Ha aperto i battenti nel 2000, ma in pochi anni ha saputo conquistarsi una fama internazionale fra gli appassionati e gli studiosi dell'immagine in movimento, per la ricchezza e la varietà del materiale conservato ed esposto, attestandosi su una media di circa 400.000 visitatori all'anno. È il Museo Nazionale del Cinema di Torino, luogo carico di fascino anche in virtù dell'originale allestimento verticale a piani sovrapposti, in puro stile post-moderno, e dell'edificio che lo ospita: la Mole Antonelliana, simbolo del capoluogo piemontese. Nel percorso di visita progettato da François Confino (scenografo della Cités-Cinés parigina) e articolato in cinque livelli, la storia, i protagonisti e lo spirito stesso del cinema sono raccontati attraverso oggetti, attrezzature, proiezioni, effetti di luce, scenografie, fotografie e disegni. Alla base della cupola, il piano di accoglienza è un'area a ingresso libero che include, oltre alla nuova biglietteria informatizzata, una caffetteria, un bookshop e uno spazio dedicato alle mostre temporanee. Un ascensore panoramico conduce ai piani superiori e oltre, fino al tempietto esterno posto sulla sommità della Mole, da cui si domina tutta la città. Il primo piano è occupato da una sezione vastissima, ulteriormente arricchitasi negli ultimi anni, dedicata all'Archeologia del cinema: attraverso un percorso interattivo si ripercorrono i primi esperimenti nel campo della stereoscopia e della cronofotografia, fino alla nascita del cinematografo. Qui sono conservati alcuni degli oggetti e dei materiali più preziosi del museo torinese: circa duecento lanterne magiche, migliaia di vetri per lanterne, 500 vedute ottiche, vari modelli di scatole ottiche, attrezzature impiegate per i primi esperimenti sul movimento e per il teatro delle ombre. Senza contare il materiale iconografico come stampe, dipinti, disegni e manifesti che pubblicizzano spettacoli precedenti la nascita del cinema. Salendo di un piano si entra nel cuore vero e proprio del Museo del Cinema: nella sterminata Aula del Tempio (la Mole fu costruita per ospitare una sinagoga) il visitatore è accolto dalla statua del dio Moloch, la stessa usata nel 1914 in Cabiria. Ci si può accomodare in una delle chaises longues rosse, con altoparlanti incorporati, per assistere alle proiezioni che si susseguono a ritmo continuo. Ai margini della sala, fra fasci di luce multicolori, si aprono cappelle dedicate al culto del cinema. A ciascuna un tema: lo specchio, amore e morte, horror e fantascienza, l'assurdo, il vero e il falso, il voyeurismo, ecc. Una rampa elicoidale, disegnata come un'enorme pellicola srotolata, sale dolcemente lungo le pareti dove sono allestite le esposizioni temporanee. Con l'ascensore si sale ancora per scoprire la Macchina del cinema. Un laboratorio in cui, per una volta, sono i retroscena del cinema, le sue tecniche produttive e i suoi segreti a occupare il centro della scena. Si passa attraverso le varie tappe della creazione di un film: dall'ideazione al set e alla fruizione del prodotto finito. Anche qui il percorso è corredato da proiezioni, oggetti, bozzetti, costumi e documenti che spaziano dal cinema muto a oggi. Straordinaria la collezione di materiali di scena, dai set di capolavori immortali come Lawrence d'Arabia, Sangue e arena, Il Gigante, L'impero colpisce ancora, Aliens - Scontro finale. Ci sono poi le apparecchiature: cineprese, proiettori e attrezzature da laboratorio che documentano l'evoluzione tecnica della cinematografia. L'ultimo piano, inaugurato nel 2001, è occupato dalla Galleria dei manifesti. Molti cinefili e collezionisti trovano qui il loro paradiso, fra le icone storiche che evocano emozioni e drammi più o meno lontani nel tempo. Di grande interesse la raccolta relativa al cinema muto, a cominciare da due eccezionali manifesti del Cinématographe Lumière, creati per pubblicizzare la nascita del cinema. Ma ancor più spazio spetta al sonoro, con i titoli che hanno fatto la storia di Hollywood (Viale del tramonto, Quarto potere, Ombre rosse, Gilda, Cantando sotto la pioggia...) e del cinema italiano (La ciociara, Ladri di biciclette, Riso amaro, La dolce vita, Otto e mezzo, Senso, Il gattopardo). L'itinerario espositivo finisce qui, a meno di non voler gettare uno sguardo sui tetti di Torino dal vertice della Mole, ma non si può lasciare il museo senza aver consultato il programma di proiezioni del Multisala Massimo, le cui sale ristrutturate occupano il piano terreno. Un fitto calendario di rassegne propone pellicole di qualità e retrospettive dedicate ai più importanti autori della storia del cinema. Da segnalare inoltre, lo straordinario patrimonio costituito dalla Cineteca di via Sospello (20.000 titoli cui si aggiungono i circa 5.000 film della videoteca) e dalla Biblioteca di via San Pietro in Vincoli: una raccolta di 25.000 volumi e 75.000 riviste, interamente dedicata alla storia e alle vicende della “settima arte”.