesa si segnalano una terracotta smaltata di Andrea della Robbia, raffigurante la Madonna, accanto a una Santa Lucia in terracotta policroma del Cinquecento. L'altare maggiore è ornato da una grande Crocifisso su tavola, opera di un pittore ignoto del Duecento, mentre nel transetto è possibile ammirare una preziosa tempera di Filippino Lippi (rappresenta i santi Girolamo, Sebastiano, Rocco ed Elena) e un altorilievo della Vergine scolpito da Raffaello da Montelupo.