Costruita in forme gotiche a cavallo fra XIII e XIV secolo, e completata nella sua inconfondibile facciata marmorea a motivi geometrici nel 1470, la chiesa di Santa Maria Novella prospetta sull'omonima piazza, a poca distanza dalla stazione centrale di Firenze. La nuova chiesa fu voluta dai frati Domenicani che qui, fuori dalle mura della città, avevano edificato un convento pochi anni dopo la fondazione dell'ordine (nel 1216). L'aggiunta della facciata rinascimentale si deve a un ricco mecenate, Giovanni Ruccellai, che ne commissionò la realizzazione a Leon Battista Alberti. Questi dovette confrontarsi con elementi già esistenti nell'ordine inferiore, dove inserì il grande portale con arco a tutto sesto, da armonizzare con l'ordine superiore di nuova concezione. Allo scopo fu realizzato il caratteristico attico liscio che corre orizzontalmente, separando i due settori della facciata. Le due eleganti volute laterali servirono inoltre a mascherare gli spioventi del tetto. La coesione fra i vari elementi fu favorita anche dalla cura per le proporzioni: la facciata risulta infatti inscritta in un quadrato perfetto che ha per lato la base della chiesa, mentre l'ordine superiore può essere racchiuso in un quadrato di lato pari alla metà. Parecchi interventi hanno interessato l'interno, ben presto divenuto uno scrigno di capolavori d'arte sacra. L'ultimo è il restauro ultimato per il Giubileo del 2000, in occasione del quale è stato anche riaperto il portale della navata sinistra (murato nel Cinquecento). Attraverso questo ingresso si giunge subito al cospetto di uno dei tesori racchiusi in Santa Maria Novella: l'affresco della Trinità del Masaccio, ovvero la prima realizzazione compiuta dei principi prospettici del Rinascimento. Nel dipinto la scena della crocifissione, contornata da figure dipinte con straordinario verismo, ha per sfondo una cappella che sembra disegnata dal Brunelleschi. Un altro celebre capolavoro è il Crocifisso di Giotto, attualmente esposto al centro della navata mediana: il dipinto a tempera su tavola pende infatti dalle luminose volte a crociera, incorniciato da una duplice fuga di archi a sesto acuto e, soprattutto, dagli affreschi di Domenico Ghirlandaio che coprono la Cappella Tornabuoni (la “cappella maggiore” alle spalle dell'altare). Il colossale ciclo fu dipinto nel 1485 da Ghirlandaio e dai suoi allievi. Fra questi, probabilmente, anche il giovanissimo Michelangelo. Sull'altare è posto un Crocifisso del Giambologna, mentre un Crocifisso ligneo di Brunelleschi si ammira nella vicina Cappella Gondi. In fondo al transetto sinistro, la Cappella Strozzi di Mantova è decorata tra l'altro da un polittico di Andrea Orcagna e da splendidi affreschi del fratello, Nardo di Cione. Sul transetto destro, poi, si affacciano la Cappella Strozzi, con la tomba di Filippo Strozzi scolpita da Benedetto da Maiano e celebri affreschi di Filippino Lippi, la Cappella Bardi (contiene opere di Spinello Aretino e Giorgio Vasari) e la Cappella Rucellai: conserva una meravigliosa statua marmorea di Nino Pisano raffigurante la Madonna col Bambino e un monumento funebre realizzato da Lorenzo Ghiberti. Altre importanti opere sono attualmente conservate nella Sagrestia e nei chiostri di Santa Maria Novella. Celebri le Storie della Genesi affrescate da Paolo Uccello nel Chiostro Verde, che prende nome dalla “terra verde” impiegata per le pitture.