Considerata una delle più grandiose basiliche francescane e uno dei massimi capolavori del Gotico italiano, la Basilica di Santa Croce racchiude un concentrato di opere d'arte raro anche per una città come Firenze. La chiesa fu edificata a partire dal 1294 sul progetto di Arnolfo di Cambio e completata quasi un secolo dopo, nel 1385. Ma la facciata neogotica in marmo di Carrara con riquadri in marmo verde, che domina su Piazza Santa Croce e sulla statua di Dante Alighieri, vide la luce attorno al 1860 per opera dell'architetto Niccolò Matas, in sostituzione di quella originaria rimasta incompiuta. Ai tre portali corrispondono altrettante grandiose navate all'interno del tempio. Navate che sfociano nel transetto secondo la classica pianta a croce egizia, cioè a forma di “T”. Nel complesso l'atmosfera è sobria e solenne, nello spirito francescano, nonostante le aggiunte degli eleganti tabernacoli e degli altari rinascimentali. Anche la volta a capriate contribuisce a temperare lo slancio dell'architettura gotica. Sul transetto si aprono le fastose cappelle appartenute alle famiglie più potenti di Firenze. In particolare La cappella dei Bardi e quella dei Peruzzi sfoggiano gli ultimi affreschi realizzati da Giotto fra il 1320 e il 1325. La Cappella Baroncelli è decorata da Taddeo Gaddi, allievo di Giotto, mentre nella Cappella Maggiore, alle spalle del coro, il figlio Agnolo Gaddi rappresentò le Storie della Vera Croce. Fra i tanti capolavori scultorei spiccano l'Annunciazione in marmo dorato di Donatello, il pulpito forgiato da Benedetto da Maiano nel Quattrocento, e i solenni monumenti funebri per cui Santa Croce è famosa in tutto il mondo. Michelangelo, Galilei, Rossini, Machiavelli, Foscolo e Alfieri sono alcuni dei personaggi illustri celebrati fra queste mura, anche se il monumento più ammirato è quello realizzato da Bernardo Rossellino per Leonardo Bruni. Dalla chiesa la visita prosegue nei due chiostri, nel Noviziato, nella celeberrima Cappella de' Pazzi disegnata da Filippo Brunelleschi. Per la famiglia Pazzi, rivale dei Medici, doveva svolgere la funzione di sala capitolare. Alle spalle della cappella, nell'antico refettorio, è stato ricavato il Museo dell'Opera di Santa Croce che raccoglie le opere un tempo disposte in chiesa e nei chiostri. Il tesoro più conosciuto è certamente il Crocifisso di Cimabue, scampato non senza danni all'alluvione che colpì Firenze nel 1966. Di Donatello si ammira la statua di San Ludovico di Tolosa, di Andrea e Luca della Robbia le preziose terracotte invetriate, oltre ad affreschi di Taddeo Gaddi e Andrea Orcagna.