Quelle che generalmente si indicano come “Stanze di Raffaello” sono quattro ambienti al secondo piano del Palazzo Pontificio, la residenza scelta da Giulio II della Rovere e mantenuta dai pontefici successivi. Dopo gli interventi del Perugino, del Sodoma, di Baldassarre Peruzzi e Lorenzo Lotto, ad affrescare queste sale fu chiamato Raffaello che qui realizzò, fra il 1508 e il 1520, uno dei massimi capolavori della pittura italiana. Le Stanze sono inserite nel percorso dei Musei Vaticani assieme alla Cappella Sistina di Michelangelo. La visita comincia dalla Sala di Costantino, destinata a ospitare i ricevimenti ufficiali. Qui i dipinti si devono agli allievi di Raffaello e in particolare a Giulio Romano. Vi sono rappresentati quattro celebri episodi della vita dell'imperatore che pose fine alle persecuzioni contro i cristiani: il Battesimo di Costantino, la Battaglia contro Massenzio, la Donazione di Roma e la Visione della Croce. Quest'ultima è la raffigurazione della nota leggenda sul sogno che avrebbe annunciato a Costantino la vittoria su Massenzio, sotto le insegne della croce. La Stanza di Eliodoro era invece destinata alle udienze private del pontefice. Gli affreschi, tutti di Raffaello, simboleggiano la protezione di Dio sulla Chiesa e le vittorie contro i nemici della cristianità. Le scene sono quelle della Messa di Bolsena, della Cacciata di Eliodoro dal Tempio e la celebre Liberazione di San Pietro dal carcere in cui il maestro riprodusse con eccezionale realismo i chiaroscuri generati dalla luna, dalle torce, dall'alba e dalla luce sfolgorante dell'angelo che accompagna l'apostolo. Si passa poi nella Stanza della Segnatura, intitolata al più alto tribunale della Santa Sede. Qui sono racchiusi i capolavori più famosi del pittore urbinate, chiamato a rappresentare le massime aspirazioni dello spirito umano: il vero, il bene, il bello. Il “vero soprannaturale” è simboleggiato dalla Disputa del SS. Sacramento, il vero razionale dalla celeberrima Scuola di Atene: in un edificio classico ideale sono riuniti i maggiori filosofi dell'antichità. Al centro, nel punto di fuga prospettico, spiccano le figure antitetiche ma complementari di Aristotele e Platone, che indicano rispettivamente la terra e il cielo. Nella figura di Eraclito si riconoscono le fattezze di Michelangelo, impegnato in quegli anni nella Cappella Sistina. Il Bene è testimoniato dalle personificazioni delle virtù teologali, cardinali e della legge, mentre il Parnaso testimonia il concetto di bellezza attraverso la figura di Apollo circondata dalle nove muse e dai poeti Omero, Virgilio, Dante e Saffo. L'ultimo ambiente prende il nome di Stanza dell'Incendio di Borgo, da una delle scene rappresentate. La sala conserva le volte affrescate dal Perugino, mentre Raffaello volle celebrare il nuovo papa Leone X con scene della vita di due pontefici che avevano portato lo stesso nome. I dipinti della sala furono completati nel 1517 dai suoi allievi.