Monumentale, sfarzosa, fiabesca. Sono gli aggettivi che vengono in mente quando si cerca di descrivere la Reggia dei Savoia a Venaria Reale, a una decina di chilometri da Torino. L'intero complesso architettonico è vastissimo perché comprende, oltre agli edifici della Reggia vera e propria, anche il grande parco voluto dagli stessi Savoia come tenuta di caccia (oggi trasformato in riserva naturale con il nome di Parco La Mandria) e il borgo storico di Venaria che si protende attorno alla tenuta assumendo la forma (voluta) del Collare dell'Annunziata, simbolo del casato sabaudo. Per decenni la Reggia è stata abbandonata a se stessa, dopo essere stata trasformata in caserma dal periodo napoleonico. Poi, dal 1998, uno dei più colossali cantieri di restauro mai allestiti in Europa ha consentito il recupero di questo capolavoro del barocco internazionale, nella lista Unesco dei Patrimoni dell'Umanità. Dalla fine del 2007 la Reggia “di piacere e di caccia” e il parco completamente ricostituito si mostrano ai visitatori in tutto il loro splendore. Per vastità e magnificenza, la Reggia di Venaria fa pensare a Versailles, ma è più corretto affermare che il palazzo reale francese fu ispirato a quello sabaudo, che già ospitava le corti europee all'inizio del Settecento. Infatti la costruzione del palazzo e dell'intera tenuta iniziò nel 1663, sul progetto di Amedeo di Castellamonte, e proseguì con gli interventi di altri architetti fino a Filippo Juvarra, autore di molte residenze sabaude, che nel 1916 aggiunse alcuni degli ambienti più ammirati. Uno di questi è la scenografica Galleria Grande (detta di Diana in onore della dea della caccia) con le sue leggiadre decorazioni a stucco; un altro è la Cappella di Sant'Uberto, costruita su pianta a croce greca smussata, con un ricco apparato decorativo scultoreo e la cupola affrescata a trompe-l'oeil all'interno. Ma gli affreschi realizzati da artisti come Vittorio Amedeo Cignaroli, Pietro Domenico Olivero e Bernardino Quadri coprono una superficie complessiva di 1.000mq sugli 80.000mq complessivi della Reggia, mentre le decorazioni a stucco si estendono per ben 145.000mq. Pochi numeri non possono rendere lo stupore di una visita al complesso, che si snoda per 50 sale, prima di sfociare nei giardini: dal seminterrato della Torre Belvedere alla Reggia di Diana, e da qui al complesso juvarriano della Citroniera e della Scuderia Grande (oggi sede di mostre temporanee), passando per la Galleria Alfieriana che raccorda le gigantesche scuderie al corpo centrale del palazzo. Saliti al piano nobile, poi, ecco gli appartamenti reali e lo stupendo Salone di Diana, capolavoro seicentesco di Amedeo di Castellamonte. Lungo il percorso, inoltre, le installazioni multimediali permanenti curate dal regista Peter Greenaway proiettano nella vita di corte, fra battute di caccia, feste, aneddoti e pettegolezzi di cortigiani.