Si narra che l'anziano Arturo Toscanini, sebbene malato, abbia chiesto un giorno di essere accompagnato nella Piazza Ducale di Vigevano per sedersi ai tavolini dei caffè. Il maestro considerava infatti la piazza come una “sinfonia musicale”, una composizione sviluppata su quattro lati come quattro sono, in genere, i movimenti di una sinfonia. Il giudizio di Toscanini non sorprende, perché questa grande spianata lunga 134 metri e larga 48, vide la luce quasi per intero come frutto di un progetto compiuto, secondo i canoni più limpidi dell'architettura e dell'urbanistica rinascimentale. A volerla fu Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, nel 1492. Per il signore di Milano la piazza doveva fungere da monumentale atrio d'accesso al suo grande Castello (oggi noto come Castello Visconteo-Sforzesco) che si sviluppa come una cittadella oltre questo vasto spazio rettangolare. Alla progettazione prese parte Donato Bramante, ma alcuni hanno suggerito anche l'intervento di Leonardo da Vinci, segnalando le affinità con alcuni disegni contenuti nei suoi codici. Alla fine del Quattrocento la Piazza Ducale si presentava già chiusa su tre lati da palazzetti porticati con facciata continua e affrescata, gli archi sorretti da 84 colonne con capitelli diversi tra loro. Il quarto lato era occupato da due archi trionfali mentre una lunga rampa di pietra, percorribile anche da cavalli, partiva dal centro della piazza per raggiungere l'ingresso al castello, che tuttora è posto alla base della Torre del Bramante. Torre atipica, a più livelli che si vanno restringendo fino alla cupola, che ricorda quella eretta dal Filarete sul prospetto del Castello Sforzesco di Milano. Oggi, al posto degli affreschi rinascimentali, sulle arcate si ammirano le decorazioni realizzate all'inizio del Novecento da pittori locali, su disegni e tracce di pitture quattrocentesche: medaglioni con volti umani, fregi monocromi, stemmi, motivi floreali. I temi sono rinascimentali, ma lo spirito, nel complesso, è liberty. Il centro della piazza si è naturalmente liberato della rampa d'accesso al castello mentre il lato privo di portici è stato chiuso nel 1680 con la costruzione della civettuola facciata tardo-barocca del Duomo. Un prospetto originale perché concavo e curvilineo, disegnato dal vescovo-architetto Juan Caramuel Lobkowitz e collocato al centro rispetto all'asse della piazza, per mascherare la posizione asimmetrica della chiesa cinquecentesca alle sue spalle. A completare gli arredi del “salotto buono” di Vigevano c'è poi la pavimentazione in “ciottoli bianchi e neri del Ticino”, con i raffinati lampioni in ghisa aggiunti nel 1911. Sotto i portici le botteghe di tessitori e mercanti sono state rimpiazzate da bar e locali eleganti, boutique di abbigliamento, gioielli e, naturalmente, calzature. Di fatto la Piazza Ducale si è aperta a visitatori sempre più numerosi che stanno riscoprendo Vigevano come città d'arte e non più come “capitale delle scarpe”. Così dalla piazza ci si sposta nel Duomo, che sfoggia un bell'interno d'impronta rinascimentale con opere d'arte interessanti, oppure nel Castello iniziato dai Visconti e ampliato dagli Sforza fino a diventare uno dei più vasti complessi fortificati d'Europa. I fasti ducali riecheggiano in ambienti come la Corte Sforzesca, il Giardino della Cavallerizza e le scuderie di Ludovico il Moro.