Si trova quasi in disparte, nascosta, rispetto alla "Chiesa Madre", la piccola Cappella di San Paolo, nella Piazza principale del comune di Galatina. Ad essa sono legate le antiche leggende che hanno fatto della cittadina salentina centro nevralgico di quel movimento popolare-folkloristico denominato "tarantismo". E la storia parte proprio da questa piccola Cappella, da poco totalmente recuperata nel suo modesto splendore.
Il 29 giugno di ogni anno, in occasione della ricorrenza dei festeggiamenti in onore dei Santi Protettori della Città, Pietro e Paolo, donne "pizzicate dalla taranta" si recavano numerose per chiedere, attraverso l'intercessione divina, la grazia dal beffardo morso al Santo. La liturgia era segnata da musicoterapia ( si suonava la Pizzica ), da balli rituali, da invocazioni divine e non da ultimo dall'abbeverarsi dal pozzo situato nella Cappella, cui la leggenda, assegnava il potere della guarigione.
La Chiesetta accorporata all'interno di un antico palazzo, è ,al proprio interno, costrutia e modellata in stile barocco in pietra leccese. Si fregia di uno straordinario dipinto dell'artista Lillo raffigurante la figura di San Paolo.
Ancora oggi la Cappella, amatissima dai Galatinesi, è sede di intenso peregrinare nei giorni della festa Patronale, in cui, viene rievocato, da alcuni gruppi locali, la liberazione dal "morso della taranta".